In questa quarta domenica d’Avvento è riportato l’esempio di Maria che offre un servizio. Lei, “tabernacolo vivente”, porta Gesù nel grembo per aiutare la cugina Elisabetta in stato di gravidanza. Un cammino difficile tra i monti che dà speranza e dà coraggio a chi fa un servizio; perché ogni tipo di amorevole servizio è sempre accompagnato da un sacrificio. Questo Vangelo apre con due verbi: alzarsi e camminare in fretta. Maria si alza e volge il suo cuore e il suo sguardo a Dio e si mette in cammino senza pensare alle difficoltà che Ella avrebbe dovuto affrontare. L’incontro con Elisabetta, anziana donna che tutti credevano sterile ma in stato di gravidanza per volere di Dio, al quale tutto è possibile, si fa Vera GIOIA. A questo incontro Elisabetta Le dice: “A che cosa devo che la Madre del mio Signore venga da me?” Il Signore cammina nel mondo per andare a dare aiuto e conforto a chi è nel bisogno. Noi sappiamo riconoscerlo come fece Elisabetta? Gesù esprime la Gioia della Sua Venuta nel mondo per servire! Ma come lo riconosciamo? Nel povero, nel bisognoso, in ogni persona piccola, nella persona che non “ha voce”, nei fratelli “invisibili”, nei bambini, nelle persone fragili, nei fratelli ammalati, nei carcerati o chi è stato appena scarcerato, nei tossici e negli alcolizzati. Gesù cammina nelle strade e dice “Qualunque cosa abbiate fatto a loro, l’avete fatto a me” (Mt 25,31-46). Purtroppo, per molti, queste azioni di carità sono compiute solo nel periodo Natalizio e dopo Santo Stefano si depone Gesù Bambino, del presepe, nello scatolone e il Natale è finito nella sua magica atmosfera. Come vivere il Vangelo? Fare nascere ogni mattina Gesù Bambino nel cuore e portarlo, come fece Maria, per le vie del mondo. Buon Natale e che questo sia presente nei nostri cuori e in ogni giorno della nostra vita.
Rosario Colianni
del M.M. Giovani Insieme e della Rete Mondiale di Preghiera del Papa (ex Apostolato di Preghiera)
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