Il 15 Marzo è la Giornata Nazionale contro i disturbi alimentari Fiocchetto Lilla

In questi giorni di quarantena i social sono invasi da foto di cibo, preparato per far passare il tempo e mangiato per noia. Tanti, tantissimi, però di disturbi legati al cibo muoiono e sensibilizzare a questo drammatico problema, che conta 3000 vittime all’anno, è necessario. Bulimia, anoressia e Binge Eating Disorder (BED), disturbo da alimentazione incontrollata sono solo alcune delle patologie. La persona che soffre di questi disturbi non vive. Il cibo diventa una ossessione: “voglio mangiare, no non devo” e via così senza sosta per tutto il giorno per tutti i giorni e la cosa più brutta è la mancanza di comprensione da parte dei sani. Il disturbo alimentare crea dipendenza dal cibo. Talune patologie sono perfettamente paragonabili alla tossicodipendenza e la persona che non si abbuffa è simile dal punto di vista psicologico ad un drogato che non può avere la sua dose, si innervosisce, si agita, si arrabbia. Di base c’è l’incapacità di gestire le proprie sensazioni/emozioni. Per curare questi disturbi è necessario un approccio multidisciplinare che coinvolga non solo il terapeuta individuale, ma anche una terapia di gruppo, figure medico nutrizioniste e, se necessario, anche psichiatriche. Si deve esaminare il vissuto emotivo. Si affrontano anche i costrutti relativi alla percezione/dispercezione della propria immagine corporea e il coinvolgimento dei familiari è molto importante. Attraverso la giusta terapia, si calcola che nel 67% dei casi si può guarire.

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