Cose di casa nostra

Giovanni Falcone (1939-1992)
Giovanni Falcone viene ucciso a Capaci il 23 maggio 1992, mentre dall’aeroporto di Punta Raisi stava andando a Palermo. Il tritolo piazzato lungo l’autostrada uccise anche la moglie, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro (capo scorta), Rocco Dicillo e Vito Schifani. L’autista di Falcone, Giuseppe Costanza, rimase ferito come altri agenti di scorta e passeggeri di altre macchine.
Causa pandemia quest’anno le cerimonie commemorative saranno poche, basterà esporre un lenzuolo bianco alle finestre e ci sentiremo tutti più giusti. Falcone venne ammazzato dalla mafia per volontà di menti raffinatissime e quest’anno il giornalista Lodato un nome l’ha fatto: Contrada. Bruno Contrada uomo di stato, ex capo del Sisde, condannato a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa dichiarata ineseguibile dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, risarcito dallo Stato con 667 mila euro invece dei tre milioni di euro richiesti dalla difesa per l’ingiusta detenzione patita nel procedimento penale. I giudici hanno ritenuto che, anche se la sentenza di condanna a 10 anni di Bruno Contrada per mafia, che divenne definitiva, era stata adottata legittimamente, non poteva essere “eseguita” e quindi la detenzione dell’ex dirigente di polizia in pensione venne ritenuta ingiusta. Il reato di concorso esterno per associazione mafiosa venne chiarito nel 1994. Contrada oggi ha 88 anni e dice: “Ci sono danni che non si possono ripagare con i soldi, sono danni irreparabili. Io ho subito tutto questo in età avanzata al termine della mia carriera. Mia moglie nel frattempo è morta di crepacuore, mio figlio, anche lui poliziotto, si è ammalato, dopo il mio arresto. Ci può essere risarcimento per tutto questo?”
Questa è l’Italia. La Giustizia è solo una parola usata e abusata per nascondere i servitori di uno Stato colpevole e omertoso, che ai suoi uomini riserva retorica inutile.

Gabriella Grasso