A Vittoria il paradosso siciliano è “pariggio”

Lavorava nell’impresa di onoranze funebri a cui era stato affidato il funerale di Alessio D’Antonio, Maurizio Cutello, attualmente sotto processo assieme a Angelo Ventura, uno degli amici di Rosario Greco presente nel Suv la sera dell’assassinio del piccolo Alessio. I funerali di Simone D’Antonio, l’altro bambino ammazzato da Rosario Greco, sono stati gestiti dalle forze dell’ordine, ma si scopre che lo stabile che ospitava il commissariato di Ps era di proprietà al 50% di Roberto Luca di Gela, figlio di Salvatore, finito in carcere assieme allo zio con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. A Vittoria la polizia pagava l’affitto a un mafioso e a onorare le esequie del bambino ammazzato da un mafioso era un altro mafioso, amico del primo. A Vittoria “la mafia non c’è” disse il consuocero del capo mafia a Borrometi , giornalista sotto scorta perché sgradito a Cosa Nostra. Negazionismo, omertà e indifferenza nella terra senza Stato che è la Sicilia. Dov’è lo Stato in Sicilia? Non c’è, come la mafia.

Gabriella Grasso

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