Piazza Armerina. La costruzione del Castello Aragonese è datata dal 1392 al 1396. La fortezza fu voluta dall’allora Re di Sicilia Martino I il Giovane per scopi prettamente difensivi. Dal punto di vista prettamente architettonico il castello Aragonese appare piuttosto tozzo e poco slanciato; questo perché mancante dell’ultimo piano (di cui restano solo alcune testimonianze). Della sua costruzione trecentesca rimangono solo alcune tracce delle fondazioni.
La pianta è quadrangolare, ai cui angoli sono poste quattro torri anch’esse quadrangolari. Una di queste torri è stata interamente ricostruita, spicca infatti per la sua posizione decentrata rispetto alle altre. L’unico portale è quello rivolto a sud; si stenta a credere che questo abbia avuto funzione di portale principale, visto che è situato nel lato dove sarebbero dovuti avvenire gli ipotetici attacchi da parte degli aggressori. Il fianco meridionale risulta l’unico lato spezzato nella sua continuità da finestre e merli posticci, mentre le restanti superfici murarie si presentano lisce e prive di aperture. Quando fu adibito a carcere il castello fu oggetto di modifiche soprattutto nella parte interna.
Ruderi del castello di Anaor
L’insediamento è da ubicarsi presumibilmente nella zona est di monte Navone: quest’ultimo è raggiungibile percorrendo la strada statale da Piazza Armerina in direzione di Gela; al bivio per Barrafranca, imboccare la strada per monte Navone. I resti dell’abitato e del fortilizio medievale si collocano nell’ambito del sito archeologico di monte Navone. Il monte (m 734) si erge isolato e ripido, di forma allungata in senso est-ovest e presenta due pianori sommitali: il primo, più vasto ed elevato, ad est; il secondo, meno alto e spazioso, ad ovest. L’area archeologica è da riferirsi in origine ad un insediamento indigeno grecizzato, con successive frequentazioni in età bizantina e medievale. La località è attestata nella prima età normanna ed è probabile un suo spopolamento piuttosto precoce. Nel 1065: Malaterra ricorda la località con il nome di Anator, colà o nei pressi (apud Anator) si fermò il conte Ruggero (hospitium sumpsit} dopo una scorreria contro i musulmani condotta fin nel territorio di Butera. Nel 1095: Anaor è registrata tra le principali località abitate della diocesi di Siracusa in un diploma di papa Urbano II. Nel 1558: “a due miglia da Piazza Vecchia segue Nauni, un colle isolato sulla sommità si calpestano i numerosi resti di un centro fortificato certamente distrutto ma tuttora sconosciuto”. Nel 1757: “il monte Nauni, dove notano gli scrittori essere stato un tempo un villaggio, a parer mio Anaor e Meneo forse Mauroneò”. Intorno al castello, in vari settori del monte, si conservano resti dell’abitato medioevale. Dalla località si domina la valle del torrente Braemi ed è in vista del sito archeologico di monte Manganello. I resti del castello e l’intero sito archeologico si collocano in un’area interessata da un intenso intervento di forestazione. Descrizione: le fasi medievali dell’abitato sono stati oggetto di campagne di scavo sistematiche, ad eccezione di qualche isolato saggio che ha interessato tutta la stratigrafia fino alla roccia. L’edificio medievale identificabile come castello non supera in elevato i 2 m ed è costruito in piccoli conci legati con malta. La proprietà attuale è pubblica.