L’altra notte mi sono svegliato di soprassalto chiedendomi: ma il PD che cos’è? è un movimento, un partito, un club privato di arti marziali?
Dopo un po’, mentre facevo colazione, mi sono detto: “stai sereno, Giorgio, è un partito”.
La notte appresso, di nuovo, mi sveglio d’improvviso con gli occhi sbarrati e mi chiedo, come un Pif qualsiasi: ma che minchia di partito è questo PD?
Intanto penso a questa legislatura nazionale: le elezioni le ha vinte, quasi vinte, praticamente perse il segretario Bersani, che non è infatti riuscito a fare il governo. Com’è come non è, il governo è riuscito a farlo, praticamente nelle stesse condizioni, un certo Enrico Letta (Enrico chi?).
Tutto bene allora? Manco per niente, visto che arriva Matteo (quello che aveva perso le primarie con Bersani) e vinte questa volta lui le primarie diventa il segretario e dopo un bel “Enrico stai sereno”, con un tintinnio di campanella gli frega il posto al governo.
Tutto a posto questa volta? No, perché il piccolo Renzi (mica papà) si inventa un po’ di marronate, tipo referendum costituzionale e cose così e si fa buttare fuori alla grande.
Arriva allora il buon Gentiloni, che benché principino non è figlio di nessun papà importante (nemmeno di un Boschi qualsiasi), e sembra portarci verso una fine legislatura tranquilla e soprattutto normale. Ma sarà proprio vero? Non è che Matteo ci ripensa… ma sì che ci ripensa, ma poi si ricorda che a fare il gradasso non ci guadagna e cambia strategia: Paolo stai sereno! Almeno per il momento.
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In Sicilia non dobbiamo nemmeno parlarne di PD, perché dopo aver eletto “a minoranza” tale Saro Crocetta da Gela Presidente, con tanto di eminenze a fare da Assessori (poi silurati a uno a uno) e proclami da Giletti, lo stesso Saretto Falsaperla costituisce il Megafono e si stacca dal Pd, o almeno fa finta di staccarsi, perché nonostante le catastrofi annunciate tipo tragedia delle province, catastrofe dei rifiuti, devastazione della forestale e così via, è rimasto al comando per tutta la legislatura.
Il Pd regionale non sembra d’accordo con la linea Crocetta, ma inserisce pure tanto di assessori “politici” in giunta, accetta un viceré toscano al bilancio e di sfiduciarlo ne parla solo per qualche mese e poi tutti zitti che il pane è pane…
Il buon Saretto, visto che nessuno gli dice niente, continua facendo e sfacendo a suo piacere, nominando pure il cavallo e addirittura proclama di volersi ricandidare come salvatore della patria… (sic).
Tra qualche mese cala il sipario sulla rivoluzione mai nata e si salvi chi può!
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Ma il massimo della creatività surreale l’abbiamo avuto ad Enna, dove il PD ha perso, o voluto perdere le elezioni contro un cartello di liste civiche, quasi tutte di centro-destra con un vertice di ex PD. Subito dopo la segreteria nazionale azzera la segreteria provinciale e… l’azzera e basta visto che di convocare un nuovo congresso non se ne parla proprio, né di tesseramento né di attività di nessun genere per oltre due anni.
Sei stato cattivo? e allora niente regali, San Matteo ti manda solo carbone!
Il Commissario (Carbone con la C maiuscola) si è contraddistinto fino ad ora per due perle:
a) Minacciare di espulsione chi dovesse firmare la mozione di sfiducia al sindaco in carica di cui sopra (che ha vinto contro l’allora segretario provinciale del partito);
b) Consegnare la tessera n.1 del PD al sindaco di cui sopra, che perciò è l’unico vero PD tesserato della provincia (almeno stando a quel n.1 che ne azzera qualsiasi altra nel frattempo illegittimamente rilasciata).
Insignito della nuova appartenenza il Sindaco avvia il rimpasto in giunta, dove ci si attende una svolta verso centro-sinistra o per lo meno indipendentista, una ricomposizione con l’area se non con il PD vero e proprio, e invece nomina tre nuovi assessori nuovi di zecca tutti di destra/ centro-destra (1 Fratello d’Italia, 1 ex MPA doc, 1 eletto al “fotofinish” nella lista “Enna Rinasce”). Ci scusiamo con il dott. Scillia per la definizione non proprio elegante ma per descrivere meglio la sua posizione politica basta richiamare le sue dichiarazioni al vetriolo del 28 maggio scorso quando chiedeva al Sindaco “quale meschine intenzioni ispirano la sua condotta” e altre gentilezze peggiori.
Ma non è questo il punto, le persone benché stimabili non contano nel nostro ragionamento, quanto piuttosto ma che razza di PD è questo che dà la tessera n.1 al Sindaco e questi per ricambiare nomina una giunta di centro-destra?
Uno degli ideologi di questa specie di antimateria del PD lucidamente spiega che è stato “ricomposto il patto elettorale (Cattivone contro Resto del mondo ndr)… allargato alle parti politiche consiliari che hanno sottoscritto un patto per la città, solo per la città, senza chiedere né compensi né poltrone”. Qualche cosa non torna: a meno che non voglia riferirsi alla componente che fa riferimento all’on.le Grimaldi che come sempre costruisce costruisce e poi non prende nulla (vi ricordate in quale lista è stata eletta l’assessore Lantieri? solo per citare l’ultima).
La verità è molto più semplice: il sindaco o chi per lui vuole evitare la sfiducia e utilizza i mezzi che ha, nelle migliori tradizioni politiche rinascimentali: investiture, vendita di indulgenze, congiure, tradimenti, e, se proprio necessario, il veleno.
A ben vedere la sfiducia al sindaco a Enna è una tradizione di famiglia contro il centro-destra e risolverebbe poco. A questo punto che ci sia o meno non cambia nulla, con buona pace dei due Cinque stelle (che è un ossimoro matematico): i cittadini che avevano qualche dubbio e nessun interesse hanno capito. A volte è meglio il cattivone conosciuto che un buono (a nulla? ho detto a nulla?) da scoprire: ci guadagna di più in immagine e stima collettiva il tanto vituperato senatore che è rimasto sempre al suo posto e uguale a se stesso, rispetto a questi fregoli della politica locale, regionale e nazionale.
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Mi addormento soddisfatto. Ho capito come funziona il PD, da Roma a Palermo a Enna è più importante fare la guerra al nemico personale che trovare la quadra, andare avanti e magari vincere le elezioni, come insegnava la vecchia cara Balena Bianca.
Ma la domanda rimane: che razza di partito è il PD? Sogno e immagino la nuova sigla di quello un tempo era “il partito” per antonomasia: PCI, PDS, DS, PD, PDM. Pdm? partito di Mirello? No, quello oramai è scomunicato. Partito di Matteo? No quello comincia con la R. Partito di Madia, Martina, Minniti? Ma mi faccia il piacere! Ah, ecco ho trovato: Partito di Mer..!
Q – G.L. Borghese
Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.
Q è “plurale” anche in un senso più ampio.