La cronaca del Vangelo, di questa domenica, riporta un evento prodigioso compiuto da Gesù, durante la sua Missione, in un territorio di frontiera: “Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi il cielo, emise un sospiro e gli disse Effatà cioè apriti. E subito gli orecchi si aprirono e si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente”.
Ho riportato per intero la testimonianza da Matteo per capire alcuni IMPORTANTI PASSAGGI:
• “Gli portarono un sordomuto” la sua condizione di non sentire e conseguentemente di non poter parlare è una condizione di estremo disagio; proviamo, per un attimo, anche noi a non sentire e non poter parlare. Le nostre relazioni di vita, sociali ed affettive sarebbero molto limitare! Soprattutto ai tempi di Gesù nei quali questi ammalati venivano emarginati dalla società e considerati tra gli ultimi nella scala sociale!
• Presentano a Gesù questo uomo, con fede, chiedendo la carità di guarirlo. Gesù ha compassione di quell’uomo e fa di quell’atto di affidamento un motivo di AMORE. Gesù non cerca sensazionalismo anzi, “lo prese in disparte” in un luogo lontano dalla folla; la carità che si fa silente! Il vero gesto di carità è sempre un gesto che non è annunciato da “suoni di tromba”, non si vanta, non si gonfia di orgoglio e non cerca il suo interesse.
• Gesù cerca il contatto diretto con quell’ammalato: Gesù mette, per prima cosa, le dita nelle orecchie affinché quell’uomo possa sentire. Da qui l’importanza dell’udito prima di ogni altra cosa! L’udito è importante per ascoltare la SUA VOCE, cioè la PAROLA. Questo Sentire è più importante di ogni nostro parlare.
• Gesù pone la sua saliva sulla lingua di quell’uomo per poter dare a quell’uomo il senso di ogni parola che uscirà dalla sua bocca, una volta che inizierà a parlare. La buona parola si accompagna sempre alla logicità e alla capacità nel saper ascoltare. Oggi, purtroppo, sono molti che sanno parlare e pochi che sanno ascoltare!
• Gesù in questo miracolo non è solo, ma dà lode al Papà Celeste: “alzò gli occhi al cielo”. La grande UMILTA’ di Gesù che affida a sua volta quel sordomuto alla POTENZA del PADRE.
Tutti noi abbiamo partecipato ad un battesimo e questo miracolo di Gesù è attuato ogni qual volta che il ministro pronuncia, dopo aver toccato le orecchie e la bocca del catecumeno, la parola Effatà ovvero APRITI.
Buona Domenica con l’AUGURIO che possiamo avere sempre nella vita, le orecchie per ascoltare la PAROLA e ANNUNCIARLA anche con coraggio.
Rosario Colianni
del M.M. Giovani Insieme e della Rete Mondiale di Preghiera del Papa (ex Apostolato della Preghiera)