Non sappiamo se rientriamo tra i politologi sapienti che dovrebbero chiedere scusa per aver detto il falso sulle alleanze Di Pietro/Lega.
Ci siamo andati a leggere gli articoli usciti in questi ultimi mesi e non abbiamo trovato nulla che non uscisse dalla voce di ex assessori, o consiglieri o gruppi politici che avevano sostenuto il sindaco Dipietro durante la legislatura o che lo appoggiano adesso in questa nuova campagna elettorale o che lo appoggeranno in futuro.
Altri dotti, medici e sapienti, e forse pure noi, abbiamo solo ripreso e commentato quelle affermazioni, molte volte senza aggiungere nient’altro che un po’ di ironia.
Non siamo noi ad aver detto il falso, sono loro (i consiglieri della Lega) che hanno votato il bilancio, come avevano votato tante volte con l’amministrazione in precedenza quando non erano Lega.
Mentre lo ha bocciato l’opposizione e non lo hanno votato, astenendosi, M5S e Cives.
Adesso la Lega ha presentato un suo candidato a sindaco, come lo hanno presentato M5S e Cives. Cosa vuol dire tutto questo in chiave elettorale non lo abbiamo capito bene. Forse una bella sceneggiata napoletana, sperando nel ballottaggio.
“La lista “Siamo Enna” nasce come evoluzione del “Patto per Enna”, la cui anima maggioritaria si riconosce in questo percorso”, così è stata presentata la candidatura Dipietro. Il simbolo ha i colori e l’impostazione che ricordano quello della Lega per Salvini, con il ratto di Proserpina (che non è un grosso topo) al posto di Alberto da Giussano (anche lui personaggio leggendario), ma questa è evidentemente solo un’impressione o una coincidenza.
La lista Civica Patto per Enna era la lista del Sindaco Dipietro, di Rosalinda Campanile, di Giovanni Contino, ma anche di Maurizio Bruno e Cesare Fussone.
Cosa c’è rimasto di civico nella nuova lista? solo la parte maggioritaria del vecchio progetto, dice il comunicato. Questo ci sta tutto, perché è un’amministrazione che ha navigato a colpi di minoranza rafforzata per tutta la legislatura.
Già nell’agosto 2017 Bruno e Fussone avevano fatto le prime precisazioni: “Il primo cittadino Maurizio DIpietro ha vinto le comunali presentandosi con questa lista civica, ora il Sindaco avrebbe in tasca la tessera n.1 del PD ennese” e pur rimanendo fedeli prendono le distanze. “Qualsiasi siano state le motivazioni e gli obiettivi che lo hanno indotto a questa scelta non giustificano il disconoscimento del civismo” eccetera eccetera.
Ma hanno continuato a far parte della maggioranza per molto tempo ancora. Poi hanno aderito al tavolo antipietrista perché speravano nella candidatura unitaria di Maurizio Bruno e dunque non gli andava bene nessun altro. La foto dei possibili candidati, con Bruno al centro, è molto bella e tenera e potrebbe invitarci a votarla, ma a che serve?
M5S partecipava allo stesso tavolo antipietrista perché le sue anime sono tante e perché non si sa mai. Ma il loro senatore aveva chiarito tutto già nel mese di giugno: “Ad Enna riproporre l’alleanza di governo nazionale è difficile, c’è troppa storia che divide”. Alleanza PD-M5S? Ipotesi improbabile. Il nome di Cinzia Amato circolava già dalla primavera.
Cives e M5S. Benché tutto fosse ben chiaro, dalla parte dell’opposizione alcuni hanno sperato, alcuni hanno soffiato sul fuoco, alcuni hanno fatto la parte degli ingenui.
Se tutti sono come quella consigliera che non ha capito molto e lo scrive, così si prepara per la rielezione, allora è tutto chiaro.
Da dove viene Dipietro? Dove andrà? Nei tempi di post-politica non ha più nessuna importanza.
Qualcuno ci chiede di scusarci, e se la prende con chi è scappato. Di questi alcuni sono tornati o stanno per tornare e non sono molto contenti di questa accoglienza ingrata, come anche noi, che alla fine abbiamo dato solo un po’ di notorietà gratuita a una compagine smorta e creato dei personaggi.
Ma se c’è da scusarsi, lo facciamo con le parole dello Zappatore di Merola, ottime in regime di pari opportunità (che non c’entra niente con la par condicio):
I’ mo ve cerco scusa a tuttuquante/ si abballo e chiagno dint’ ‘a casa mia/ no signore avvocato/ sentite a me nu ve mettite scuorno/ io pe’ ve fa’ signore aggio zappato/ e sto’ zappanno ancora notte e ghiuorno.
Q – G.L. Borghese
Vedi pure (link):
Q – IL TRADIMENTO – Aspettando le elezioni comunali a Enna
Q – LA TERRA DEI CACHI
Q – POLTRONE COSÌ COSÀ. Gli artigiani della (mancata) qualità. Le trattative anti Dipietro e la regia occulta
Q – HARAKIRI – Enna: suicidio rituale del centro-sinistra?
Q – Enna. IL SUICIDIO ASSISTITO
Q – Il Sindaco campanilista
Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.