Le torri di Enna

enna-torri-gotico-catalaneLe torri di Enna

Torre di Federico

Alla morte del re Pietro d’Aragona ed alla veloce successione tra Giacomo e Federico d’Aragona, quest’ultimo preferì legare alla sua corona, estremamente fragile e messa in discussione dallo stesso fratello, le città più fervide dell’isola e tra queste scelse Castrum Johannis, l’odierna Enna, per sua capitale di residenza e per fulcro della difesa militare dell’isola. Fu così che si aprì per Enna un secolo di grande fervore edilizio, con l’allargamento del nucleo cittadino ai sobborghi extra moenia e con la costruzione di alcuni dei monumenti che ancora oggi caratterizzano il tessuto urbano. Queste nuove costruzioni sono tutte caratterizzate dal segno del gotico catalano, uno stile che, a differenza del gotico nordico, rimane legato ad alcune importanti caratteristiche del romanico e che resta “solare” aperto e non tetro e simbolico come il gotico delle grandi cattedrali francesi o alemanniche. La Torre di Federico II, uno dei monumenti federiciani che si sono meglio conservati nel territorio italiano, fu progettata alla corte di Federico II di Svevia, secondo la tradizione, ad opera di Riccardo da Lentini e fu anche usata quale residenza estiva dell’imperatore svevo, durante i suoi soggiorni in Sicilia. Le sue origini sarebbero risalenti alla metà del XIII secolo (all’età di Manfredi), fatto che avvalora la tesi che a volerla sia stato il Federico svevo piuttosto che l’omonimo aragonese. Altro argomento a sostegno dell’origine sveva del monumento è l’inconfondibile impianto geometrico che caratterizza anche altre fortificazioni fatte edificare da Federico II di Svevia. La torre è alta 27 metri con pianta ottagonale. Essa svetta in cima a una collinetta alberata dell’altopiano della città di Enna, ad oltre 950 m d’altitudine. La scelta di quel luogo fu fatta per la sua la posizione dominante su un vastissimo paesaggio e costituisce ancor oggi il centro geografico della Sicilia. In passato, è stata infatti il punto di riferimento geodetico per tutta l’Isola. Alcune fonti affermano che gli antichi astronomi abbiano disegnato, partendo dalla Torre, il sistema viario siciliano, riprodotto dalla “Croce Patriarcale a doppio braccio”, raffigurata sulla facciata meridionale della torre e rappresentata da sedici finestrelle. La sua forma ottagonale, deriva dalla rotazione per 45° di un quadrato e rappresenta la “rosa dei venti”. La torre è costruita sul modello del “dongione” normanno, diffuso sull’isola, e presenta all’interno due ampie sale: una al piano terra e una al primo piano, aventi alti soffitti con volte a crociera come le grandi volte costolonate ad ombrello. A collegare tra di loro le due sale vi è una scala a chiocciola intagliata nelle spessissime mura della torre, la quale giunge fino in cima. Quivi lo sguardo del visitatore può spaziare in tutte le direzioni della città con vista della “Torre delle Aquile”, del “Castello di Lombardia”, del “Duomo” e, sullo sfondo, fino al monte Etna.

La Torre Pisana è la torre principale tra le sei sopravvissute del medievale Castello di Lombardia, nella propaggine orientale di Enna, nonché la maggiore attrazione turistica della città.
La Torre Pisana fu così chiamata perché i normanni l’avevano affidata in custodia a una guarnigione composta da loro alleati pisani. Durante la dominazione degli Arabi fu conosciuta con il nome di Torre delle Aquile per via dei rapaci provenienti dai vicini Monti Nebrodi che vi volteggiavano attorno. L’edificio svetta a oltre 970 m d’altitudine tra le cortine dell’imponente Castello di Lombardia. Di struttura in pietra viva, la torre è visibile dalle vallate sottostanti per decine di chilometri da tutte le direzioni, e si distingue per la merlatura guelfa di restauro.
La scala interna, che si addossa a una parete, è un suggestivo susseguirsi di gradini in pietra alti e possenti, che conducono alla sommità. Vi si aprono finestre a sesto acuto di rara fattura.

E il gotico del Barrio Barcellonese, il “Casco Viejo” di Barcellona, con i volumi tagliati da mastri lapicidi di grande talento nella ‘pietre di caldo colore dei massi calcarenitici degli Erei. Cosa ci rimane di questo passato:

L’abside del Duomo

La Chiesa Madre di Enna, dedicata alla Madonna, venne costruita per volere della consorte di Federico d’Aragona, la regina i Eleonora. Della struttura originaria, ad impianto basilicale, gravemente danneggiata da un incendio nel XV sec., rimangono oggi le absidi mutilate dell’ambulacro postabsidale, ma ancora caratterizzate dall’impronta catalana con pilastri polistili, eleganti monofore, finestrelle e marcapiani. Anche il transetto è, all’esterno, quello originario ed in esso si può vedere la bella porta santa anch’essa gotica aragonese, costruita per celebrare un anno santo dedicato dal Papa Eugenio proprio alla ricostruzione del Duomo di Enna.

La Torre di San Tommaso

enna-torre_san_tommasoTorre a pianta quadra su tre elevazioni e con copertura a tetto piramidale, è oggi collegata alla Chiesa medievale di San Tommaso Apostolo, ma doveva essere inizialmente una torre di controllo del margine meridionale della città. Si mantiene in condizioni complessivamente buone.

La Torre di Frate Elia Rachetta

Utilizzata come torre campanaria della Chiesa e del Convento dei Carmelitani, poi trasformato in Ospedale Civico, è tradizionalmente legata al monaco combattente Elia Rachetta, un bizantino ennese che divenne uno dei paladini della lotta agli arabi che invasero l’isola nel IX sec.. La torre, forse costruita proprio sul luogo della residenza dei Rachetta, è in forme gotico catalane, anch’essa con diverse elevazioni e con una pianta quadra resa particolarmente complessa ed interessante da una sorta di torretta angolare a pianta circolare che contiene la scala a chiocciola. La copertura, oggi a tetto, potrebbe essere stata a cuspide conica come in altre torri della città.

La Torre di San Francesco d’Assisi

enna-torre_san_francescoE’ la maggiore delle torri superstiti, sorge nella piazza più grande della città antica, ed oggi è ancora più alta in quanto la piazza venne ottenuta nel XIX sec. attraverso il taglio del roccione su cui sorge la città e l’apertura del piano poi detto, appunto, di San Francesco. La torre si eleva su di un alto rilevato in calcarenite con profilo a barbacane e presenta un primo piano aperto da ampie arcature a tutto sesto e con un vano coperto da una volta a crociera con costoloni modanati e con chiave di volta con pendente. Le elevazioni superiori sono due, una senza aperture ed una seconda con le aperture per le campane della Chiesa, il tetto è a piramide di tegole e coppi, ma bisognerebbe studiare l’originaria copertura che potrebbe esser stata a cuspide conica maiolicata. Tradizionalmente questa torre, nella quale il rapporto tra gotico catalano e romanico è fortemente marcato e comprensibile, è data come torre del Palazzo dei Conti Chiaromonte di Modica. Lo stato di conservazione è buono ma sarebbe opportuno un restauro della muratura esterna della torre e della chiesa ed uno studio delle murature, inoltre, riteniamo urgente la restituzione all’aspetto originario dell’Atrio del Sole, il chiostro del palazzo gravemente deturpato da nuove ed inutili costruzioni e dalla tompagnatura di quasi tutte le arcature.

La Torre di San Giovanni

Sorge sulla fronte di quella che era la Chiesa di San Giovanni Battista, nel centro della città, e doveva esserne una delle porte, secondo un sistema che si ritrova sia nella menzionata San Francesco che nella Matrice, come nelle vicine matrici di Gangi e di Nicosia. Deruta la Chiesa, la torre rimase per molto tempo abbandonata e deturpata e solo negli anni sessanta e settanta venne sottoposta ai primi restauri. Questi restauri videro anche la costruzione di una cupoletta arabo normanna in sostituzione della cuspide conica e maiolicata che la sormontava in origine. Oggi fa parte della sede principale del Municipio, ma versa in brutte condizioni, inoltre, il contesto in cui sorge è stato gravemente danneggiato dalla superfetazione di due piani della sede comunale sulla precedente costruzione della Chiesa.

I castelli

Agira. Castello saraceno (o San Filippo d’Agira)

Aidone. Castello Gresti o di Pietragliata

Assoro. Castello dei Valguarnera

Barrafranca. Castello e torre di Convicino

Calascibetta

– Insediamento rupestre

– Torre castellare normanna

Centuripe

– Castello Corradino

– Castello di Carcaci

Cerami. Castello normanno

Enna

– Castello di Lombardia

– Torre di Federico II

Gagliano Castelferrato. Castello

Leonforte. Tavi castiddazzu

Nicosia. Castello normanno

Nissoria. Torre rurale

Piazza Armerina

– Castello aragonese

–Torre della gatta

– Fortificazione di Piazza Vecchia

– Plati, castello di Anaor

Pietraperzia. Castello Barresi

Regalbuto. Quartiere saraceno

Sperlinga. Castello

Troina. Castello di Ruggero

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