A Palermo, una donna muore di parto a 39 anni assieme al bimbo

Candida Giammona, è morta all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo dove è giunta venerdì, in condizioni disperate, dopo un parto cesareo d’urgenza, alla clinica Candela di Palermo. Non ce l’ha fatta neanche il piccolo Leon, morto allo stesso orario della mamma, ma in un altro ospedale. Nel 2021 si muore ancora di parto nonostante si venga seguite, monitorate e sottoposte a esami genetici per assicurare una prole di qualità eccelsa. “Se ne sono andati via allo stesso orario, ma in due ospedali diversi – dice Maria Alario, la madre della donna – tutti e due alle 12,40 della domenica più brutta della mia vita”. A fare piena luce su quanto accaduto ci penserà l’inchiesta che è stata aperta dopo la denuncia dei familiari alla polizia. Siamo certi che i familiari e la figlia di Candida avranno risposte e giustizia, risposte e giustizia che i familiari di Gabriella Gallo, morta di parto nel 2011 ancora attendono, ma si dicono fiduciosi. Dopo dieci anni di udienze e tre gradi di giudizio è stato chiarito e ribadito che, l’ospedale F/B/C di Leonforte non era adeguato e il personale impreparato e  che il ginecologo Paolo Favazza, condannato in due gradi di giudizio per “negligenza, imperizia e superficialità” ha avuto in Cassazione un annullamento senza rinvio in quanto nei suoi confronti  è stato “ravvisato un ulteriore profilo di colpa,  certamente non menzionato nel capo di imputazione , che si può così sintetizzare: assoluta sottovalutazione  del caso durante  il decorso della gravidanza sicchè “il reato per cui è intervenuta condanna …integra un fatto nuovo”, che non è  stato contestato. Un vizio di forma innestato nella prescrizione che ha reso vano il lavoro decennale di periti, avvocati e giudici. A breve due dei sei medici coinvolti avranno risposta  dalla Corte Suprema di Cassazione  a Sezioni Unite Penali e questa triste vicenda di malasanità e peggiore giustizia avrà fine.

Gabriella Grasso