lunedì , Gennaio 13 2025

Era Stata infettata

Maria Paola Gaglione era stata infettata dal morbo dell’omosessualità e il fratello, probabilmente istigato dalla famiglia, l’ha voluta punire: ammazzandola. Le ragazze l’altro ieri sera erano in viaggio da Caivano ad Acerra quando sono state raggiunte da Antonio Gaglione, anch’egli in sella ad uno scooter, che ha tamponato con violenza il mezzo provocando la caduta delle due giovani e mentre la sorella agonizzava, lui ne picchiava la fidanzata. Fermato dai carabinieri della caserma di Acerra avrebbe detto ai militari: «Ho fatto una stronzata. Non volevo uccidere nessuno, ma dare una lezione a mia sorella e soprattutto a quella là che ha infettato mia sorella, sempre stata normale”. Su Facebook la mamma della fidanzata di Paola Gaglione ha accusato Antonio di omicidio e ha scritto: “i figli si accettano come vengono” mentre don Patriciello, parroco di del Parco Verde di Caivano sminuiva il gesto di Antonio riportando la versione della famiglia Gaglione: “era uscito per convincere la sorella a rientrare a casa”. I giornali nazionali e locali hanno trattato la vicenda accentuando la colpevolezza della relazione Lgbt e insistendo sull’ambivalenza di un legame indefinibile o evidenziando la pochezza sociale e culturale di un Paese incapace di educare all’affettività e al rispetto verso l’altro. L’omoaffettività è ancora considerata una malattia infettante e dunque da estirpare a forza di botte per questo serve una legge seria contro l’omotransfobia mentre l’emendamento «Salva Opinioni Omofobe», voluto da Costa (ex FI) ed approvato dalla maggioranza, renderebbe queste aberrazioni lecite. Aberrazioni per le quali Paola è stata uccisa. Giustizia per Paola e per tuti quelli che vogliono vivere la propria vita senza etichette discriminatorie. Auguriamoci che la scuola sostituisca il catechismo scolastico con l’educazione affettiva, necessaria e non più rinviabile.

Gabriella Grasso

Check Also

ASP Enna. Superate le 5000 unità di sangue raccolte nel 2024 dal Centro Trasfusionale di Piazza Armerina

Con soddisfazione e orgoglio, il dott. Vincenzo Barbera, responsabile del Centro Trasfusionale di Piazza Armerina, …