La mafia c’è e prospera nei pascoli dei Nebrodi. Il sistema è quello di sempre: intreccio fra società civile e malaffare, inscindibilmente compromessi nella spartizione di interessi e lavoro i siciliani della parte “babba” si sono trovati avviluppati dai tentacoli dei tortoriciani, che avevano deposto le lupare, ma non le richieste di finanziamento pubblico per l’agricoltura a Regione, Agea e Unione Europea. E’ ancora la terra che sfama ma non con i suoi frutti. Basta possedere particelle e particelle per fare i piccioli, per «ingurgitare profitti milionari» come scrive il giudice nel provvedimento con cui ha ordinato 94 arresti fra cui il sindaco di Tortorici. All’Europa danneggiata dai mafiosi suggeriamo di erogare contributi non ai grandi proprietari terrieri, ma ai produttori di beni. Da noi avere un pezzo di terra non vuol dire necessariamente metterlo in produzione, spesso -infatti- si preferisce lasciarlo all’acqua e al vento. Obbligateci a produrre. Costringete i latifondisti moderni a trasformare le zolle in cibo così avremo risolto il problema della produzione in attesa di risolvere quello della mafia.
Gabriella Grasso
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