La liturgia domenicale offre un insegnamento di Gesù che, attraverso una eclatante guarigione, distingue la Salvezza dell’ anima dalla Guarigione fisica. Gesù era attorniato da una folla all’interno di una casa e alcuni pensarono di portare al suo cospetto un ammalato paralizzato in tutto il corpo. Per aggirare la calca, che impediva il passaggio dalla porta, ebbero l’idea di scoperchiare il tetto e far scendere il lettuccio fino ai piedi di Gesù nella Speranza della guarigione. Immaginate la scena: un’apertura, nel tetto di canna e calce, tanto sufficiente da far passare un lettuccio con il povero ammalato. Sì, la fede fa compiere questi atti così estremi perché è fortemente motivata dal desiderio di salvezza e guarigione. Gesù guarda in alto e osserva le corde che pian piano scendono l’ammalato, desideroso di guarire, e ha Carità verso quell’infermo. Gesù, vista la fede di quegli uomini, dice al paralitico: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”. Ecco che Gesù dà priorità all’anima, essendo la parte più importante dell’uomo, SALVANDOLA. Successivamente avviene la GUARIGIONE del corpo come segno tangibile della sua Parola: “Alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua. Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti e se ne andò e tutti si meravigliarono e lodarono Dio”. Gesù guarisce sia l’anima che il corpo; una guarigione completa che è mossa sempre dalla FEDE. Molti sono i miracoli per i quali Gesù dice: “La tua fede di ha Salvato, va’ e non peccare più”. Allora c’è da dire, che sebbene le nostre condizioni di fragilità e di peccato portano l’anima e il corpo ad ammalarsi, la Fede viene sempre in nostro aiuto insieme alla Carità e alla Speranza nell’essere Guariti e Salvati.
Rosario Colianni
del M.M. Giovani Insieme e della Rete Mondiale di Preghiera del Papa (ex Apostolato della Preghiera)
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