La Chiesa di San Cataldo o chiesa madre è la chiesa principale di Gagliano Castelferrato.
La chiesa, posta proprio sotto l’antico e imponente castello rupestre, sembra risalire ai primi anni del XIV secolo ed è dedicata a San Cataldo vescovo, patrono del paese. Il prospetto in pietra calcarea, è ornato con un portale con colonne che sorreggono una nicchia che custodisce la statua del Santo. L’interno, ad aula unica con ampie cappelle laterali, in alto si scorge il seicentesco tetto ligneo a cassettoni.
Da alcuni documenti emerge che la chiesa venne aperta al culto in data 1304. La chiesa doveva essere ad aula unica con una cappella attigua all’altare maggiore.
Una Bolla Pontificia del 1334 concedeva indulgenze a tutti i fedeli che avessero contribuito alla costruzione della chiesa in onore di San Cataldo.
Nel 1589 vengono costruite tre cappelle sul lato destro dell’aula.
1727 (costruzione ala sinistra (?)) costruzione della cappella in onore di Maria SS. Assunta.
1972 – 2014 Restauro e consolidamento dell’intero edificio.
Presbiterio
Bottega siciliana secc. XVI-XVII, Mostra d’organo, legno intagliato, dipinto, dorato.
Bottega siciliana (1782), Coro, iscrizione documentaria (stallo): A. D./ MDCCLXXXII / XV IND.
sulla destra: Bottega siciliana sec. XIX, Dipinto di San Giuseppe con Gesù Bambino, olio su tela.
sulla sinistra: Bottega siciliana sec. XVII, Dipinto del Martirio di Santa Margherita, olio su tela.
Volta decorata in stile barocco con unghie di gusto toscano.
Ai piedi della mensa, croce dorata con agnello, opera del maestro Padre Marko Ivan Rupnik, 2014.
Sull’ambone le fiamme del roveto ardente opera del maestro Padre Marko Ivan Rupnik, 2014.
Prima campata di destra
Fonte battesimale in marmo
Bottega siciliana inizio sec. XVI, Dipinto dell’Ultima cena, olio su tela
Nella volta sono presenti dei frammenti di decorazione pittorica raffiguranti i santi dottori della Chiesa: Gerolamo, Agostino, Gregorio Magno e Ambrogio.
Seconda campata di destra
Bottega siciliana sec. XVIII, Gesù Cristo consegna le chiavi a San Pietro (Traditio clavis), olio su tela.
Nell’arco esterno, frammenti di pitture murarie raffiguranti due angeli e lo stemma pontificio.
Terza campata di destra
Bottega siciliana XVII secolo, Dipinto dell’Adorazione della Trinità, olio su tela.
Nella volta frammenti di pitture murarie.
Quarta campata di destra
Bottega siciliana sec. XVII, Dipinto dei SS. Vito, Modesto e Crescenza, olio su tela.
Frammento di pittura muraria.
Quinta campata di destra
Bottega siciliana sec. XVIII, Statua della Madonna dell’Immacolata, legno scolpito e dorato.
Ambito gaginesco sec. XVII, Tabernacolo a tempietto, marmo bianco scolpito, soggetto: Dio padre benedicente; San Pietro; San Paolo; Angeli adoranti Gesù Cristo. Iscrizione sacra (cartiglio della base): VENITE AD MEOMNES QUI / LABORATIS ER ONERATIS ESTIS / ET EGO REFITIAM VOS. Stemma (ai lati, nella base) identificazione: Galletti Lorenzo (Scudo diviso con gallo e albero a sinistra e reticolo a rombi a destra)
Sulla destra: Trionfo del Santissimo Sacramento (tela).
Altare dell’Immacolata
Bottega siciliana XVIII secolo, Dipinto della Madonna Immacolata, olio su tela. Arme (in basso a sinistra). Identificazione: Biondi.
Altare con colonne tortili e stemma della famiglia Biondi.
Manifattura siciliana sec. XVIII, Paliotto avorio dorato con Monogramma della Madonna, taffetas di seta ricamato; ricamo in argento laminato, argento filato.
Ai lati, pitture raffiguranti i santi Gioacchino e Anna.
Altare del Crocifisso
Crocifisso dei primi del Novecento.
paraste decorate
frammento di tabernacolo in marmo
Cappella di San Cataldo
Bottega siciliana sec. XVII, Dipinto di San Cataldo e scene di vita del santo, olio su tela. Iscrizione documentaria (in basso) ANTONIUS CARCHIOLUS PROCURATOR HUIUS MATRICIE ECCLESIAE
Frammenti di pittura muraria raffigurante San Cataldo che guarisce un giovinetto.
Sacello di San Cataldo
Sulla destra, bottega messinese (1652), Reliquiario a statua di San Cataldo, argento in lamina, sbalzato, cesellato, inciso e legno. Iscrizione elogiativa (base): SAN CATALDO PROTETTORE DI GAGLIANO
Al centro, bottega siciliana (1578), Statua di San Cataldo, legno scolpito, intagliato, dorato, dipinto. Iscrizione documentaria (scena dell’Annunciazione dipinta nello scudo del piviale)
Bottega siciliana, Macchina processionale di San Cataldo, legno scolpito, intagliato, dorato, dipinto. Iscrizione documentaria (base): UNIVERSITAS / GALIANI FECIT / A. D. 1579
Sulla sinistra, bottega siciliana XVIII secolo, Reliquiario a cassa di San Cataldo, legno scolpito, intagliato, dipinto.
Nella parete di sinistra, Armadio in pietra (a sinistra) datato 1778.
Festa del patrono San Cataldo
A fine agosto Gagliano Castelferrato festeggia il suo Santo Patrono, San Cataldo, monaco cristiano irlandese del VII secolo, divenuto vescovo di Taranto quando giunse in Italia. Il culto del Santo risale alla conquista normanna, quando il re di Sicilia Federico III detto il semplice, con la costruzione della Chiesa Madre, volle sublimare la grande vittoria ottenuta dal suo esercito nella battaglia di Gagliano del 1300 che si rivelò decisiva per porre fine alle ostilità ed avviare i contendenti alla Pace con il trattato di Caltabellotta (1302 ).
Per l’intero mese il suono del rullo del tamburo ogni mattina presto attraversa le vie della città ricordando ai cittadini che è il mese del patrono. Tanti gli appuntamenti spirituali, culturali e ludici tra questi le Olimpiadi, durante le quali oltre alle attività sportive vengono organizzate feste e sfide di quartiere e la consegna del Premio “San Cataldo” destinato ai gaglianesi che si sono distinti nell’esercizio della loro professione o in atti di tutela della vita. I festeggiamenti in onore di San Cataldo entrano nel vivo la sera del 22 Agosto, la Giornata del “Bando dell’Alloro”.
Come avviene anche in altri paesi limitrofi, intorno all’alloro si muove tutto un complesso rituale di pellegrinaggio, raccolta e processione, di notevole interesse. La sera del 22 i fedeli accompagnati dai canti tradizionali e dal rullo dei tamburi svolgono una breve processione durante la quale viene effettuata la tradizionale “Vanniata do ddauru”. Con la vanniata la popolazione ha la licenza di andare a raccogliere l’alloro nei boschi di Caronia. I “Banditori” procedono gridando: “Vinni la licenza di lu ddauru / Partimu tutti cu divuzioni, viva Diu e San Catà / E griramu tutti cu divuzioni viva Diu e San Catà”. Il 23 agosto è la “Giornata del Pellegrinaggio”. I fedeli, con una statuetta del Santo si recano nei boschi di Caronia. Al termine della celebrazione l’arciprete consegna la statuetta ad un devoto che la riceve in seguito ad una promessa che riconsegnerà al termine della processione. La mattina del 29 i fedeli e i pellegrini con le verghe ai piedi si dispongono in processione nella piazza Piano Puleo, con la banda in testa. La preparazione delle verghe di alloro è un momento importante della festa. I virghi, che verranno portati in processione il 29 agosto, rappresentano la natura che si rinnova, un antico rito pagano legato alla fertilità e all’iniziazione. Si assiste alla “vestizione” di una pertica, detta “Virga” con ramoscelli di alloro e addobbi. Nella cima dell’albero decorata viene posta una croce di alloro.
La processione percorre le vie della città e si conclude alla Chiesa Madre. I pellegrini, che hanno presentato il viaggio al Santo Patrono, ricevono la benedizione che scioglie così il voto adempiuto. Giorno 30 è il giorno della solenne processione del busto reliquiario di San Cataldo (1652) e della preziosa reliquia dalla Chiesa Madre alla Chiesa di S. Maria di Gesù. I festeggiamenti culminano il 31 agosto con due processioni: la prima si svolge la mattina, il simulacro del santo, pregevole scultura del 1578, viene portato in spalla dai fedeli vestiti di bianco, partendo dalla Chiesa Madre e proseguendo fino alla chiesa dell’Annunziata dove il simulacro sosta fino all’inizio della processione serale.
La sera si svolge la processione che si conclude con il rientro del fercolo del Santo nella Chiesa Madre. Caratteristica la ripida salita della Matrice, la cosiddetta “Acchianata a Matrici”che sottopone i portatori ad una corsa faticosa. I festeggiamenti si concludono con la benedizione e con i giochi pirotecnici.
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