Aidone. “Arbitraggio discriminatorio: lo sport deve essere equità e rispetto”. E’ quanto “denuncia” l’asd Don Bosco 2000 in riferimento alla partita dell’ottava giornata di campionato di prima categoria, girone F, disputata domenica scorsa al comunale Nuccio Malaponti dalla squadra multietnica contro la squadra dei Ragusa Boys.
Sotto accusa l’arbitraggio di Giuseppe Puglisi che, “durante la partita – nella la nota ufficiale della Don Bosco 2000 – ha adottato decisioni discutibili e palesemente discriminatorie che non solo hanno compromesso la serenità del match, ma hanno anche messo in luce un pregiudizio che non può essere tollerato nel mondo dello sport”. Gli episodi si sarebbero concentrati in espulsioni e discriminazioni. “Fino alla fine del primo tempo – dichiara la Don Bosco 2000 – la partita si era svolta con rispetto e normalità. Tuttavia, tutto è cambiato quando Ousmane Soh, già ammonito, subisce un fallo netto in area di rigore. L’arbitro, ignorando le immagini evidenti, non assegna il rigore e accusa il giocatore di simulazione, espellendolo per doppia ammonizione”. Le rimostranze dalla panchina della squadra di casa con “Vergogna, arbitro, non era rigore” si sono si sono esaurite con l’invito dell’arbitro di: “Tornate in panchina”. Tuttavia, pochi minuti dopo, Ousmane Jawara, esprimendo lo stesso dissenso con la parola “vergogna,” è stato espulso senza esitazione. “Questo comportamento – sottolinea l’asd Don Bosco 2000 – pone una domanda inquietante: perché un’espressione analoga, pronunciata da un membro bianco dello staff, è stata tollerata, mentre due giovani calciatori neri sono stati espulsi?”. Per l’Asd Don Bosco si tratterebbe di un comportamento recidivo di Puglisi che, anche lo scorso anno, a Favara, durante la presentazione di una gara, avrebbe espresso pregiudizi inaccettabili, affermando che “i ragazzi neri sono fallosi”. Nonostante le ingiustizie, la Don Bosco 2000 al Malaponti ha dimostrato carattere straordinario, resistendo in inferiorità numerica e conquistando una vittoria per 2-0, che non è solo sportiva, ma anche morale: rappresenta la forza della squadra, composta da “18 leoni,” e della comunità di Aidone, pacifica e solidale”. La Don Bosco chiede giustizia perché “non può rimanere in silenzio di fronte a episodi di discriminazione che violano i valori fondamentali dello sport. Chiediamo che gli organi competenti intervengano per garantire equità e rispetto nelle competizioni sportive, affinché episodi del genere non si ripetano”.
Angela Rita Palermo
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