Enna. SPACETIME HELIX
A settimane di distanza, l’eco della straordinaria “SpaceTime Helix” alla Torre di Federico è tutt’alto che assopita, pertanto riteniamo opportuno sottoporre all’attenzione dei nostri lettori la recensione della critica catanese Gabriella Martines
Nei giorni 8 e 9 luglio 2016, all’interno della storica Torre di Federico II di Enna, si è svolta la performance con l’installazione audio-visiva “SpaceTime Helix”, di Michela Pelusio e Glenn Vervliet, evento su ideazione e cura di Anna Guillot. Il titolo di quella che in termini artistici viene definita una scultura immersiva, per la sua specificità di coinvolgere lo spettatore attraverso tutti i sensi, immergendolo appunto in un flusso emozionale tale da inglobarlo nell’opera stessa, definisce il campo d’azione: spazio e tempo. La Helix ha la particolarità di azionarsi con respiro o con il battito delle mani, o ancora attraverso frequenze di luce e di suono. Una tecnologia innovativa nata insieme a scienziati, musicisti e artisti, sperimentata in tutto il mondo.
L’artista Michela Pelusio, scultrice italiana, grazie alla collaborazione con il belga Vervliet, che ha curato la parte sonora e video, ha realizzato un flusso continuo di immagini nello spazio azionando una corda bloccata alle estremità, mossa come una vera e propria elica. La tecnologia del programma Arduino ha poi creato la magia: luci che cambiano al tempo di un respiro, mostrando nel vuoto millenario della Torre visioni sempre nuove e ipnotiche.
Gli spettatori, a turno seduti in un silenzioso cerchio attorno all’elica di luce, hanno partecipato ad un rituale artistico-rigenerativo che lega l’antico al contemporaneo, una perfetta simbiosi tra scultura simbolico-avveniristica e architettura del passato. Il cerchio evoca la partecipazione collettiva intorno al fuoco primordiale e tecnologico, mentre gli artisti stregoni Pelusio/Vervliet manifestavano le infinite possibilità date dal divino hardware.
L’Arte, nella Torre di Federico II, si è manifestata come suggestivo binomio tra la creatività dell’uomo contemporaneo e la spiritualità emanata dagli antichi luoghi.
Gabriella Martines
news del 12 luglio 2016
Meraviglia e consenso unanime alla Torre di Federico per la performance “SpaceTime Helix
“Fantastico spettacolo…, unico nel suo genere…, luci e suoni che incantano…, un perfetto connubio tra antico e contemporaneo!”. Questi in sintesi alcuni commenti a caldo da parte del pubblico al termine dei vari spettacoli. “Space Time Helix è un momento totalizzante: suoni e luci che catturano e costringono al momento. Non riesci ad uscire dall’hic et nunc. Non puoi. La Torre ti avvolge e la danza della luce, mutevole e inafferrabile, ti sottrae da ogni pensiero. Esci dalla torre destabilizzato e fluttui in una realtà, per un momento scomparsa”, è stato il commento della scrittrice Gabriella Grasso. Supporter l’Università “Kore” ed il Comune di Enna che, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Catania, hanno contribuito al successo di pubblico, per la verità un successo annunciato sin dalla settimana precedente all’evento, stante le numerosissime prenotazioni pervenute da tutta la Sicilia, non tutte accolte, poiché il monumentale luogo scelto, la Torre di Federico II, non poteva contenere più di 80-100 persone per volta in ciascuna delle quattro programmate esibizioni, più quella extra, nel corso della quale la speciale cordicella fatta essenzialmente di caucciù e costituente la ‘spina dorsale’ della Helix, si è spezzata dando vita ad un corale “Oh!” del pubblico, seguito da un prolungato applauso rivolto agli artisti autori del progetto Michela Pelusio e Glenn Vervliet, chiudendo con successo le due giornate alla Torre federiciana, curate da Anna Guillot, vero deus ex machina dell’evento.
All’inaugurazione, sono intervenuti il prefetto Maria Luisa Leonardi, il vice questore vicario Antonella Paglialunga, l’assessore comunale Paolo Di Venti, il presidente dell’Università Kore Cataldo Salerno, il comandante provinciale dei Carabinieri Paolo Puntel, il comandante della Guardia di Finanza Giuseppe Licari e tante altre personalità del mondo culturale, politico, accademico, dell’associazionismo e della società civile locale e della provincia oltre ad un numeroso pubblico.
Il saluto di benvenuto alle autorità e ospiti è stato dato da Pippo Primavera, presidente dell’associazione, che con Anna Guillot ha proposto l’evento. L’assessore Paolo Di Venti, nel suo breve intervento istituzionale, ha fatto presente il rammarico del sindaco Maurizio Dipietro, impossibilitato a intervenire perché fuori sede. E’ stata quindi la volta di Anna Guillot – a cui si deve il merito di avere concepito e curato l’evento pensandolo ad hoc per il monumento – la quale ha precisato la valenza comunicativa che un’opera contemporanea assume in un contesto antico ed ha avuto parole di gratitudine per gli artisti che “hanno aderito al progetto di valorizzazione del sito federiciano che la città orgogliosamente custodisce”. E’ intervenuto, infine, Cataldo Salerno il quale ha voluto sottolineare che “l’Università sponsorizza questi eventi culturali perché la ‘ricerca del nuovo’ appartiene sia alle Università sia ad artisti di talento quali Pelusio e Vervliet”.
A fine spettacolo Michela Pelusio, da noi avvicinata per cogliere le sue impressioni emotive sulla performance, ha voluto ringraziare in primo luogo tutti coloro che si sono prodigati in questi giorni per l’impegnativo allestimento della Helix. “Giunta in questo luogo monumentale attraverso il verde parco – ha confessato – è stato ‘amore a prima vista’. Ho subito percepito che il nostro progetto di un ‘optoacustic instrument’ poteva realizzare il felice connubio tra antico e contemporaneo da noi ricercato. Giuro che sarò ben felice di tornare ad Enna, in questi luoghi meravigliosi, per altri eventi”.
Accanto alla Pelusio, il sound artist Glenn Vervliet, che non sa una parola d’italiano – se non quell’ormai famoso ‘ciao…né’ detto a Cataldo Salerno – ha trasmesso con gli occhi la sua contentezza e la sua soddisfazione. E’ riuscito a diffondere, oltre ai suoni e alle voci surreali, anche ‘il ritorno’ verso il pubblico del soffio del respiro della torre federiciana, mentre la Pelusio dirigeva dalla sua console, come una ‘coreografa’, il fantastico balletto di luci e di colori, in tutte le variazioni dell’arcobaleno. Pippo Primavera, visibilmente soddisfatto per il successo e per la massiccia partecipazione di pubblico, si è complimentato con Sergio Maffeo per il perfetto coordinamento e per l’efficienza della squadra tecnica del Comune ed ha annunciato una prossima ‘uscita’ dell’“Associazione ViviSicilia-ViviEnna” in coincidenza col primo anno di attività.
Nel ringraziare ancora una volta gli artisti e i promotori dell’evento (l’Università Kore e il Comune di Enna, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Catania) nonché gli sponsor (il Centro Video Mediterraneo, l’enoteca Tommy’s wine di Piazza Neglia, il Pub Buolevard-Cucaracia al Belvedere ed il 64 Sixty Four Rooms) ha voluto citare il commento di un gruppo catanese che ha assistito alla performance: “Bravi, un evento veramente unico! Abbiamo assistito al terzo spettacolo, alle 23:30, per l’enorme affluenza di pubblico, e vi ringraziamo. Enna ritorna alla ribalta. Bravi!”.
Salvatore Presti
Servizi fotograficai a cura di: Anna Da Prato, Paolo Andolina e Lugi Nicotra
riprese video: Giuseppe Bonasera
news del 9 luglio 2016
SpaceTime Helix a torre Federico Enna. Io c’ero
Venerdì 8 io c’ero.
Accovacciati nel ventre della torre di Federico Michela Pelusio e Glenn Vervliet, che non dice una parola d’italiano ma ha chiaramente detto ciao (ne) a Cataldo Salerno, hanno ipnotizzato curiosi e no.
Space Time Helix è un momento totalizzante: suoni e luci catturano e costringono al momento.
Non riesci a uscire dall’hic et nunc.
Non puoi.
La torre ti avvolge e la danza della luce, mutevole e inafferrabile, ti sottrae da ogni pensiero.
Esci dalla torre destabilizzato e fluttui in una realtà, per un momento scomparsa.
Io c’ero e ho visto la luce.
Gabriella Grasso
Si ringraziano per le foto:
Maria Catalano e Luigi Nicotra
news del 4 luglio 2016
SpaceTime Helix alla torre di Federico di Enna
Venerdì 8 e sabato 9 luglio 2016 alle ore 21 e 22, negli spazi interni della Torre di Federico II, per la prima volta in Italia ad Enna, avrà luogo l’evento SpaceTime Helix di Michela Pelusio e Glenn Vervliet.
Dopo Serein di Giovanni Fontana e Domus aurea di Alfredo Sciuto, SpaceTime Helix è il terzo momento di un programma di interventi site-specific espressamente ideato da Anna Guillot per il Comune di Enna, con l’obiettivo di valorizzare il rapporto tra antico e contemporaneo.
SpaceTime Helix è un progetto di Michela Pelusio iniziato nel 2011 a Creta, sviluppato con Arduino hardware in collaborazione con scienziati, musicisti e artisti internazionali. Si tratta di un’installazione audio-visiva interattiva creata con una sola corda ruotante e azionata attraverso frequenze di luce e di suono. La velocità della Helix è governata attraverso l’uso del respiro e della gestualità grazie ad un’interfaccia indossabile, un corsetto costruito con tessuto elasticizzato che trasmette dati ad un Arduino Lilypad. La luce e i colori sono azionati attraverso una console coniata per modulare la frequenza e la luminosità di dodici sorgenti di luce collocate alla base della installazione. Le sue proprietà sono state ottimizzate fino a diventare un vero e proprio “strumento ottico-acustico” e a costituire uno spettacolo di scultura-luce-suono. L’opera si avvale del sound site-specific di Glenn Vervliet creato ad hoc per la Torre di Federico II, nonché dei macro interventi fotografici dello stesso Vervliet.
In prima assoluta in Italia ad Enna – ad eccezione della sua parziale presentazione in occasione del premio del Comune di Massarosa-Viareggio alla concittadina Michela Pelusio – l’evento è realizzato grazie al Comune di Enna e alla Università degli Studi “Kore” di Enna, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Catania, il KoobookArchive e la testata giornalistica ViviSicilia–ViviEnna.
SpaceTime Helix è già stata presentata presso: Istituto di Astrofisica Max Planck in Germania, ADAF: Atene Digital Art Festival, OSA: Open Source Art Festival di Sopot, in Polonia, Hybrid Art in Mosca, Museums Quartier di Vienna, Schmiede: Playground of idea in Hallein, dueTEDx, Museo di Storia Naturale di Creta, Museo di Arti Visive di Heraklion ed altri festival in Europa.
Michela Pelusio crea installazioni immersive attraverso lo spazio, la luce, la materia e il suono, producendo esperienze incentrate sull’esplorazione della percezione, il senso del luogo, natura e cultura, arte e scienza. Diplomata in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara, consegue Master di Arte e Scienza alla facoltà ArtScience de L’Aia. Ha insegnato presso la stessa facoltà ArtScience (KABK, KONCON). Nel 2010 si trasferisce a Creta dove fonda ResidenceSEA- Sensing your Environment trough Art, un programma di residenza per artisti impegnati nel dialogo creativo tra arte scienza e la comunità locale. Vive a Brussels continuando il coordinamento del ResidenceSEA. Espone in Europa, Asia, Russia e America.
Glenn Vervliet è diplomato in Sound design e Film/video alla Royal Academy di Anversa e in Site-specific art alla Art Academy di Sint-Niklaas, in Belgio. Ha studiato psicoterapia e filosofia. È il fondatore di KoudVuur, una compagnia teatrale belga per la quale opera con video installazioni e sound design. Ha creato soundscapes per i pezzi di danza della compagnia Peeping Tom di Brussels che si esibisce in tutto il mondo. Vive e lavora tra Anversa e Brussels.
news del 24 giugno 2016
HELIX – Enna, interno Torre Federico – Aspettando la HELIX
Aspettando la HELIX
conversazione di Anna Guillot con Michela Pelusio
Anna Guillot: Con Michela Pelusio ci siamo incontrate circa 10 anni fa per via del comune approccio alla cultura, un analogo punto di vista che coniuga l’attualità dell’arte alla tecnologia e la ricerca alla scienza. Un primo momento di lavoro insieme risale al 2008, anno in cui l’avevo invitata in Accademia, a Catania, per un contributo in forma di seminario ad “Arte & didattiche”, un programma di lezioni condotte da artisti nell’ambito del mio Corso di Installazioni multimediali. Michela vive una dimensione spaziotemporale interessantissima. La sua mente aperta e un’intelligenza mobile e speculativa le consentono di guardare al passato come al presente, al reale come al virtuale, di collegare mondi apparentemente disgiunti, di conoscere la filosofia greca – ad esempio – e trarne linee guida per la propria sperimentazione tecnologica.
Un momento fondamentale del perfezionamento dei suoi studi è quello al dipartimento Arte e Scienza presso la interfaculty Artscience a L’Aia in Olanda, un Master di due anni con un curriculum interdisciplinare tra la Royal Academy e il Royal Conservatory di Den Haag e l’Università di Media technology di Leiden. Poi il periodo della successiva docenza presso la stessa interfaculty. Che ricaduta ha avuto quel periodo sul tuo lavoro, Michela?
Michela Pelusio: Il mio percorso artistico è iniziato in Italia con lo studio della Scultura all’Accademia di Belle Arti di Carrara, ma da sempre ho lavorato con installazioni e performance usando diversi media. All’inizio mi inspiravo a temi sul rito di passaggio, la dualità maschile e femminile, l’identità umana e il rapporto antropologico tra natura e cultura. Nella mia ricerca il processo creativo è fondamentale e diventa l’atto in sé che svela e attiva l’opera. Il Master in ArtScience in Olanda ha che conciliato tutte le mie aspettative di educazione a un “arte totale”. Durante il Master ho avuto l’onore di conoscere Frans Evers, psicologo e artista, fondatore di questa Interfaculty e ho sviluppato il mio approccio sinestetico e approfondito la mia ricerca sull’arte site specific. Subito dopo ho insegnato al Corso di Sinestetica con Frans Evers e il Corso di Genius Loci insieme ad Horst Rickels e Robert Pravda, due professori di Interfaculty. Ho imparato ad osservare e ad ascoltare scoprendo le interazioni che esistono tra arte e scienza, lavorando con le leggi fondamentali della natura e le implicazioni filosofiche delle teorie scientifiche, come la teoria delle stringhe, dello spazio-tempo, i buchi neri, la curvatura, il suono e la luce, la elettrodinamica e la meccanica quantistica. Il connubio tra gli studi di scultura e scienza mi ha fornito l’opportunità di lavorare e sperimentare con tanti tipi di supporti, giocando con il crossover dei media: la materia e lo spazio, la luce e il suono, lo spazio fisico e l’iperspazio. Con il mio lavoro cerco di creare esperienze spazio-temporali, attraverso installazioni immersive e ambienti multi-sensoriali, per mettere in discussione la (im)possibilità di una connessione intima tra i partecipanti e la natura, e innescare un senso di stupore dei fenomeni naturali.
AG: Pochi anni dopo sei in Grecia, a Heraklion. Lì il tuo punto di vista divulgativo a favore dell’arte trova uno sbocco pragmatico nell’attivazione del ResidenceSEA, il tuo progetto di una residenza per artisti che tuttora dirigi a distanza. Anche questa è un’esperienza pregna di connotazione dinamiche: da un lato la generosità nell’incidere sulla circolazione delle idee in un clima necessitante di opportunità artistiche, di nuovi e specifici modelli di riferimento e di scambio – anche sul piano gestionale e manageriale della cultura –, dall’altro l’opportunità per te di riflettere su un tessuto socio-culturale estremamente problematico e complesso…
MP: Dall’Olanda a Creta è stato come fare un salto indietro nel tempo in termini di cultura e storia, inoltre la scena artistica in Heraklion non era aperta allo scambio e alla collaborazione e non esiste sull’isola una Accademia d’arte. In Grecia ho notato la mancanza di un senso comune e credo che la collaborazione e lo scambio siano le chiavi per uscire dalla crisi. Ho iniziato a coinvolgere molti artisti e ricercatori per creare uno spazio laboratorio per lo scambio di idee tra artisti e scienziati; così ho iniziato il progetto “Phenomena” coinvolgendo il Museo di storia Naturale, l’Università e il centro di ricerca e tecnologia F.O.R.T.H. Il primo intervento che ho realizzato ad Heraklion si chiamava SEA: Sensing your Environment through Art, un progetto in collaborazione con MEDASSET, un’organizzazione che si occupa della preservazione dell’ambiente marino. Insieme a 300 bambini di tutte le scuole di Heraklion abbiamo ripulito e collezionato il materiale plastico della spiaggia dove si trovava il mio studio per creare un installazione chiamata Your Plastic Sea (il tuo mare di plastica). Tutt’oggi molte persone collaborano e supportano volontariamente questo spazio che si chiama ResidenceSEA.
Lo scopo del ResidenceSEA è di portare artisti interdisciplinari a Heraklion e facilitare il processo creativo, il dialogo e la collaborazione con la comunità locale. Ci sosteniamo con il concetto di “sharing” e del “do-it-together-with-others”, sul condividere la conoscenza e la creatività senza limiti. Il progetto ResidenceSEA non riceve fondi ed è auto-sostenuto da volontari e contributi di artisti. Tipicamente un progetto di residenza dura qualche settimana e si conclude con un evento. Abbiamo una open call aperta tutto l’anno e dal 2012 abbiamo ospitato circa 40 artisti internazionali. Da tre anni non vivo più a Creta ma sono riuscita a creare un modello che mi permette di mantenere questo progetto anche a distanza. La gestione locale è in mano a Roberta Bellante, una professoressa e attrice italiana, e ad un gruppo di volontari che abitano lì. Coordino i volontari attraverso internet e curo il programma artistico, selezionando gli artisti nel loro processo creativo, e a volte riesco ad andare a vedere le presentazioni degli artisti che avvengono ogni mese.
AG: Oggi Michela vive a Bruxelles. Da poco tempo ha collaudato il sodalizio artistico con Glenn Vervliet che vede la valenza comunicativa della sua ricerca assolutamente potenziata, essendo Glenn un sound artist con specialissime competenze nel campo della sfera percettiva. Tra le molte realizzazioni, campeggia la SpaceTime Helix,* il progetto di una installazione luminosa e sonora interattiva. Un’opera che da un paio di anni è richiesta nelle capitali d’Europa nel contesto di musei e festivals. Quello generato dalla Helix è precisamente un evento altamente sensoriale attivato dalla performance del suo autore, Michela, appunto, e da un valore aggiunto nell’approfondimento comunicativo dell’opera col pubblico generato dalla competenza di Glenn. Un’operazione sinestetica di raro impatto della durata di 45 minuti.
MP: Il luogo della Torre di Federico II scelto da te, in relazione ad un tuo preciso progetto di connessione tra antico e contemporaneo, assume una valenza unica di lavoro site-specific. Sicuramente la nostra ricerca coinvolge l’esplorazione della percezione umana, il senso del luogo, la natura e la cultura, l’arte e la scienza. SpaceTime Helix è una performance e installazione audio visiva site-specific creata con una sola corda oscillante. Si tratta di un onda stazionaria che si aziona con l’uso del respiro, delle mani e di oggetti. La velocità della Helix viene comandata con il respiro attraverso un’interfaccia indossabile, un corsetto costruito con un tessuto elasticizzato che trasmette dati ad un Arduino Lilypad. La luce della Helix viene modulata cambiando la frequenza. Glenn Vervliet ha composto il suono per la performance usando i suoni della Helix e i suoni registrati nella torre stessa. Inoltre useremo delle proiezioni video di Glenn all’interno della torre per preparare il pubblico e portarlo ad uno stato di trance…
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*SpaceTime Helix è un progetto di Michela Pelusio, iniziato nel 2011 a Creta e sviluppato con Arduino hardware in collaborazione con hackers, musicisti, artisti e scienziati internazionali. SpaceTime Helix è stata presentata al Max Planck Istituto di Astrofisica in Germania, ad ADAF: Atene Digital Art Festival, ad OSA: Open Source Art Festival di Sopot, in Polonia, ad Hybrid Art in Mosca, al MuseumsQuartier di Vienna, a Schmiede: playground of idea in Hallein, a due TEDx, al Museo di Storia Naturale di Creta, al Museo di Arti Visive di Heraklion e numerosi altri festival in Europa.
Enna, interno Torre di Federico – venerdì 8 e 9 luglio ore 21 e 22
Ingresso gratuito
news del 13 giugno 2016
“Space Time Helix”. Anna Guillot: una dimensione corale tra contemporaneo e antico per Enna
“Space Time Helix”. Anna Guillot: una dimensione corale tra contemporaneo e antico per Enna
Conversazione tra Dina La Greca della Redazione di ViviEnna ed il Direttore artistico e socio onorario dell’associazione ViviSicilia-ViviEnna prof.ssa Anna Guillot (hanno collaborato all’intervista la giornalista Livia D’Alotto – corrispondente di giornali e riviste per spettacoli dal vivo ed eventi culturali – e le responsabili PR dell’Associazione Gabriella Grasso e Pierelisa Rizzo)
Dina La Greca: È inconsueto che un artista visivo si occupi metodologicamente di stabilire ponti con i propri colleghi e con essi riesca a pianificare e porre in opera un succedersi di “strategie estetiche” che si traducono in veri ‘eventi contemporanei’. Tanto più inconsueto nel campo delle arti visive poiché sodalizi di sorta per così dire, se ne sono visti, in genere, soltanto in campo musicale, poetico e attoriale. Tale è il modus operandi di Anna Guillot, artista che destina la propria inventiva e incentra parte della propria operatività nell’ideazione e regia di dense ‘azioni’ contemporanee. Cosa l’ha spinta a percorrere questa dimensione artistica?
Anna Guillot: Questo particolare tipo di connessione con i propri ‘compagni d’avventura’, nel mio caso, pone al primo posto l’urgenza di una ricerca di tipo etico intorno al senso dell’arte – avvalorata dalla responsabilità dell’esercizio del ruolo accademico, considerando anche la didattica una forma basica ma alta di investigazione sul senso, probabilmente traendone ulteriore possibilità di speculazione intellettuale. Di fatto una simile operatività riflette e agisce principalmente sui collegamenti: tra arti, artisti, luoghi, strutture ed epoche.
DLG: Qualche anno fa siamo rimasti letteralmente impressionati dall’impresa “Domus aurea” congegnata con Alfredo Sciuto all’interno della Torre di Federico II, a Enna. Ripercorriamo insieme in breve i punti cardine delle installazioni che hanno visto la luce nella torre…
AG: Prima impresa a tornare in mente è proprio l’immensa ‘foderatura’ del vano terra della struttura medievale, tenuta ferma alle pareti dal getto d’aria di un ventilatore e dalle onde sonore; l’intervento è da catalogare tra quanto in gergo artistico è definito “inflatable environment”, ovvero come “opera da fruire percorrendo una struttura gonfiabile”. Ma qui nel cuore della Sicilia, “Domus aurea” ha fatto seguito al primo, in assoluto, evento contemporaneo di rilievo internazionale nel contesto di un’architettura antica: la performance “Serein, sento dunque sono” di Giovanni Fontana, uno dei maggiori “poeti sonori” viventi, che ha fatto della voce e del gesto la sua materia prima.
Quasi certamente però, quanto ci attende tra l’8 e il 9 luglio nella medesima location, riuscirà a rinnovare quella full immersion nella percezione già vissuta, forse addirittura a potenziarla poiché “Space Time Helix”, l’attesa performance visiva e sonora di Michela Pelusio e Glenn Vervliet, sarà un evento dichiaratamente sinestetico. Pelusio e Vervliet – un eccellente duo di artisti operanti tra Bruxelles e Anversa – in un recente sopralluogo del monumento hanno registrato nell’arco di 24 ore ciò che è da loro indicato come il ‘suono della torre’, sonorità tuttora in fase di rielaborazione digitale da parte di Vervliet, che è sound artist e psicologo ad Anversa ed anche specialista nell’indagine sulle sfere ‘altre e alte’ della percezione. Ma la Helix, messa a punto in prima istanza soltanto da Michela Pelusio, oltre che sonora sarà al contempo opera visivo-performativa, installazione luminosa interattiva con la quale l’autrice interagirà in un vero corpo a corpo. Si annuncia dunque un momento raro, estremamente pregno e sensorialmente unico.
DLG: …e ancora – sempre rintracciando quella dimensione collettiva che collega antico e contemporaneo, che lei, Anna, estende ad altri centri dell’isola – la capacità di osare connessioni inedite e difficili, ce ne parli
AG: A Palermo, in sodalizio con gli Amici dei Musei siciliani, due volte consecutive negli Oratori seicenteschi di S. Lorenzo e S. Mercurio, i luoghi dove Giacomo Serpotta ha realizzato i maggiori interventi del barocco siciliano. Lì si è attuata l’intesa dialettica tra passato e presente, insieme ad alcuni dei maggiori artisti internazionali, ponendomi come artista/curatore e sul piano della scrittura critica.
DLG: Altro momento di rilievo per il territorio ennese è stato l’avventura “Nui simu” di Marinella Senatore, in cosa si è caratterizzata?
AG: L’opera video incentrata sulla cultura mineraria, è il risultato di un progetto partecipativo che ha reso protagonisti 300 cittadini ennesi impegnandoli in tutte le fasi di realizzazione, dal casting alla produzione. Mi sono occupata di individuare l’area del centro Sicilia come zona di riferimento per la sua realizzazione. L’opera commissionata dal museo palermitano di Palazzo Riso su definizione di Daniela Bigi nel 2010, ha reso per dieci giorni l’intera città e il Parco minerario Floristella dei veri set cinematografici. Con il video “Nui simu” interamente realizzato coinvolgendo la gente e i luoghi di Enna e gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania, in collaborazione con il Comune di Enna e la Regione Sicilia, nel 2010 Marinella Senatore ha rappresentato l’Italia alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
DLG: E sempre nel 2010 “Modi del libro”, la rassegna internazionale del libro d’artista…
AG: Sì, in quel caso la rassegna è stata ideata e resa possibile dal KoobookArchive – l’archivio-laboratorio di sperimentazione sul libro da me fondato nel 2007–, negli spazi delle nostre galleria e biblioteca comunale, in occasione della 6° Giornata del contemporaneo AMACI.
DLG: Ultimo, solo in ordine di tempo, sempre nell’intento di ‘porre in relazione’ artisti, gente e luoghi, “IN SERIES_ artist’s multiples for a multiple show”
AG: Il progetto di una mostra di multipli d’artista ubiquitaria svoltasi simultaneamente a Spoleto, Berlino e a Catania negli spazi dell’ex Convento S. Placido, oggi Palazzo della Cultura, ha aggiunto all’attivo della mia inventiva una ulteriore occasione per collegare in modo intrinseco l’arte contemporanea con il territorio. In una seconda fase del progetto, a breve in atto, saranno connesse due aziende leader nella produzione di multipli d’artista, una nazionale, prestigiosa, e una in forte crescita, proprio della provincia ennese.
Potevamo scandagliare l’intensa attività di Anna Guillot diversamente, ma abbiamo preferito realizzare un breve focus, seppure incompleto, dove la città di Enna è stata resa più volte protagonista privilegiata. Il che sarà certamente confermato dall’imminente “Space Time Helix”, grazie alla sinergia tra i tre straordinari artisti Guillot-Pelusio-Vervliet e ad alcuni supporters d’eccezione.