
PALERMO (ITALPRESS) – Tutti a scuola da domani in Sicilia. La decisione è stata presa nel corso della riunione della task force regionale guidata da Adelfio Elio Cardinale e aggiorna la scelta fatta sabato scorso di prolungare ancora di tre giorni le vacanze di Natale per gli studenti siciliani. Domani mattina le campanelle di tutte le scuole dell’Isola, dunque, ricominceranno a suonare chiamando gli alunni in aula. Almeno quelli non positivi. Spetterà ai sindaci, in caso di peggioramento della situazione epidemiologica e sentito il parere dell’Asp, intervenire con apposite ordinanze.
“Non si può andare contro le disposizioni nazionali”, ha detto all’Italpress Cardinale, “e il caso della Campania lo dimostra. Poi, ovviamente, se ci sono casi particolari o aree arancioni o rosse potranno essere i sindaci a decidere altrimenti Personalmente, poi, non credo che ci sono più occasioni di contagio nelle scuole che in altri posti”.
“Non ci sono altre strade normativamente percorribili – ha aggiunto l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla -, adesso lavoreremo per potenziare gli hub vaccinali destinati alla popolazione scolastica non ancora coperta da vaccino e prenderemo contatto con le scuole anche per vaccinare negli istituti”.
Nella riunione, della durata di tre ore, nel corso della quale c’è stato un confronto sereno tra le parti intervenute, l’Anci ha chiesto maggiore chiarezza sui dati forniti dalla Regione. Dati sul numero dei positivi ma anche sul tipo di presenza e di pressione sulle strutture ospedaliere e sul numero dei vaccinati e la disponibilità di mascherine Ffpp2. La richiesta in una lettera il cui contenuto è stato reso noto nel corso della riunione. “Considerata la gravità della situazione sulla quale si è già espresso anche il Comitato Tecnico Scientifico della Sicilia auspicando una eventuale zona arancione o addirittura rossa per l’intera Isola – ha detto Orlando – essere informati, in tempo reale, sull’andamento dei contagi nei nostri territori rappresenta un elemento fondamentale per consentire l’adozione di eventuali misure di contenimento urgenti e necessarie”.
Tutti contenti? Non proprio. A guidare il fronte dei contrari alla riapertura delle scuole sono i sindacati. “Tornare a scuola già domani è un gravissimo errore. E’ assurdo sperare di diventare zona arancione o rossa per tenere chiuse le scuole. Ciò vuol dire auspicare un incremento delle degenze in terapia intensiva”, ha dichiarato il segretario della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza. “Non lo diciamo solo noi che bisogna ritardare il ritorno a scuola – ha aggiunto – ma anche la comunità scientifica, nonchè autorevoli esperti come lo stesso consulente del Ministero della salute, il professor Ricciardi”. “E’ giunto il momento che il governo nazionale – ha sottolineato Rizza – si assuma le responsabilità che gli competono e faccia un mea culpa rispetto a tutto quello che non è stato fatto. Le promesse sui tamponi gratuiti e sulla fornitura di mascherine ffp2, tra l’altro solo in casi particolari, sappiamo con certezza che saranno difficilmente realizzabili”.
Stessa linea dalla Uil. Per Claudio Parasporo, segretario della Uil Scuola Sicilia: “I dati che riguardano i contagi fanno presumere che i numeri ancora non hanno raggiunto il picco e che sicuramente la riapertura degli istituti, in questo momento, contribuirà ad una maggiore circolazione del virus. Speriamo che il governo nazionale cambi le regole per avviare la dad e che ritorni a regole più stringenti nell’interesse dei lavoratori e degli studenti”.
Ma, nonostante la decisione del Governo regionale, le scuole apriranno in ordine sparso. I sindaci dei comuni dell’Isola stanno emanando ordinanze che, al contrario di quanto deciso dalla Regione siciliana questa mattina, allungheranno ancora le vacanze degli studenti rinviando l’apertura degli istituti per timore di diffondersi di contagi e a tutela della salute. E’ l’esito della riunione dei sindaci che si è tenuta nel pomeriggio ed alla quale hanno partecipato oltre 200 primi cittadini.
Per Palermo il sindaco Leoluca Orlando ha disposto la chiusura delle scuole fino a domenica. Stessa cosa il sindaco di Catania. Ma altri colleghi non sono d’accordo. E’ il caso del sindaco di Salemi, Domenico Venuti, che domani aprirà gli istituti della propria città “così come faranno tanti altri colleghi della provincia”, spiega alla Agenzia Italpress, “non ci sono le condizioni di legge per questa chiusura già bocciata dal Tar in Campania”.
Per quanto riguarda il comune di Palermo i servizi educativi e gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, pubblici e privati, resteranno chiusi fino a domenica 16 gennaio 2022. La decisione è stata presa nel pomeriggio, durante una riunione convocata di urgenza dall’Anci Sicilia (l’associazione nazionale dei comuni italiani) durante la quale è emerso l’orientamento dei sindaci siciliani che ritengono di essere costretti in riferimento alle specifiche situazioni di adottare provvedimenti temporanei di chiusura delle scuole, ferme restando le competenze dell’autorità scolastica con riferimento alle modalità di svolgimento delle attività didattiche.
“Ad oggi, secondo i dati diffusi – sottolinea la nota del Comune di Palermo -, si è registrato un allarmante e quotidiano incremento dei cittadini risultati positivi al Covid-19, con una preoccupante saturazione dei posti disponibili presso le strutture sanitarie; anche con riferimento al numero dei vaccinati. A questo, inoltre, non corrisponde la concreta possibilità di effettuare gratuitamente i test antigenici rapidi per la popolazione scolastica, anche alla prima comparsa dei sintomi”.
«L’ordinanza deriva dal principale obiettivo di garantire il rientro a scuola in presenza e in condizioni di adeguata sicurezza”, ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. “Prendo atto delle posizioni del governo nazionale e dell’ordinanza del presidente della Regione – ha aggiunto – ma alla luce della mancanza di dati certi e precisi sul numero di contagiati, vaccinati e ospedalizzati, della mancanza di mascherine Ffp2 ormai divenute obbligatorie per legge e di servizi di tracciamento ormai sempre più inadeguati, ho ritenuto necessario adottare questo provvedimento in via del tutto straordinaria e temporanea che va in un’unica direzione: la tutela della salute pubblica e dell’intera comunità scolastica. Credo sia l’unico modo per sollecitare e realizzare da parte degli altri organi competenti condizioni indispensabili volte ad evitare di aggravare una situazione già molto preoccupante”.
L’assemblea dei Sindaci, convocata subito dopo la task force del Governo regionale, ha preso atto che i tre giorni di prosecuzione delle vacanze natalizie non hanno modificato la crescita quotidiana dei nuovi contagi, la tenuta delle strutture sanitarie e ospedaliere e della medicina sul territorio né registrato un adeguato e proporzionato aumento dei vaccinati. Inoltre, come rende noto l’Anci Sicilia, ha preso atto che la Regione non ha modificato ulteriormente il calendario scolastico confermando la riapertura delle scuole a partire da domani, 13 gennaio, malgrado la mancanza di dati certi, la mancanza di mascherine FFP2, di adeguati impianti di aerazione nelle strutture scolastiche oltre all’assenza di un programma di screening di massa e alla piena operatività delle Usca.
Così l’Assemblea dei sindaci a larghissima maggioranza ha espresso l’orientamento di ricorrere ai poteri di ordinanza (articolo 50 del TUEL), avendo riguardo alle specifiche condizioni dei singoli comuni, attesa l’esistenza di pericolo a causa della mancanza dei necessari dati e dell’inadeguatezza degli strumenti necessari per l’attuazione dell’attuale quadro normativo, decidendo di prevedere l’orientamento per la sospensione delle attività in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado nei rispettivi comuni fino a domenica 16 gennaio 2022, a partire anche da asilo nido e scuole dell’infanzia senza escludere la possibilità di ulteriori misure restrittive e rimettendo alle autorità scolastiche le modalità di svolgimento delle attività didattiche.
“Le ordinanze – fanno sapere dall’Anci Sicilia – avranno un eccezionale e temporaneo periodo di vigenza per consentire l’acquisizione di dati ceri e interventi delle altre autorità competenti. L’assemblea dei sindaci ha, ancora una volta, infatti, sollecitato chiarezza di dati certi, comune per comune, e decisioni adeguate da parte delle autorità sanitarie competenti nazionali e regionali insieme alla messa in atto di tutti gli adempimenti necessari a garantire la didattica in presenza in piena sicurezza”.
Decisioni che hanno innescato la protesta un gruppo di genitori, avvocati, giuristi, magistrati, professori universitari, dipendenti pubblici e privati.
“Dopo avere finalmente accolto poche ore fa con soddisfazione, la notizia per la quale in Sicilia dal 13 gennaio 2022, finalmente gli studenti sarebbero tornati a scuola ‘in presenza’, in ossequio alle perentorie e chiare indicazioni del Governo ‘Draghi’ ed a seguito della riunione della task force regionale, apprendiamo con sgomento e nuovo stupore dalla Stampa – scrivono in una nota -, che l’Assemblea dell’Anci ha stabilito che i Sindaci dell’isola adottino singole ordinanze per ‘pericolo’ con le quali si stabilisce che le scuole rimangano ancora chiuse”.
“Non possiamo ancora subire le irragionevoli decisioni adottate a livello prima regionale ed ora anche da parte dei Sindaci di Palermo e Agrigento – prosegue la nota -, provvedimenti che appaiono, inoltre, palesemente contrari alle legge, alle decisioni della Corte Costituzionale che ha già chiarito che le misure di contenimento dei contagi dovuti a Covid 19 rientrino nella materia della profilassi internazionale e pertanto alla competenza esclusiva dello Stato, e che deroghe alla ‘scuola in presenza’ siano ammesse solo nel caso in cui si tratti di ‘zona rossa’, e sulla base di presupposti che non appaiono ricorrere nel caso in esame, sia in fatto che in diritto”.
“Per queste ragioni siamo decisi da genitori e da cittadini, magistrati, professionisti, dipendenti pubblici e privati, ad impugnare i provvedimenti emessi in violazione di legge, e dell’interpretazione resa dalla giurisprudenza costituzionale e di legittimità a tutela del diritto allo studio garantito dalla Costituzione, messo fortemente ed irragionevolmente alla prova e sacrificato, da ordinanze non sorrette da alcun supporto normativo”, conclude la nota.
(ITALPRESS).