Ormai, diversi sono gli esperti che da tutte le parti del mondo si confrontano sulla mutazione del Covid-19. Se vi ricordate pure io ho scritto qualcosa in merito.. il numero aggiunto da me è uguale. A parte gli scherzi, parte che comunque, anche in questo periodo di ansia e preoccupazione, non dobbiamo abbandonare, ricordate “dieci minuti al giorno dedicati al pianto o alla risata, fa bene alla salute”. Una delle scoperte più nuove, è quella Islandese, ma non si tratta della prima relazione sulla natura mutante del coronavirus. A sostenerlo è Allan Randrup Thomsen, virologo e professore all’Università di Copenhagen, il quale non ne è stato sorpreso, poiché il nuovo coronavirus, afferma, è noto per le sue mutazioni “piuttosto violente”.
“Abbiamo già visto casi di varianti dalla Cina. In questo senso, è esattamente quello che ci si aspetta” ha riferito al Dagbladet Information.
Il 3 marzo, uno studio pubblicato sulla rivista National Science Review segnalava come le mutazioni e la selezione naturale abbiano portato allo sviluppo di una variante più aggressiva del nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) in Cina. Secondo i ricercatori, questa variante, che hanno rinominato il Tipo L, era in grado di diffondersi molto più rapidamente e di replicarsi ad una velocità maggiore rispetto all’originale Tipo S. Le analisi genetiche dei campioni dai pazienti infettati a Wuhan ha inoltre evidenziato che durante le prime fasi dell’epidemia il Tipo L era prevalente rispetto al Tipo S. Tuttavia, la frequenza del Tipo L scemava dopo l’inizio di gennaio in seguito alla “forte pressione selettiva” attuata dagli interventi medici umani. Pertanto il vecchio e meno aggressivo Tipo S è diventato il tipo predominante di SARS-CoV-2.
Thomsen si aspetta che una dinamica simile si verifichi in tutto il mondo. “Il nuovo coronavirus” ha affermato” si sta comportando da manuale e, alla velocità con cui sta mutando, evolverà in una versione più contagiosa ma meno patogena di sé”. Anche l’Asia si prepara a una nuova ondata di infezioni da coronavirus, così come si sta già sentendo nei maggiori notiziari nazionali, più paesi vedranno picchi nei contagi. Thomson continua sistemando che: “È simile al modello che vediamo con l’influenza e possiamo conviverci. Non sto dicendo che tutte le varianti si comporteranno così, ma c’è una tendenza a svilupparsi in questo modo. Ciò significa che il virus può infettare di più perché si è adattato meglio, ma non sopravviveranno le varianti di virus che causano la malattia. Sopravviveranno le varianti meno pericolose”.
Il dr. Derek Gatherer, specialista di malattie infettive all’Università di Lancaster nel Regno Unito, condivide le opinioni di Thomsen, sostendendo anch’egli che il virus diventerà più contagioso ma meno letale, poiché le varianti responsabili dei sintomi gravi potrebbero estinguersi. Ad ogni modo, secondo Gatherer questo processo potrebbe richiedere un paio di anni.
Non so se sia stato il rivivere mentalmente quel senso di libertà non coatta che vivono i più, ma l’aver approfondito le mutazioni del Covid-19 cogliendone i lati positivi, mi fa ben sperare in un ritorno alla normalità ben presto.
“Un pessimista vede solo il lato scuro delle nuvole, e si deprime; un filosofo vede entrambi i lati e se ne infischia; un ottimista non vede neanche le nuvole… perché cammina su di esse.
(Leonard Louis Levinson)
Anna Zagara