La Fondazione Gimbe (fondazione senza fini di lucro, che ha lo scopo di favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche con attività indipendenti di ricerca, formazione e informazione scientifica, al fine di migliorare la salute delle persone e di contribuire alla sostenibilità di un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico) ha affermato che in Lombardia : «c’è il ragionevole sospetto di dati falsati», la Regione ha presentato querela.
Il presidente della Gimbe, Nino Cartabellotta, ha detto che se il virus c’è bisogna cercarlo, se non lo cerchi non è detto che non ci sia. La Lombardia nell’ultima comunicazione ufficiale ha fatto registrare il 65% dei contagi a livello nazionale e la metà dei decessi. Non sarebbe pronta dal punto di vista epidemiologico alla riapertura di cui si parla per il 3 giugno insieme a Piemonte e Liguria, ma dato che la Lombardia è la locomotiva d’Italia riaprirà quello che mai ha chiuso: frontiere e fabbriche. Da gennaio pare che in Lombardia circolasse già il Covid-19, un mese prima di M.M. di Codogno. Un mese preso in esame dalla task-force sanitaria della Regione Lombardia; un mese nel quale circa 1200 persone sarebbero state già infette secondo il Corriere. L’epidemia in Italia è arrivata agli inizi del 2020 e in Lombardia si è diffusa ovunque e rapidamente ma dato che l’economia non poteva arrestarsi si è taciuto allora e ora si “magheggia” con i numeri altrimenti tocca accettare la sconfitta del Modello Lombardia meno male che c’è il Veneto altrimenti la Lega avrebbe dovuto riconoscere l’evidente fallimento della sua classe dirigente.
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