Lo scrittore Yuval Noah Harari, durante una delle sue lezioni, ha prospettato un futuro in cui una grandissima parte dell’umanità rimarrà, a causa l’intelligenza artificiale, senza lavoro. Non avranno scampo medici, ingegneri, cuochi, architetti, musicisti e tanti altri. Chi troverebbe un’ancora di salvezza, sempre secondo Harari, sono i filosofi che saranno indispensabili per discutere e decidere di questioni morali. Già, le questioni morali.
Certo per poter avere un confronto sulle questioni morali, ci si auspica che anche il nostro interlocutore abbia le capacità intellettuali per comprendere di moralità. Per esempio, e a proposito di moralità, è secondo Hegel “caratterizzata dalla separazione tra il soggetto che deve agire e il bene che deve essere realizzato, il quale è un concetto universale quanto astratto, infatti la moralità concepisce il bene come un qualcosa di esterno alla soggettività, che si presenta infatti come un imperativo”. Vado più nel dettaglio, la moralità, corrisponde al secondo momento dello spirito oggettivo. In pratica, in questo momento l’uomo dovrebbe comprendere, in questo caso comprende, che è un soggetto libero e perciò responsabile delle proprie azioni. Purtroppo, nella crude realtà non sempre è così. Considerate ora tutto ciò, e cercate di applicarlo ad un soggetto che, per il fare politico, abbia ricevuto grazia di occupare un posto di alto rilievo e che sprezzante della moralità quanto dell’etica, assume una posizione statica facendo proprio il “secondo momento” della moralità per Hegel, ma senza riuscire nella separazione fra “il soggetto ed il bene che deve essere realizzato”. È uomo libero, e responsabile delle proprie azioni, le mette in atto con consapevolezza, sprezzo del potere, arroganza e cattiveria, celandosi peraltro dietro l’effige del cristianesimo e dell’uomo di chiesa. Certo, il filosofare non è di tutti, la sapienza è data dalla conoscenza, la quale rende l’uomo saggio. L’uomo saggio è il prescelto per governare, ma quando si parla di stato ideale. Tornando alla premessa, e quindi ai lavori che si potrebbero perdere a causa dell’intelligenza artificiale, figura quella di medico. Certo è che ad oggi ed in questa realtà di emergenza sanitaria, ci viene difficile immaginare una società senza medici. E se l’intelligenza artificiale ci mette di fronte a questa dura realtà, l’intelligenza umana che di artificiale ha solo i neuroni che, trovano difficoltà ad interfacciarsi e confrontarsi, cerca di accelerare questo processo. Già, l’intelligenza umana che arreca danno al proprio simile. Sono cresciuta accanto ad un padre molto religioso, conoscitore della Bibbia, passo per passo e quando voleva fare in modo di allontanare da me il pensiero di uscire, mi chiedeva di leggergli la Bibbia. Un giorno gli chiesi, leggendo la Genesi, il primo libro della Bibbia, perché Lucifero avesse portato in tentazione Eva. Semplice, rispose mio padre, “per invidia, era invidioso”. In effetti a ben pensarci il peccato originale altro non è che l’invidia. A questo peccato, sì aggiunge il peccato di ritrovarsi un leader, se pur battezzato, con ancora il peccato originale non trasformato dalla nuova vita dopo aver ricevuto il sacramento. Da uomo invidioso quale è, tende a calpestare, la dignità, la professionalità e l’umanità, di tutti, in questo caso professionisti, che non solo svolgono la propria professione con elevato senso morale, civico ed etico, rischiando quotidianamente la propria vita, mettendo nelle loro mani quella di altri, devono anche vedere calpestata, sminuita e denigrata la loro professione, per l’embolo inverso di un soggetto che la politica ha reso leader di se stesso. Sarebbe vano il confronto con tale intelligenza, non potrebbe comprendere quanto sia umiliante per un professionista, che è anche, marito e padre dover dire al proprio figlio, figlia o moglie ” non possiamo andare in vacanza, abbiamo diverse uscite economiche e il mio datore di lavoro non paga, quanto dovuto, da qualche mese. Ma perché papà, non ha i soldi? Certo che li ha, sono anche soldi nostri, sudati, lavorati, ma non si riesce a comprendere quale possa essere il motivo. Ma non preoccuparti figlia mia, vedrai che riusciremo a fare tutto, anche chiedere perdono a Dio per questo signore insoddisfatto dalla vita. Magari lo inviteremo con noi papà gli faremo comprendere che dietro un professionista c’è anche un papà e che forse il Covid-19 ha stressato pure lui”.
Un giorno, un amico mi disse: “voi mogli dovreste conoscere i vostri mariti anche quando vestono le vesti di professionista”…una santa verità, una verità che dovrebbe conoscere e riconoscere e darne riconoscimento a chi rende merito alla posizione statica ed immeritata di qualche intelligenza artificiosa ancora senza valutazione.
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