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9 novembre: Santo Agrippino di Napoli

Fiume pacifico ha sponde fiorite
A Napoli sant’Agrippino era popolare quasi quanto san Gennaro. Secondo la tradizione, Agrippino fu il sesto vescovo della diocesi partenopea, e uno scrittore del IX secolo lo elogia così: “Innamorato della patria, difensore della città, egli non cessa di pregare ogni giorno per noi, suoi servitori”. Di lui non ci sono molte notizie. Visse alla fine del III secolo, e la traslazione delle reliquie avvenne nella cosiddetta Stefania, cioè nella chiesa costruita nel V secolo per far posto alla nuova cattedrale. In precedenza le reliquie di sant’Agrippino avevano riposato nelle catacombe di san Gennaro. Furono ritrovate dal cardinale Spinelli nel 1774 (Avvenire). Etimologia: Agrippino = diminutivo di Agrippa – Emblema: Bastone pastorale – Martirologio Romano: A Napoli, sant’Agrippino, vescovo, che fu tra i primi che antichi documenti dichiarano difensore della città. Secondo gli storici, dieci o undici secoli fa, a Napoli, Sant’Agrippino era quasi altrettanto popolare del celebre San Gennaro. Non sappiamo quanto fosse vivo, allora, il culto per il Martire dal prodigioso sangue: ma l’accostamento a San Gennaro e la quasi pari popolarità con lui sono titoli di elogio abbastanza significativi sul conto del personaggio di Sant’Agrippino, oggi ricordato. Chi era questo Santo, chiamato con il diminutivo del nome di Agrippa? Secondo la tradizione, Agrippino fu il sesto Vescovo della diocesi partenopea, e uno scrittore del IX secolo fa di lui questo poetico elogio: ” Innamorato della patria, difensore della città, egli non cessa di pregare ogni giorno per noi, suoi servitori. Egli accresce assai l’esercito di coloro che credono nel Signore, e li riunisce in seno della Santa Madre, la Chiesa. A causa di ciò, merita di udire le parole: “Coraggio, bravo servitore; poiché sei stato fedele nelle piccole cose, io ti darò autorità sul molto; entra nella gioia del tuo padrone”. Queste ultime parole sono tratte da una parabola evangelica: esattamente quella dei talenti consegnati da un padrone ai suoi servi, e da uno fatti fruttare, mentre dall’altro sterilmente nascosti. L’elogio del Vescovo Agrippino è alquanto generico, e dimostra come anche l’antico autore sapesse ben poco di preciso su questo personaggio. Di molti altri vescovi esemplari infatti, onorati o meno come Santi, si poteva dire che erano stati” innamorati della loro patria, difensori della loro città”, e intenti ad accrescere l’esercito di Cristo. Esiste però, nelle parole dell’ignoto scrittore, un particolare calore, un intento di lode che dimostra come la memoria di Sant’Agrippino, pur in assenza di particolari più precisi, avesse particolare risalto tra quello di altri Vescovi napoletani. Si capisce, insomma, come la venerazione di questo Santo fosse, un tempo, eccezionalmente fervida. Venendo ai dati più propriamente storici, si può dire soltanto che il Vescovo Agrippino visse alla fine del 111 secolo, e non fu Martire. Altre notizie fanno difetto, tranne quelle della successiva traslazione delle reliquie di Sant’Agrippino nella cosiddetta Stefania, cioè nella chiesa costruita a Napoli nel V secolo per far posto alla nuova cattedrale. In precedenza, le reliquie di Sant’Agrippino avevano riposato in un oratorio, nelle Catacombe napoletane di San Gennaro. Mille anni dopo, nel 1744, il cardinale Spinelli fece ricerca delle reliquie dell’antico Vescovo. Trovò un vaso di marmo con la seguente scritta: ” Reliquie incerte che si pensa siano il corpo di Sant’Agrippino”. Reliquie incerte, che soltanto un più approfondito esame o nuovi documenti potranno far assegnare con certezza al Vescovo Agrippino, Pastore di incerta santità, un tempo venerato quasi alla pari con San Gennaro, perché innamorato della sua città e protettore del popolo napoletano.

Dedicazione della Basilica Lateranense
La Basilica Lateranense, meglio nota come S. Giovanni in Laterano, è la cattedrale della diocesi di Roma e la sede ecclesiastica ufficiale del Papa, nella quale esercita la funzione di vescovo di Roma. È inoltre la basilica più antica d’Occidente. Il suo nome completo è: «Archibasilica Sanctissimi Salvatoris et Sancti Iohannes Baptista et Evangelista in Laterano omnium urbis et orbis ecclesiarum mater et caput» (Arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano madre e capo di tutte le chiese della città e del mondo). Il titolo di arcibasilica le deriva dal fatto di essere la più antica e quella di rango più alto tra le quattro basiliche maggiori; le altre tre, tutte caratterizzate da una Porta Santa ed un Altare Papale, sono :
– San Pietro in Vaticano
– San Paolo fuori le mura (o Basilica Ostiense, in quanto in Via Ostiense)
– Santa Maria Maggiore (o Basilica Liberiana, dal nome del suo fondatore Papa Liberio)
La dedica ai due SS. Giovanni, voluta da papa Gregorio Magno, è solo secondaria: Santissimo Salvatore e Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano. Il nome di Laterana o in Laterano le viene dal fatto di sorgere sulle antiche terre dei Laterani, nobile famiglia romana caduta in disgrazia sotto Nerone, le cui proprietà erano quindi passate nel demanio imperiale. La prima e più antica dedicazione della basilica lateranense risale all’anno 314, da parte di S. Milziade (311-314), che la consacrò dedicandola al Redentore. La dedicazione ufficiale della Basilica e del Palazzo del Laterano fu compiuta da S. Silvestro I (314-335) nel 324, che dichiarò entrambi Domus Dei. In conseguenza del primato della Basilica nel mondo, sulla facciata sono incise le parole “Sacrosancta Lateranensis ecclesia omnium urbis et orbis ecclesiarum mater et caput”(Santissima Chiesa Lateranense, madre e capo di tutte le chiese nell’Urbe e nel Mondo).
La Basilica ed il Palazzo del Laterano sono stati dedicati altre due volte:
– Pp Sergio III ( 904-911) li dedicò a S. Giovanni Battista nel X secolo, consacrando il battistero;
– nel XII secolo Pp Lucio II (Gherardo Caccianemici dall’Orso, 1144-1145) dedicò il Palazzo del Laterano e la Basilica anche a S. Giovanni Evangelista.
La Chiesa divenne così la più importante in onore dei due santi, che non sono spesso venerati congiuntamente. In seguito nel Palazzo del Laterano fu insediato un monastero di Benedettini. Accanto alla Basilica è situato il Palazzo del Laterano, il cosiddetto Patriarchìo, cioè la residenza di un Patriarca, in questo caso il Patriarca di Roma. Fino al 1309 il Palazzo del Laterano era la residenza ufficiale dei Papi. Resti del vecchio Palazzo sono ancora visibili nella cappella detta Sancta Sanctorum che si trova in cima alla Scala Santa. Fino al XIX secolo tutti i Papi furono incoronati in Laterano. Pp Bonifacio VIII (Benedetto Caetani, 1294-1303) indisse qui il primo Giubileo del 1300, e diede inizio alle celebrazioni dal loggiato, come ricordato da un frammento d’affresco di Giotto, conservato all’interno della Basilica. La Basilica Laterana sorgeva originariamente al centro dei palazzi lateranensi, ed era l’unica delle tre grandi basiliche risalenti a Costantino che si trovava all’interno delle mura della città. Le basiliche di S. Pietro e di S. Paolo fuori le mura si trovavano sulle tombe degli Apostoli, fuori dalle mura aureliane. In quanto cattedrale del Vescovo di Roma e Patriarca della Chiesa Latina, contiene il trono papale (Cathedra Romana) ed è perciò di rango superiore a tutte le altre chiese nella Chiesa Cattolica, perfino alla Basilica di S. Pietro in Vaticano. Perciò vi si fece battezzare, nel 774 Carlo Magno. Ripetutamente distrutta e riedificata lungo il medioevo : da Alarico e dai Vandali nel V secolo, da un terremoto nell’896, da due incendi nel 1307 e nel 1361; la decadenza del Laterano cominciò con la cattività avignonese. Ci furono invii di somme di denaro da Avignone per il suo mantenimento, ma la chiesa non tornò più al suo splendore originario. Al ritorno da Avignone, i papi scelsero di spostare la loro residenza al Vaticano e il Laterano perse parte della sua importanza. Alla fine del XVI secolo Pp Sisto V (Felice Peretti, 1585-1590) fece demolire sia il palazzo che la basilica e li fece costruire “ex novo”. Tra i molti progetti di ricostruzione della basilica, Sisto V scelse quello del suo architetto preferito, Domenico Fontana. Un’ulteriore risistemazione dell’interno ebbe luogo in seguito sotto la direzione di Francesco Borromini, incaricato da Pp Innocenzo X (Giovanni Battista Pamphili, 1644-1655). La visione di Pp Clemente XII (Lorenzo Corsini, 1730-1740) per la ricostruzione fu ambiziosa. Indisse una gara per progettare una nuova facciata. Il vincitore fu Alessandro Galilei; la facciata, come appare oggi, fu completata nel 1735. Nel calendario liturgico della Chiesa Cattolica, la festa della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano è il 9 novembre. Come sede vescovile di Roma, S. Giovanni ospita grandi liturgie, ed era anticamente meta delle principali processioni della Roma papalina. Proprio in funzione di tutto ciò Pp Gregorio XIII (Ugo Boncompagni, 1572-1585) aprì, alla fine del 500, la via Merulana, poi prolungata da Pp Sisto V per offrire un adeguato scenario a processioni e cortei pontifici tra Santa Maria Maggiore, San Giovanni in Laterano, la Scala Santa e Santa Croce in Gerusalemme. Di queste grandi e frequenti processioni sussiste ancora solo quella del Corpus Domini, ripristinata dal Beato Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005). Alla presentazione del nuovo pontefice, eseguita attraverso il tradizionale annuncio dell’Habemus Papam, segue, solitamente dopo pochi giorni la solenne cerimonia di incoronazione papale nella basilica di S. Pietro in Vaticano, che avvia il complesso delle cerimonie di insediamento, che comprendono, nei giorni successivi, le visite alle basiliche patriarcali di S. Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore e che si concludono con la solenne cerimonia di presa di possesso dell’Arcibasilica lateranense, con una solenne processione lungo le vie di Roma. Nel 1929 i Patti Lateranensi assicurarono la sovranità alla Città del Vaticano e, tra le altre cose, lo status extraterritoriale al Laterano e a Castel Gandolfo, come possedimenti della Santa Sede.

Oggi si celebrano:
B. LUIGI Beltrame Quattrocchi, “Sposo, padre e professionista alla luce di Dio”
B. CARMEN del Niño Jesús, vedova, religiosa, fondatrice
B. Gabriele Ferretti (1385-1456), Sacerdote O.F.M.
B. Giorgio Napper (1550-1610), Presbistero e martire in Inghilterra
B. Enrico Hlebowicz (1904-1941), Presbitero e martire in Polonia
B. Francesco Giuseppe Martin Lopez Arroyave (1910-1936), Coadiutore S.D.B. e martire
B. Elisabetta della Trinità (1880-1906), religiosa, dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi

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Jesus Christus, heri et hodie, ipse est in saecula!

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1991, 9 novembre, la prima produzione di energia da fusione nucleare. A Culham in Gran Bretagna il reattore sperimentale europeo Jet (Joint european torus) produce per la prima volta energia da fusione nucleare: per 1,8 secondi si ha una produzione di 2 Megawatt. Il processo di fusione nucleare si propone di riprodurre in laboratorio le reazioni che avvengono nel Sole e nelle stelle

compleanni
1877 Enrico De Nicola
1963 Biagio Antonacci
1974 Alessandro del Piero

proverbio
Chi vuol riposare, si faccia prima un buon letto

accadde oggi
1911 il parigino George Claude brevetta l’insegna pubblicitaria luminosa (al neon)
1938 “Notte dei Cristalli”: Rappresaglia per l’uccisione, due giorni prima, di un membro dell’ambasciata tedesca a Parigi. Bande di nazisti distruggono 7500 negozi di ebrei, bruciano 267 sinagoghe, e uccidono 25 persone e ne arrestano 25.000 di origine ebraica
2001 muore a 93 anni Giovanni Leone, ex presidente della Repubblica Italiana scoperte, invenzioni, etc.

frase celebre
“Tutte le professioni sono cospirazioni contro i profani”
Shaw, Il dilemma del dottore

consiglio
In treno
Se state vicino al finestrino, non abbassatelo senza prima aver ottenuto il consenso dei viaggiatori più vicini e, alla prima protesta, rialzatelo senza polemiche.

cosa vuol dire
Testa di turco
Capro espiatorio, persona vittima e bersaglio su cui ricadono le responsabilità
Questo modo di dire è nato nei baracconi delle fiere e sagre, nei quali si faceva un gioco che consisteva nel colpire con una palla di cencio i fantocci seduti in equilibrio precario. I più attraenti di quei fantocci di legno erano quelli vestiti da turco e con il turbante in testa

consiglio per terrazzo orto e giardino
Ricoverare i vasi
I vasi delle specie non rustiche o semirustiche, già preparati in ottobre, si allineano su scaffali nel locale loro destinato e, se si prevede che la temperatura si abbassi in seguito oltre il limite minimo sopportabile di 5 °C, si affondano in cassette piene di torba e si proteggono con tunnel.

 

 

 

 

 

 

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