Si è da poco insediato il nuovo governo Giallo-Rosso in risposta al governo Giallo-Verde e già non sono mancate le prime scaramucce. Premesso che la compagine Gialla ha ormai ottenuto il ruolo di prostituta parlamentare in quanto, letteralmente, è “andata con tutti”, e ha fatto sempre più rimembrare a tutti noi quel simpatico “l’amore non è bello se non è litigarello”. Sarà altrettanto simpatico il Premier Conte bis (che potremmo, attraverso una crasi, retrocederlo a “bis Conte” e quindi “Visconte”) andare contro scelte che non meno di due mesi prima difendeva a spada tratta (ma anche lì si può dire che solo gli sciocchi non mutano pensiero, ma non ci risulta che l’aumento di intelligenza è direttamente proporzionale alla velocità di cambio d’idea). Ma non è questo il motivo del nostro articolo. È già la seconda volta che il Pd, diventato partito di governo, a portare in dote una ministra “non titolata”. Nel primo caso la Fedeli per l’Istruzione, oggi la Bellanova per l’Agricoltura. E subito folle e folle e folle di odiatori seriali e chi più ne ha più ne metta attraverso i social network a criticare questa scelta, quando, se andiamo a vedere, la signora Bellanova ha sicuramente esperienze, seppur non titolata, nel campo presso cui svolgerà il ruolo di ministro (stessa cosa non si può dire di Di Maio… ma vabbè, ormai di Toto Gigio ci siamo annoiati a furia di sfotterlo). Il Pd, giustamente, come anche tutto il governo, prende le difese portando all’attenzione di tutti, come abbiamo fatto noi, il valore dell’esperienza. Aldilà di un discorso che potrà sembrare populista, ma prescindendo dal fatto che il titolo, quando è acquisito seriamente, è qualcosa sicuramente importante, non capisco perché lo Stato Italiano e il Governo possono avere un ministro dell’Agricoltura senza titolo ma con esperienza nel campo da diversi anni, mentre è invece impossibile avere medici, ingegneri o dentisti non titolati ma magari con maggiore esperienza (in termini di anni) in quei loro campi rispetto alla Bellanova. Che un medico, o presunto tale, venga scoperto non medico dopo trent’anni di “onorata carriera” e subito cacciato a pedate sembra una barzelletta, stando a quanto vediamo. Ovviamente un ragazzo che a 25 anni non laureato si spacci per medico ha sicuramente la sua profonda gravità e pericolosità, ma un signore che ha svolto il lavoro di medico per trent’anni, magari con un’ampia platea di pazienti (perché per tirare a campare trent’anni o hai una platea di pazienti non indifferente oppure cambi lavoro), non pensate che gli debba essere riconosciuta quasi una laurea “ad honorem”? Perché, per quanto riguarda la nomina ministeriale, tale scelta di una persona non titolata ma con esperienza è presa “a priori” (nessuno può dire “è stata nominata a mia insaputa per quanto concerne il curriculum”). Quindi è un indirizzo ben preciso preferire l’esperienza al titolo. Come l’abito che non fa il monaco. Ma tutto ciò, ripetiamo, venga preso con le dovute cautele: il titolo, che rappresenta un percorso e uno studio, resta comunque una cosa importante, come anche l’esperienza. Ma resta un titolo (e quindi senza esperienza è un bel quadro da appendere in un muro).
Alain Calò
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