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Enna – video


Fu denominata Castrogiovanni fino al 1927, anno in cui riprese l’antico nome di Enna. La città è stata definita Urbs Inexpugnabilis dai romani per la sua imprendibilità.
Nei tre millenni precedenti è stata roccaforte quasi inespugnabile di sicani, greci, romani, bizantini, arabi, normanni, svevi e aragonesi. I suoi principali monumenti storici sono il castello, la Rocca di Cerere ed il duomo. È sede dell’Università Kore.

Enna sorge nella parte più elevata di un’ampia dorsale montuosa, che svetta sulla valle del Dittaino a 931 m d’altitudine. Tale dorsale, avente forma di V dolce o, secondo altre interpretazioni, di ferro di cavallo, si trova proprio nel centro geografico della Sicilia indicato con precisione dall’obelisco della Chiesa di Montesalvo nel quartiere Monte, il cosiddetto antico umbilicus Siciliae. I rilievi che circondano Enna fanno parte della catena dei monti Erei, montagne calcaree e arenacee poco sviluppate in altezza, che costituiscono la maggiore presenza orografica della provincia ennese. Il versante settentrionale del monte su cui Enna poggia è molto ripido con un maggiore dislivello rispetto agli altri ed è ammantato da un ampio bosco. Quello meridionale, invece, è notevolmente urbanizzato, legando fra loro la città alta e quella bassa, che si sviluppa ai piedi dell’altopiano.
Il comune di Enna rientra tra i primi 30 comuni più estesi d’Italia: il suo territorio occupa infatti una superficie di 357,14 km². La porzione centro-occidentale della Provincia, costituita prevalentemente da rilievi aventi altitudine estremamente variabile, compresa tra la minima di 230 m s.l.m. e la massima di 990 m, corrisponde alla cima del monte su cui sorge la città e dove originariamente aveva sede l’acropoli antica. Circa 10 km a sud del centro storico si trova il lago Pergusa, a 677 m s.l.m., caratterizzato da un bacino endoreico, importante luogo di sosta e svernamento per decine di specie di avifauna. Attorno le rive del lago si snoda l’omonimo circuito automobilistico. I fiumi che scorrono nel territorio di Enna hanno principalmente carattere torrentizio, tranne il Dittaino, affluente del Simeto, ed l’Imera meridionale o Salso. Enna è comunemente suddivisa in due “macro-aree”: Enna Alta ed Enna Bassa, cui si aggiunge Pergusa, che ne è una frazione. Tutte e tre le aree sono nettamente separate dal punto di vista geografico.
Enna Alta sorge su un altipiano tra i 900 ed i 990 m d’altitudine, che svetta isolato al centro degli Erei, dominando la valle del Dittaino a est e la valle del Salso a ovest. L’altipiano ennese ha forma di triangolo irregolare: i versanti settentrionale e occidentale sono i più ripidi e scoscesi, con strapiombi fino a 400 m sulle vallate sottostanti. A sud, invece, si apre il profondo solco vallivo del Pisciotto, storico asse di penetrazione al monte, e altre vallette che si dipartono da esso, lungo le quali si sono sviluppati nei secoli i quartieri popolari, come Valverde. Il centro storico si è da sempre sviluppato sulla parte più alta del monte, nel versante nordorientale; sono presenti pittoresche scalinate tra gli stretti vicoli di matrice araba che scendono, tortuose, dal centro ai rioni più bassi. L’altipiano ennese misura, approssimativamente, 2 km lungo il fronte nord, 1 km in quello ovest e 1,5 km in quello sud. La leggenda vuole che il sito fosse scelto oltre 3000 anni fa dai Sicani, che vi introdussero il culto di Cerere, perché ben protetto come sito militare e roccaforte. La posizione strategica consentiva di avere una visuale molto ampia del territorio circostante. Di questa presenza rimane testimonianza nella la rocca di Cerere, un’emergenza rocciosa su cui sorgeva il santuario di Demetra (nome greco di Cerere).
Il monte ennese, benché isolato, offre 5 sorgenti d’acqua: una è stata inglobata nella Villa Farina, un’altra sgorga dalla viva roccia tra le scalette di via Canalicchio. Sgorga acqua dalla roccia anche nella parete meridionale del Castello di Lombardia. Quest’abbondanza di sorgenti aiutò Enna a resistere ai lunghi assedi tesi al tempo dei Romani e degli Arabi che nell’859 guidati da un traditore cristiano, riuscirono a penetrare nella città attraverso la rete fognaria. Enna alta, fino al primo dopoguerra, fu per lungo tempo l’unico insediamento urbano del capoluogo ereo. La sua saturazione urbana ha portato nel Novecento alla nascita di Enna Bassa.
Nel settore orientale si trova il quartiere Lombardia che prende nome dall’imponente omonimo castello, non lontano dal Duomo di Enna, dai Musei Alessi, Archeologico di Palazzo Varisano, un po’ più lontano dal museo “Fede e Tradizione” di recente costituzione nei locali della chiesa San Leonardo Abate, Il centro storico si snoda lungo Via Roma lungo la quale sorgono ampie piazze, tra cui il cosiddetto Belvedere comprendente piazza Francesco Crispi e il viale Guglielmo Marconi fino alla confluenza con via Alessandro Volta; numerose sono le chiese e monumenti. Lungo tale via sorgono le sedi delle principali istituzioni (provincia, comune, prefettura, genio civile), il teatro, banche e assicurazioni. A sud vi sono le aree urbane più basse rispetto al centro storico, Valverde, il quartiere più vecchio, con viuzze strette e tortuose, bagli e ponti, e Fundrisi altrettanto antico.
Il Monte è il quartiere più moderno ed è attraversato dai viali Armando Diaz e IV Novembre, che si incrociano con via Libertà (terminale della centrale via Roma) in uno dei più trafficati quadrivi della città. Vi si trovano, la Torre e la Villa di Federico II, la Chiesa Santa Maria di Gesù in Montesalvo con l’obelisco che indica il centro geografico della Sicilia, lo Stadio Comunale Generale Gaeta. In questa area, un tempo occupata da un bosco di roveri, dei quali rimane un unico esemplare in Via Cavalieri di Vittorio Veneto, su una motta naturale sorge la ottagonale Torre di Federico II, importante monumento svevo.
Enna deve la nomea di Belvedere di Sicilia in quanto sorge in cima a un monte, in una terrazza naturale che sporge al centro dell’isola, senza catene montuose abbastanza vicine o alte da poter chiudere la vista.
Enna Bassa si è sviluppata sulle colline a valle di Enna sul versante sud, ad un’altitudine variabile intorno ai 700 m s.l.m. partendo dal quadrivio Sant’Anna attorno al quale sorgeva un piccolissimo nucleo di case attorno alla chiesetta di Sant’Anna. Dagli anni sessanta in poi si sono sviluppati gradatamente quartieri residenziali, aree commerciali, uffici e attività varie. La nascita dell’Università ha avuto un ulteriore effetto propulsivo. Nel quadrivio originario si incrociano tre strade statali e una provinciale.
Pergusa è una frazione della città e dista 10 km dal centro. Ha una popolazione residente assai ridotta (circa mille abitanti) ma è presente una sviluppata edilizia di villeggiatura e buona parte delle strutture ricettive e turistiche quali hotel, bed and breakfast e agriturismi, molti dei quali affacciati sul lago, principale meta turistica della località. La Riserva Naturale Speciale Lago di Pergusa ingloba il piccolo abitato del villaggio e vanta una ricca avifauna che sverna, transita o risiede nell’area. La Riserva comprende il bacino del Lago Pergusa, di 1,8 km² e l’ampia area che lo circonda che comprende la Selva Pergusina, una pineta attrezzata, il giuncheto e altre aree di pregio naturalistico. La frazione dà il nome ad un circuito automobilistico, l’Autodromo di Pergusa, nel quale venne disputata l’unica edizione del Gran Premio del Mediterraneo di Formula 1 il 27 agosto 1961.
Il clima di Enna è caratterizzato da inverni freddi e umidi ed estati calde, anche se meno calde rispetto a tutti gli altri capoluoghi siciliani, per via della sua altitudine. Frequentissima è la nebbia, presente per ben 140 giorni all’anno, che rende Enna il capoluogo di provincia più nebbioso d’Italia. Il clima più mite ha reso Enna un buon rifugio dalle torride estati siciliane: l’imperatore Federico II di Svevia vi costruì l’omonima torre come residenza estiva.
l nome Enna è stato introdotto nel 1927 con il processo di denominazione fascista, che riprendeva dove era possibile i nomi di età classica. Fino a quella data infatti il comune di Enna era chiamato in siciliano Castrugiuvanni e italianizzato in Castrogiovanni.
L’origine etimologica del nome proverrebbe da un termine della lingua sicana, Ennaan, ellenizzato in Ἔννα (Henna) per i Greci. Venne poi latinizzato presso i Romani in Henna (meno frequentemente Hennae), mentre durante la dominazione islamica prese a chiamarsi Qasr Yanna. Quest’ultimo starebbe a significare letteralmente Roccaforte di Henna. La corruzione della etimologia in lingua araba si deve ai Normanni i quali trasportarono in lingua latina il nome, dando origine a Castrum Ioannes donde il siciliano Castrianni e dunque Castrogiovanni, in uso per la città dall’XI secolo fino appunto al 1927.
Enna ha origini incerte antecedenti all’influsso greco risalenti al XIV secolo a.C.: un villaggio, una necropoli e un tempio risalenti al Neolitico sono stati rinvenuti sui colli attorno al Lago di Pergusa, ed in particolare sul colle detto di Cozzo Matrice. Diversi altri insediamenti nascono durante l’età del rame e poi del bronzo sulle colline che circondano l’altura ennese. Tra essi, in parte già indagati, i centri anonimi di Capodarso, Juculia, Contrada Rossi. Nell’XI secolo a.C. genti che possono essere identificate con il popolo sicano, si stabilirono sull’altura. Da recenti ritrovamenti, il primo insediamento può porsi durante l’età del rame lungo la vallata del Torcicoda, il torrente che scaturisce dai pendii meridionali della città, e che da sempre rappresenta la principale via di penetrazione verso l’altipiano.
Durante la dominazione greca la polis certamente aveva già il toponimo Henna che parrebbe di origine preindoeuropea e che, nonostante diverse ipotesi, appare del tutto incomprensibile dal punto di vista etimologico. Era rinomata in tutta la Sicilia per il tempio e il culto di Demetra, la Cerere dei romani. Nel 396 a.C. passò in mano ai Siracusani, nel 212 a.C. ai Romani. Durante la prima guerra servile 136-132 a.C. fu governata dallo schiavo siriano Euno che partendo da questa acropoli conquistò l’intera Sicilia orientale. Dopo la dominazione romana, Henna diventò un fiorente centro bizantino dell’isola e successivamente berbero. Da questi ultimi fu ribattezzata Qaṣr Yānī – il Castello di Enna poi, riconquistata la città dai Normanni, il nome arabo della città viene foneticamente latinizzato in ‘Castrogiovanni’. Nella sollevazione antiangioina del Vespro siciliano, la città ebbe un grande ruolo e riuscì per qualche tempo a divenire libero comune con istituzioni repubblicane. Diventata l’isola aragonese, fu proprio uno degli aragonesi, Federico III, a fare di Enna, grazie alla sua posizione di città inespugnabile, un centro fiorente, sovente sede della corte, rinnovandone l’architettura con numerosi monumenti in stile gotico catalano, che caratterizzano il centro storico. Sotto gli spagnoli ed i Borbone la città, che faceva parte del demanio della corona, ancora fiorente nel corso del XVI e XVII secolo, iniziò un lento declino anche per le frequenti carestie. Persa l’occasione di diventare sede di diocesi – fu preferita per la sua posizione geografica e altimetrica Piazza Armerina – con l’unità d’Italia la città riuscì ad inserirsi nel nascente mercato nazionale grazie alla ferrovia che attraversava il suo territorio e che garantiva accessibilità e sbocchi portuali alla produzione delle sue miniere di zolfo. Nel 1927 Benito Mussolini costituì Castrogiovanni capoluogo di provincia, staccandolo dalla Provincia di Caltanissetta. Esso fu preferito a Caltagirone e a Piazza Armerina, che erano legate a Sturzo e al partito popolare. Esaltandone antichi fasti legati al suo mitico passato classico – il mito di Proserpina innanzitutto – sul finire dello stesso anno ripristinò l’antico nome di Enna.

Diodorus maintains that it was the Sicani who founded the city of Enna, during the period of peace between his people and the Siculi. The Greeks arrived later, in the 4th century BC. These facts are enough to give us an idea of how old the city is. There are two ways to reach Enna, but the best way is by taking the cut-off from the Catania-Palermo motorway. This will take you directly to the upper part of Enna, with its historical centre and the “castello di Lombardia” with its large parking area in the square around it. The panoramic view from the “Rocca di Cerere” makes this a worthwhile spot to start your tour from. The castle owes its name to the Lombardi garrison who lived there under Norman rule, and it will give you a perfect sensation of stateliness with its 20 remaining towers although nowadays the only one perfectly intact is the Torre Pisana with its large square. Going down towards the centre of the town along via Roma, your first stop should be the Alessi museum, next to the Duomo, where its treasures are preserved, such as the marvellous golden crown of the Virgin studded with precious stones, a collection of coins from the Punic period, and an important art gallery. Right next to the museum you will find the Duomo, built following the whishes of Eleonora d’Aragona, in 1307 and rebuilt after the great fire of 1446. The interior, with three naves, is richly decorated with a splendid wooden coffered ceiling and precious paitings including the Apparition of Saints Peter and Paul to Costantino di Guglielmo Boremans. If you cross the square in front of the Duomo, with its small garden and statue of Mazzini, you will find the “Palazzo Varisano”, home to the regional archaeological museum, with five halls which preserve archaeological material from the area of Enna.
Further on down in the square dominated by the statue of politician and sociologist, Napoleone Colajanni from Enna you will come to the beautiful 17th century church of Santa Chiara. Opposite the square is a baroque gate which leads into the courtyard of Palazzo Pollicarini (15th century). Further on down, you will come to Piazza VI Dicembre, where it is worth visiting the church of San Marco, a baroque monument which preserves in its interior, a precious silver frontal dating back to the end of the 18th century. Continuing along via Roma, you come to Piazza Umberto I with its neo-classic town hall, the Garibaldi theatre, followed by Piazza Vittorio Emanuele, dominated by the church of San Francesco d’Assisi, with its 15th century bell tower and rich baroque restorations. Inside, there is a beatiful wooden Crucifix from the 15th century. At the end of the tour around the old town centre, it is worth heading back along via Roma in order to browse around the side streets, which are equally interesting and rich in pleasant surprises, such as the San Giovanni bell-tower from the 1400’s. In Piazza Crispi, known as the “Belvedere”, you will find the Abduction of Proserpina” Fountain, a bronze reproduction of Bernini’s work. On the opposite side, in the town centre, in via IV Novemre, the Tower of Freerik II stands out on a grass mound, built in the 13th century and restored in the 14th century.
Extremely close to Enna is Lake Pergusa, linked to the ancient legend of the abduction of Proserpina. This spot, known for its motor racing track which includes Formula 3000 among its various competitions, is today a conservation area. For several yars now, in fact, the entire lake area of Pergusa has been recognised as a special nature riserve. From within the pinewood which slopes down towards the lakeside, it is possible to see, depending on the season, numerous kinds of birds, both sedentary and migratory. Periodically, about every ten years, the water in the lake turns red due to some micro-organisms.
In the pinewood around the lake, wide green spaces have been created for quiet picnics in touch with nature. Nearby, archaeological site where remains have been discovered of an indigenous Hellenic centre (7th-6th centuries BC). One can still see a long section of a fortification wall, remains of several Copper Age huts and several burial rooms in a rochy necropolis.
Symbol of the main town, is one of the wider and important existing medieval castles in Sicily (it seems it has been even the abode of a Sicano King). At the slaves revolt time it was the basis against the Lucio Calpurnio Pisone army. During the Norman domination, at the time of Conte Ruggero, a Lombardy legion have been stationing down there: after that comes the castle name. According to some regional historians like Villafranca, Di Blasi and Falautano, the castle has been ordered from Federico II of Sweden; others say it goes back to the Angioini. But the thesis more commonly accepted is that the castle, of very ancient origin, has been completely restructured from Federico II of Sweden and that it has endured many modifications in the course of numerous centuries.
In the middle of a verdant garden, on the top of a wide hill, rises the Federico’s tower. It has an octagonal shape and a solid structure in carved stone. Through a grooved-in-the-wall door, it is possible to get downstairs, that is covered by a segmented vault. The vault receives the light from three loopholes. A winding staircase dug in the wall puts in communication the first to the second floor. From the second floor you can get to the terrace. All the architecture of the building is uniformly in fourteenth-century Sicilian style. The buyer, Federico II of Aragon, made to build it between 1300 and 1306. All around the tower there are the rests of the Byzantine castle destroyed by Al-Abbas in 859. The tower defence was entrusted to the other surrounding towers and to the citadel walls that used to encircle the hill and that today, unfortunately, do not exist anymore.
Next to the place of six December, stands S.Marco’s church. This church. Among the most beautiful of the city, was built over the ruins of an ancient synagogue, after the expulsion of the Judes from Sicily between 1492 and 1493. This worship place was restored between the half of XVII and of XVIII centuries putting on the current look. The building has a single aisle. This one was enriched with baroques plaster of exquisite workmanship, while the floor, of the eighteenth century, is realized with valuable maiolica. A false dome painted in fresco on the ceiling expand with clever artifice the real space of the church.
The high altar of the seventeenth century is wooden made and it is almost completely covered by first-quality gold. In the raised presbytery which completes the aisle, behind the high altar , we can admire the case of refined carved and gold-plated wood ordered by Antonio Rallo in the 1708, a Trapanese teacher, and realized upon a drawing of Agatino Daidone of Calascibetta. In the middle of the case, inside a niche of shell’s valve, is placed the beautiful wooden statue of Marco the Evangelist.
The church of S.Francesco of Assisi rises on a spur of rock . It is the only work remaining from the originary construction that, dues for the many changes it suffered along the centuries, has changed completely its look. Actually the bell-tower , opened by a sort of an open gallery in the inferior order and by some windows of round arch in the two superior ones was added in the fifteenth century. The structure of this church seems to be a portress more than a temple of prayers and it stands to the ancient building Chiaramonte’s. Inside, which is developed upon a single aisle, you can admire the presbytery painted during the seventeenth century and upon the holy arch that precedes it hang down a wooden crucifix, painted upon both the faces, it is assigned to the painter of the fifteenth century, Pietro Ruzzolone. Furthermore upon the walls which introduce to the eighteenth century wooden choir, there are the nativity and Maria’s assumption by Francesco Ciotti.
The construction of Enna’s dome , that is situated on the homonymous square, began in 1307 and for the wish of the Queen Eleonora, the wife of Frederick the second of Aragona. They say this church was built upon the remains of an ancient pagan temple dedicated to the mythological divinity “ Proserpina”. In 1446 this worship place was almost completely destroyed by a fire . Its reconstruction began in the 1451 and went on until the following century. The bell-tower, of eighteenth century, stands on a portico of Renaissance flavour with three admittances. Of the ancient fourteenth century’s construction, saved from the fire , we can find a part at the right side, where we can admire a portal of the sixteenth century in which there is a reused tympanum, with S.Martin and the poor marble bas-relief, originally, placed in a little church inside the castle of Lombardy. The first thing that impress you into the three aisles, is the contrast between the shafts of the pillars, dark for they are in lava stone and the decorations of the ogival arcade, bright as if they would address the lokk towards the rich and precious wooden-bean ceiling in lacunars, made during the seventeenth century and its curious corbels of winged snouts; under these are twelve pictures of 1672 representing some saints monks and basilian monks. From the sixteenth century are Gabriel Annunciata’s statues placed into the niches realized on the right and on the left of the main access. To be admired, the two holy water font next to the two first pillars and two wooden choirs of the organs, where some pressed niches by some caryatids receive the Apostles statues. In the pulpit made in the first half of the seventeenth century, you can observe the marble processed by Giovanni Gallina according to classicism and renaissance themes. Many are the art works you can admire into the church, made in different ages and all of them of exquisite workmanship as the Flemish’s pictures by Guglielmo Borremans; you can find also pictures by Filippo Paladini and a wooden oil-painting crucifix ascribed to Riccardo Quartarone.
The museum behind the Dome apse houses some archeological evidences, coins and prints belonged to the Canonical Giuseppe Alessi, who had collected them in a period between the XVIII and XIX centuries. In 1860 the collections were given to the Main church by the priest’s heirs and from 1987, they are exposed in the present Museum which takes its name from the canonical. Besides the inheritance of G.Alessi, the Museum’s rooms are enriched by the Dome ‘s treasure , by the work coming from other Enna’s churches and monasteries and by the gifts of Enna’s families.The two rooms of the first floor are characterized by many pictures, essentially by anonymous from the XVI and XVIII age. The little room of connection among these two rooms, shows, on the contrary works of Enna’s artists of the two last centuries. Saverio Marchese, Paolo Vetri, Apollonio Di Bilio, Luigi Gallina and Sebastiano Sberna. Going upstairs to the first floor we reach the Dome’s treasure, to the little coffer’s room, so called because it houses the metal coffer (1773) that preserved the Dome’s silver and golds. In the little room aside it’s exposed the crown of the Virgin Mary of the Visitation, enriched by rubyies and diamonds, excellently made by some goldsmiths of the XVII century. Still on the first floor, another showroom shows among other things, a set of silver hanging lamps of the eighteenth century, two candlesticks by Nibilio Gagini and Pietro Rizzo (1595), reliquaries, a majestic ostensory of 1524 by Paolo Gili and a bust of Saint Rosalia assigned to a 17th century silver smith in Palermo. The second floor , on the contrary, houses numismatics, archaeology and prints. We can go through the history of the civilizations that had left their vestiges in Sicily, through their coins; the Museum Alessi has got more than two thousand coins(siculo-puniche and greek-sicule), some roman and bizantine coins and some modern medals. As for the picture-gallery, of particular interest are “ Saint Michael on the Turkishs” by Giuseppe Salerno and a late-Byzantine disposition.
Passing across the Dome we reach Mazzini Square where the first floor of the old Varisano’s palace, houses the five rooms of the Regional Archeologic Museum. Here are exposed many archeologic evidences discovered in different districts of Enna’s territory. In the first room are exposed the discoveries of the copper age of Malpasso district, those of Carcarella district and some fruit-bowls, in bronze fibulas and an ionic couple discovered in Realmese dating from the Iron age. In the same room are exposed the discoveries of other two archeological sites, of Quattrocchi’s district and of the native centre of Capodarso. The second room is completely dedicated to the archaeology and to the old typography of the prehistoric, classical and medieval ENNA. The third room is instead dedicated to the storic-archeologic situation of the district of Pergusa lake. Here, the best most documented site is the one of “ Cozzo Matrice”. To the archeologic area of Rossomanno( VII- VI sec. A.c.) is dedicated the fourth room. In some of the glasses of this room are exposed some evidences discovered in Assoro, Agira, Troina, Cerami and Pietraperzia. These last Archeological areas, find exposition spaces in the fifth room as well.
The Lake of Pergusa is the only natural lake in the central Sicily. It is situated among a group of rises belonging to the Erei Mounts. It has been originated by a sinking of the ground, and has always been related to the ancient legend of the rape of Proserpina. This lake has not tributaries neither emissaries; in fact its watering is due only to the atmospheric contribution, therefore it feels the effects of the long periods of dryness. Its blue and shallow waters (they go down until just a little more than 4 metres) are brackish because of the lack of emissaries. Since 1995 the lake of Pergusa and the surrounding area constitute a Special Nature Reserve for the protection (according to the official explanation) of a lake environment giving hospitality to a very rich variety of bird population. It is the only humid oasis in the heart of Sicily for the migratory birds. Between April and May and between October and November Pergusa becomes a regular crossroads of birds, because of its geographical position and because of its being a humid oasis in a landscape dominated for long hours of continuous flight over the sea, from and towards Africa. Periodically the lake, because of a synergy between some of the microscopical organisms living in it, makes register an exclusive phenomenon: its waters turn red. Protagonist of this phenomenon is a little “shrimp” that, in order to protect itself against the rays of the summer sun, becomes tinged with a red pigment and settles by very large colonies under the aquatic plants. The pigment moves to the water until it gives to the lake’s mirror a reddish colour.

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