Situazione politica drammatica con protagonisti da commedia

Si sente spesso evocare la Repubblica di Weimar quando si parla dell’attuale situazione politica italiana. Di un ‘pericolo Weimar’ ha scritto Walter Veltroni nella sua lunga lettera al giornale ‘la Repubblica’ di domenica. In effetti, tenuto conto delle differenze storiche, elementi comuni ce l’hanno le due situazioni, quella della Germania degli anni 20 e 30 del Novecento e questa dell’Italia di oggi. Ma come precisava Carlo Marx, nel libro ‘Il diciotto brumaio di Luigi Bonaparte’, all’osservazione di Hegel che tutti i grandi fatti della storia ed i loro personaggi, compaiono a due riprese, la prima volta compaiono in tragedia e la seconda volta in farsa. A vedere fatti e personaggi di oggi, viene da pensare che il filosofo della prassi, come lo chiamava Antonio Gramsci, non avesse tutti i torti. Personaggi come Di Maio, Salvini, Meloni, Berlusconi, Grillo, Casaleggio e Renzi appartengono alla tradizione delle farsesche maschere italiane e non somigliano per niente ai protagonisti delle tragedie greche e scespiriane. Cosa pensare del capo politico del capo dei 5 Stelle e dei suoi ispiratori Grillo e Casaleggio, prima il padre Gianroberto e ora il figlio Davide, che vanno dicendo che destra e sinistra sono ormai superate, ma di fatto hanno consegnato il governo del paese quella Lega di Salvini, che non nasconde di essere un partito di destra e che ha imposto al suo alleato di governo politiche di destra sull’immigrazione e sulla sicurezza? Raymond Aron, l’intellettuale francese di ispirazione liberale autore del bel testo di ‘Storia del pensiero sociologico’, avvertiva che chi ritiene superata questa distinzione è di fatto di destra, senza che se ne renda conto. Qui ci troviamo di fronte non solo ad un caso di miopia politica, ma anche di grave deficit culturale. Prova ne è il fatto incontrovertibile che, dopo un‘esperienza di governo con la Lega di Salvini durata poco più di un anno, il M5S è stato letteralmente cannibalizzato dal suo alleato. Salvini non è uno sciocco. Basti pensare che, pur non avendo dato prova di essere un buon governante, è riuscito a portare il suo partito dal 4% al 36% di voti nel giro di appena 6 anni. Ha cavalcato i temi dell’immigrazione e della sicurezza con successo, ma sui temi che incidono sulla vita reale degli italiani non ha detto e non ha fatto nulla. Ha avuto facile nell’imporsi ad uno sprovveduto alleato di governo, che pure aveva il doppio dei consensi della Lega. E l’ha fatto con metodi inusuali e scorretti sotto il profilo istituzionale, invadendo campi di competenza che sono di altro ministri e persino del presidente del consiglio dei ministri. Era lecito attendersi un comportamento politicamente più accorto da Renzi, che essendo fiorentino avrebbe dovuto conoscere il suo illustre concittadino di 500 anni fa, Machiavelli, il fondatore della scienza della politica ed agire di conseguenza. Ma più che un leader politico, Renzi somiglia al bullo che disturba continuamente i suoi compagni di classe. All’indomani delle elezioni 4 marzo del 2018, non esistevano le condizioni per un’alleanza di governo del Pd, uscito sconfitto, con il M5S, che di quelle elezioni fu il vero ed unico vincitore. Ma andava fatto il tentativo di andare a vedere le carte, come si disse all’ora, al quale pensava Martina, che del Pd era il segretario, tanto più che si stava rivelando difficile un accordo di governo, che poi si fece con il nome di contratto di governo, tra il M5S e la Lega. Chi non ricorda quella comparsata alla trasmissione ‘Che tempo che fa’ di Fazio in cui Renzi, forte del fatto che i gruppi parlamentari erano stati scelti da lui e a lui fedeli, sconfessò il mite e paziente Martina? Renzi non somiglia al bullo che infastidisce la classe? Non è stata ridicola la strategia attendista del popcorn che il Pd ha dovuto seguire obtorto collo consegnando di fatto il M5S alla Lega, ad un partito di destra? A pensare male si fa peccato, ma s’indovina sempre, suggeriva un vescovo francese di cui non ricordo il nome. Non poteva essere lui a condurre un’eventuale trattativa con il M5S, pertanto non si doveva fare. Ora che le elezioni anticipate alle porte, con Zingaretti segretario che le vuole, Renzi apre al M5S per un governo istituzionale che prolunghi la legislatura non si sa per quanto tempo, ma sicuramente non molto. .E’ evidente il desiderio di Zingaretti di cambiare i gruppi parlamentari del Pd, pieni zeppi di renziani, di cui non si fida. E’, questo, lo potrà fare con le elezioni anticipate mettendo i suoi nelle liste. Ma tutto questo non garba a Renzi, che ora scopre quanto sia importante un’intesa con il M5S, che fino a quale giorno prima escludeva perentoriamente. In un partito sbagliato, come il Pd, Renzi, che non è di sinistra e non lo è mai stato, ci starà fin quando gli converrà perché pensa di farne uno di centro alla Macron con le sue Leopolde e con i suoi comitati civici d’azione. Più che a Machiavelli fa venire in mente Stenterello, che è una maschera fiorentina.

Check Also

ASP Enna: come prevenire le infezioni correlate all’assistenza

Avviato il progetto formativo dedicato alle infezioni correlate all’assistenza in ambito ospedaliero. L’importante iniziativa, promossa …