Troina. Che tipo di alberghi trovavano a Troina i viaggiatori dei primi anni del ‘900? Una precisa idea ce la possiamo fare leggendo le pagine del libro “By-paths in Sicily” di Eliza Putnam Heaton, in diario di viaggio del 1920. Eliza Putnam era una giornalista-scrittrice americana che nel suo itinerario di viaggio attraverso le strade di Sicilia nel 1920 inserì Troina. Del libro della Putnam non esiste purtroppo un’edizione in lingua italiana. Il secondo capitolo del libro è titolato “Troina fair”. E la Putnam volle venire di proposito a Troina per vedere la grande fiera degli animali che si svolgeva in occasione dei festeggiamenti primaverili in onore di san Silvestro, monaco basiliano e patrono di Troina. Le fece impressione la locanda Stella dove la condusse Silvestro, la sua guida. “La locanda Stella è dotata di tutti i comfort in uso in Inghilterra”, le aveva assicurato Silvestro. L’albergatore era un uomo grasso, di piccolo statura e asmatico. La condusse lungo un corridoio oscuro per farle vedere le stanze. I muri erano sudici (grimy) e il pavimento sporco (dirty), ma l’albergatore le chiese il prezzo di 20 franchi per notte. Alla Putnam il prezzo sembrò eccessivo. L’albergatore le spiegò il motivo: a giugnuo il buon Dio dà a Troina la provvidenza della fiera (in june God gives Troina the providence of the fair). E per la grande fiera di Troina si spostano compratori e venditori di animali da tutta la Sicilia e persino dalla Calabria (From as far away as Calabria come beasts to Troina) Ragione per cui i prezzi delle stanze sono alti. Quando zu innaru (zio gennaio) manda la neve e nessuno viaggia, la stanza costa una lira. Ma alla moglie dell’albergatore troinese non fa difetto il senso della’ospitalità e cede alla Putnam la stanza di sua moglie (his wife giving me her own room). Alla moglie dell’albergatore piace fare anche della bonaria ironia. Si sa che tavolta scherzando si dice anche la verita sulla propria condizione. Alla Putnam che le chiedeva cosa c’era da mangiare per la cena, la padrona di casa rispose: “Pane, vino e dormire (Bread, wine and sleep)”. Ma prime di andare a dormire la Putnam disse che voleva vedere la processione di san Silvestro. L’arguto padrone di casa faceva finta di dormire, ma provvide che sulla tavola apparecchiata comparissero oltre al vino e al pane anche pezzi di salsiccia dura ed un piatto di “faviane”, verdi e fresche fave.
Silvano Privitera
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