La fondazione della “Terrae Sperlingae” l’origine della popolazione attraverso le fonti scritte: Liber baptizatorium, sponsalium, defunctorum
di S. Lo Pinzino
La storia di Sperlinga, in parte, si identifica con le famiglie che la possedettero. I primi proprietari furono i Rosso a partire dal 1132 fino al 1282, seguirono, per pochi anni, gli Scaglioni e quindi dal 1337 i Ventimiglia. Dopo oltre due secoli i Ventimiglia vendettero il castello e le terre annesse ai Natoli. Infatti Giovanni Ventimiglia alienò “lo Stato di Sperlinga con mero e misto impero” (2) che pervenne a Giovanni Forti Natoli, dopo un esborso di 30.834 scudi. Il Natoli si investì di detto Stato il 9 agosto 1600, si reinvestì per il passaggio della corona il giorno 11 febbraio 1632. Con real carta data a Madrid il 2 ottobre 1627 e resa esecutoria in regno il 13 novembre 1628, il re Filippo IV concesse al suddetto Natoli per sé e per i suoi eredi il titolo di principe erigendo la baronia a principato. Giovanni Natoli, destinò la rocca a centro propulsore del suo principato iniziando così l’ascesa economica connessa al ritorno alla terra dell’aristocrazia imprenditoriale. L’adattamento della fortezza a palazzo baronale, la fondazione di una nuova chiesa madre fuori dalla cinte; dedicata a San Giovanni Battista, alla quale passarono tutti i privilegi di quella antichissima che era all’interno del castello, indicano la volontà colonizzatrice di questo nuovo signore, il quale ottenne il privilegio di potervi “fabbricare terre” il 30 novembre 1597 potendo ancora darle titolo di città. La data del 30 novembre 1597 è la data ufficiale di nascita della città di Sperlinga. Prima di questa data esisteva come borgo fin dal medioevo; infatti la letteratura dei secoli scorsi parla di “grosso casale”. Fino all’ultimo decennio del sec. XVI dovevano esistere poche case site ai piedi del castello e le grotte artificiali concentrate in alcune emergenze rocciose a sud della rocca del castello. Oltre ai Signori, che fino ai Ventimiglia dimoravano nel castello e ai cortigiani, doveva essere presente una popolazione stimabile in diverse decine di abitanti (da 100 a 200). A conferma di questa affermazione, riporto alcuni dati tratti dal Liber mortuorum ab annum 1612 usque ad anno 1638 dove sono contenute degli elenchi, il primo dal titolo: quelli che s’hanino confessato et comunicato in questo anno per adepto dilla pascka di questo anno 1626 che contiene 96 nomi. In quello del 1630 risultano 40 nomi, nel 1631 i nomi sono 53, infine nel libro della confessione et comunione dello precepto dill pascha di questo anno 1641 sono elencati 97 nomi. Il Maurici ritiene “Probabile […] la presenza di una residenza signorile fortificata fin dal secolo XII. In effetti però il castello di Sperlinga è attestato con certezza solo a partire dal XIII secolo. Nel XV secolo accanto al costrum sussisteva a Sperlinga un locum, un abitato molto modesto attorno a questo nucleo si sviluppò, a partire dalla licentia popolandi, concessa nel 1597, l’attuale comune”. Non avendo a disposizione documenti anteriori al 1600 se non quelli conservati presso l’Archivio di Stato di Palermo che riguardano esclusivamente i feudatari (atti di compravendita, dotali, investiture, testamenti, stipula di contratti, privilegi, ecc.), nulla esiste che riguarda la poca popolazione. Per questo motivo non avendo “fonti” possiamo solo fare ipotesi ed eventualmente dimostrarle per vie indirette. Poiché a Sperlinga si parla il dialetto galloitalico si può supporre che con l’immigrazione dei coloni dal Nord Italia in Sicilia, al seguito dei Normanni (secc. XII-XIII) anche nel territorio di Sperlinga si siano stanziati alcuni di loro mescolandosi alla esigua popolazione preesistente. E’ chiaro che, anche se di poca entità, una popolazione doveva esistere prima del sec. XII non altro che per la presenza di numerose grotte artificiali, scavate nell’arenaria che fungevano da abitazioni. Intorno alle vicende del vespro Siciliano a Sperlinga ci sono pervenuti alcuni documenti datati 1282 e 1283 (13) che contengono nomi e cognomi di oltre 10 soldati angioini. Se questi vivevano con le loro rispettive famiglie, costituivano un piccolo nucleo di popolazione ma erano dediti ai lavori della terra, essendo capifamiglia al sevizio del Signore per la difesa del territorio, per cui dovevano esistere famiglie contadine che li mantenevano. Nell’agosto del 1283 dopo la resa e quindi la fine dell’assedio al castello, questi soldati andarono via a stabilirsi in Calabria, dopo aver avuto concessioni di terre ed una rendita annua per la fedeltà dimostrata nell’assedio del castello. La situazione dal 1597 in poi è ben conosciuta perché supportata da numerosi documenti. I più mportanti, per quanto concerne la popola-ione, sono costituiti dai registri parrocchiali che sono attestati fin dal 1612 con il Liber defunctorum. Conservati nell’Archivio di Stato di Enna vi sono gli atti dei Notai: De Franco di Castellucio che esercitò nel ‘700 anche a Sperlinga, il notaio sperlinghese Giovanni Francesco Maria Spanò che fu attivo dal 1795 al 1840 anno della sua morte, segue il figlio di questi, Gaetano, i cui registri vanno dal 1840 al 1857, poi altri notai nicosiani che a Sperlinga avevano lo studio (Lo Sauro, Mannarà, Bruno, ecc.), i riveli relativi al 1682 e al 1748. Dal 1820 ai nostri giorni, sono utili i registri dello stato civile del Comune di Sperlinga. Sono interessanti i registri del periodo borbonico (regno delle due Sicilie) che costituiscono importanti fonti per quel periodo. Altri documenti inerenti le famiglie dei Signori (i Natoli e gli Oneto) si trovano fra le carte dei notai messinesi o palermitani essendo i Natoli di Messina e gli Oneto di Palermo ove risiedevano. Per far luce sull’origine di Sperlinga, non come Castrum ma come “Terrae” ritengo importanti e interessanti i documenti dell’archivio parrocchiale di Sperlinga e cioè: i Liber baptizatorum, Liber matrimoniorum o sponsalium e Liber defunctorum da cui si possono ricavare notizie utili ai movimenti di popolazione e notizie relative agli stessi abitanti.
Check Also
Sperlinga. La Frequentazione dei siti rupestri nella Valle dell’Alto Salso
Da una attenta ricognizione eseguita sui numerosi siti rupestri dei territori di Sperlinga e Nicosia …