Con la legge costituzionale che riduce da 27 a 17 i deputati da eleggere nella circoscrizione Sicilia 2, che comprende la provincia di Enna e altre quattro province, e da 25 a 16 i senatori da eleggere in Sicilia, la provincia di Enna rischia di ritrovarsi nelle di condizioni di non poter eleggere un rappresentante del suo territorio nel parlamento nazionale. Se nel referendum confermativo del 20 e 21 settembre questa legge costituzionale, che taglia il numero di deputati e senatori nella misura del 36,5%, sarà confermata votando “si”, questo rischio sarà concreto. Con questo taglio del numero dei parlamentari, è di 155.143 abitanti la popolazione media per seggio nella circoscrizione Sicilia 2 per la Camera dei deputati mentre prima era di 97.683. Cambia anche la media per seggio nella Regione Siciliana per il Senato della Repubblica, che adesso è 312.681 abitanti mentre prima era di 200.116 abitanti. Se si confrontano questi dati estratti dal dossier prodotto dagli uffici studi del Senato e della Camera con il dato Istat sul numero di 162.368 abitanti della provincia di Enna al 31 dicembre 2019 (dato Istat), si comprende quanto sia alto il rischio che corre il territorio ennese di non aver in futuro alcun rappresentante al parlamento nazionale. Non sarebbe saggio confidare sul fatto che, al momento, il numero complessivo degli abitanti del 20 comuni dell’ennese è di 7 mila al di sopra della soglia della popolazione media per seggio per la Camera dei deputati. La tendenza al declino demografico dell’ennese è di lungo periodo e non accenna ad arrestarsi. Questo piccolo vantaggio sarà difficile mantenerlo nei prossimi anni. Degli effetti di questo taglio dei parlamentari ne abbiamo parlato con Elio Galvagno, attualmente sindaco di Centuripe, che negli anni 90 guidò la provincia di Enna come presidente per due consiliature. Galvagno presidente di provincia ha avuto modo di confrontarsi con le difficoltà di rappresentare nelle sedi istituzionali sovraprovinciali gli interessi di un territorio di una zona interna, come è per l’appunto quello della provincia di Enna, con un tessuto socio-economico fragile. Galvagno manifesta la sua preoccupazione per gli effetti che potrà avere la legge costituzionale che taglia il numero dei parlamentari, se sarà confermata nel referendum: “La nostra provincia perderebbe ogni possibilità di rappresentanza e rischierebbe di rimanere isolata e periferica per la sua stessa natura di territorio interno nel cuore della di un’isola, che ha caratteristiche, peculiarità ed esigenze di rappresentanza profondamente diverse dalle nostre”. Per Galvagno è illusorio pensare che, riducendo il numero di deputati e senatori, il parlamento funzioni meglio.
Aggiunge Galvagno: “Semmai si dovrebbe avere il coraggio e l’onesta intellettuale di dire che il parlamento funzionerebbe, se si facesse una migliore selezione di deputati e senatori e si consentisse agli elettori di scegliere con le preferenze i propri rappresentanti”. Con le leggi elettorali vigenti, che non prevede il voto di preferenza, i parlamentari non sono eletti dal popolo ma nominati dai capi dei partiti e movimenti. “Sono letteralmente catapultati dall’alto nei territori e sono privi di quel radicamento necessario a rappresentare le istanze più profonde”, sostiene Galvagno. Quelli che ritengono giusto il taglio dei parlamentari, lo motivano con i risparmi di spesa. “Ma non si può ridurre la democrazia ad una voce di spesa in nome dell’antipolitica dilagante”, osserva Galvagno. Del referendum sul taglio dei parlamentari non se ne parla molto. Sembra un referendum fantasma. Ma è un referendum su aspetti centrali di un sistema democratico. Se si accetta oggi l’idea che 630 deputati e 315 senatori costano molto (ma sarà proprio vero?) e pertanto bisogna ridurne il numero per risparmiare, non ci sarà da meravigliarsi se spunterà qualcuno che dirà che 400 deputati e 200 senatori costano molto e che è meglio tagliarti tutti e togliere di mezzo il parlamento e sostituirlo con una piattaforma. Uno che la pensava così era Gianroberto Casaleggio.
Silvano Privitera
n.d.r: per la stesura di questo articolo interpellati il senatore e il deputato attualmente in carica (M5S) e l’ex deputata PD della scorsa legislatura, nessuna risposta!
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