Il Vangelo di questa domenica inizia con un interrogativo di Gesù: “ Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?”. Essere ciechi significa non vedere la luce e in questo caso la luce per un buon cammino è l’attuazione della Parola. Purtroppo tutti noi nelle relazioni con altri ci sentiamo “maestri di vita” e dispensiamo consigli, pareri, verità e comportamenti da assumere che anziché avvicinare allontanano dalla fonte autentica della Parola, cioè dagli insegnamenti di Gesù: Unico Maestro.
Gesù dopo la domanda continua e ci dà una chiave di meditazione con un altro interrogativo: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorci della trave che è nel tuo occhio?” Spesso giudichiamo, ammoniamo, consigliamo, entriamo in profondità nelle questioni di vita di un nostro fratello e spesso lo facciamo con la delicatezza di un elefante che entra in un negozio di cristalleria. Ci permettiamo di essere “maestri di vita” senza che prima guardiamo noi stessi! Basta vedere alcune trasmissioni in TV per accorgerci che tutti siamo nel “giusto” e che esprimiamo la nostra “verità” ma poi entrando nel dettaglio in ciascuno di noi che enormi brutture escono fuori! La relazione che esige Gesù deve essere AUTENTICA, VERA! Difatti Gesù ci dà degli Ipocriti se non abbiamo messo in atto quel combattimento interiore che ci fa togliere quella “trave” dall’ occhio per poter poi togliere la “pagliuzza” dall’occhio del fratello e permettere a questo di poter vedere anche lui. Strada c’è ne ancora tanta da fare (parlo almeno per me) seguendo la Parola del Signore che è luce per ogni piccolo passetto e sforzandosi ogni giorno nell’essere buoni compagni di cammino.
Rosario Colianni
del M.M. Giovani Insieme e della Rete Mondiale di Preghiera del Papa (ex Apostolato della Preghiera)