Carlo Maria Cipolla, nel suo libriccino “Allegro ma non troppo”, ci ricorda che Darwin ci ha spiegato che, con tutte le altre specie del regno animale dal vermiciattolo all’elefante, noi umani dobbiamo condividere una dose quotidiana di tribolazioni, timori, frustrazioni, pene ed avversità. Ma noi esseri umani abbiamo il privilegio, rispetto alle altre specie del regno animale, di sobbarcarci un peso aggiuntivo, una dose extra di tribolazioni quotidiane, causate da un gruppo di persone che appartengono allo stesso genere umano. Questo gruppo è più potente della mafia, della Trilaterale, dell’Internazionale Comunista, della P2. E’ il gruppo degli stupidi, che sono più pericolosi dei banditi. Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita. Di questo libriccino di Carlo Maria Cipolla ne parlai con Vittorio Fiore al quale lo prestai per leggerlo nel 1998, un anno prima della sua scomparsa. Qualche giorno dopo me lo restituì e mi diede, per leggerlo, un suo vecchio libro dal titolo “L’aspiratore degli imbecilli” di Arcadio Avercenko che lui aveva acquistato nel 1933 al prezzo di 2 lire. “Leggilo, troverai sull’imbecillità umana considerazioni simili a quelle di Carlo Maria Cipolla”, mi disse Vittorio Fiore, che fu sindaco di Troina per molti anni nella seconda metà del Novecento. Anche Avercenko la pensava allo stesso modo: “Noi tutti soffriamo per colpa degli imbecilli”. E suggeriva che, se un giorno ci fosse proposto di scegliere con chi vogliamo a che fare, con un truffatore o con un imbecille, possiamo scegliere senz’altro il truffatore. Dal truffatore, che agisce razionalmente, ci si può difendere. Da un imbecille, che non agisce razionalmente, non ci può difendere perché il suo comportamento è una lotteria. Cipolla e Avercenko non sono più tra noi, ma sono certo che non avrebbero avuto alcuna esitazione a inserire nel gruppo degli stupidi e degli imbecilli quanti in questi giorni stanno tentando in vario modo di sottrarsi al rispetto delle regole per impedire la diffusione del coronavirus. Non ci sono solo quelli che scappano da Milano o da altre città della Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto, investite dalle ondate di coronavirus, per tornare in Sicilia e in altre regioni del Sud. C’è stato un tale che ha persino chiesto questa sorta di lasciare passare, che è l’autodichiarazione, per uscire ed entrare dal proprio paese, perché la sua fidanzata abita in un altro paese. E non è il solo, purtroppo. Siamo una nazione democratica che confida sul senso di responsabilità dei suoi cittadini per contrastare la diffusione del contagio da coronavirus. Ma temo che questo non basterà. E’ da mettere nel conto che il governo italiano, nei prossimi giorni, sarà costretto ad adottare misure dello stesso tipo di quelle adottate dal governo cinese, che conta meno sul senso di responsabilità dei suoi cittadini e più sulla sua forza di persuasione.