Ieri sera si è appena costituito ad Enna un Comitato spontaneo per la indizione di un referendum consultivo, ovviamente senza quorum di sbarramento, per l’uscita di Enna dalla Diocesi di Piazza Armerina.
Tale comitato, ci assicurano i suoi fondatori, non ha alcuna pregiudiziale contro S.E. il Vescovo, ma prende le mosse dalla constatazione che, così come dimostrato dal voto in Consiglio Comunale piazzese, la fratellanza tra fedeli ennesi e fedeli piazzesi non è più percorribile!
Enna è città di gloriose ed antichissime tradizioni religiose, città mariana per eccellenza, pervasa sin dall’epoca dei regnanti aragonesi Federico ed Eleonora, da uno spirito di evangelica ricerca della povertà come via della salvezza, ben altra cosa della opulenta Piazza, così bramosa di apparire e di celebrarsi.
I campanili, a questo punto, devono suonare le campane!
Enna ha diritto a scegliere la sua sede episcopale ed il referendum chiederà ai fedeli, che per partecipare dovranno esibire ai gazebo appositamente aperti dinanzi le parrocchie, il documento di identità ed il certificato di battesimo. In ogni caso al voto potranno essere ammessi fedeli che pur non esibendo il certificato verranno garantiti dal parroco.
La Chiesa rimarrà estranea al percorso, ma non v’è dubbio che il popolo dei fedeli ha diritto a scegliersi il suo futuro. Stare con Piazza non è più possibile, stare con Gela men che meno.
Si pone qui la questione della scelta della Diocesi ed il comitato, scartata l’ipotesi della confluenza su Nicosia, dibatte adesso due diverse proposte: da un lato quella di ricostituire la Diocesi palatina con Calascibetta, la sede a palazzo Reale e Santa Lucia del Mela, dall’altro quella di poter riportare la diocesi nella primigenia sede di Troina e di far confluire in Essa tutti i paesi non lombardi dell’area centro settentrionale.
Invero una terza ipotesi continua a fare rimpiattino, infatti, il noto Angelo De Angelis, discendente del beato e fedele di chiara fama, sostiene che, anche in ragione del forte legame tra un importante leader di un vasto movimento religioso internazionale, ennese, e la Curia romana rinnovata da Papa Francesco, Enna possa finalmente aspirare ad avere Cattedrale. L’ipotesi addirittura propone la acquisizione quale palazzo vescovile dello stabile della Banca d’Italia, ad oggi del tutto inutilizzato e certamente di grande pregio e rappresentatività.
Il comitato, che verrà presentato alla stampa nei prossimi giorni, ha previsto di avere come simbolo un Campanile a torre aragonese con cuspide a cono e motto: secessione nella fede.
Già adesso le adesioni sono molteplici…
Sin qui la fantapolitica, e chi ha letto sarà stato colto da uno strano senso di surrealtà, ma in fondo quanto si rischia di finire nella fantapolitica parlando di tali argomenti?
Antonino Testalonga
nelle foto la sede dell’ex Banca d’Italia ed i suoi giardini
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