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Università Romena Dunarea de Jos ad Enna: i corsi attivati non sarebbero legittimi ma non sospesi dall’Autorità Giudiziaria

151214 Enna facolta medicina inaugurazione (6)Il Tribunale collegiale di Caltanissetta ha dato ragione su tutta al linea al Ministero dell’Università ma non ha accolto i motivi di urgenza a supporto della richiesta di inibitoria avverso l’iniziativa dell’Università Romena Dunarea de Jos di Galati di decentrare a Enna alcuni corsi di laurea in medicina e professioni sanitarie. Il risultato finale, almeno per ora, è che i corsi attivati, così come autonomamente promossi, non sono legittimi ma non sono stati sospesi dall’Autorità Giudiziaria.
Ne parliamo con Massimo Greco.

 
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Insomma un colpo al cerchio e una alla botte….

No, l’ordinanza, ancorchè non del tutto condivisibile in alcuni aspetti come quello della natura giuridica di una università ai fini dell’applicazione del diritto di stabilimento in uno dei Paesi dell’U.E., dice chiaramente che l’iniziativa non è conforme alle norme comunitarie in assenza del rispetto delle condizioni previste nel nostro Paese. In sostanza i corsi di laurea decentrati dall’Università Romena non possono alienarsi dalle regole del sistema universitario che li ospita. Con questo l’ordinanza non dice che non si possono promuovere iniziative di questo genere, ma soltanto che necessita un coordinamento con lo Stato italiano, anche perchè la Corte di Giustizia Europea si era già espressa in materia, affermando il principio a tenore del quale l’art. 43 del Trattato osta a una prassi amministrativa, quale quella promossa dal Ministero dell’Università, in forza della quale i diplomi universitari rilasciati da un’Università di uno Stato membro non possono essere riconosciuti in un altro Stato membro quando i corsi propedeutici a tali diplomi sono stati tenuti in quest’ultimo Stato membro.

 
Enna studenti Medicina
E quindi?

Quindi sarebbe opportuno avviare, in sanatoria, un’interlocuzione con i due Ministeri interessati (Università e Sanità) al fine di scongiurare che la “strozzatura” della questione si trasferisca al momento del riconoscimento del titolo accademico. Il riconoscimento automatico dei titoli di studio previsto dalla direttiva europea n. 2005/36, non impallidisce infatti il potere di uno Stato membro dell’U.E. di valutare autonomamente il curriculum di studi effettuati dal soggetto che chiede il riconoscimento della laurea in medicina ed odontoiatria conseguito in un altro Stato membro dell’U.E. La Commissione Europea, su specifico quesito avanzato dal Ministero della Sanità nel novembre 2014 si è così espressa: “Nell’ambito del regime generale le autorità competenti italiane possono raffrontare la formazione dei dentisti con i loro requisiti nazionali in materia di formazione. Nel caso di differenze sostanziali tra la formazione di base che i dentisti hanno acquisito e i requisiti applicabili in Italia le autorità italiane possono imporre misure compensative prima di riconoscerne la qualifica”. Sul punto si registra già specifica e recente giurisprudenza amministrativa.


enna sequestro facolta medicina ospedale (3)Così scrive oggi sul Fatto Quotidiano Alex Corlazzoli
Un’idea osteggiata da subito dal ministro Stefania Giannini che prima ancora dell’inizio delle lezioni, il 12 ottobre dello scorso anno, aveva chiesto l’intervento della procura e diffidato i soggetti ad andare avanti. Un tentativo inutile dal momento che Crisafulli aveva tirato avanti per la sua strada dando il via al corso di medicina e professioni sanitarie nei locali dell’ospedale “Umberto I”. Un atteggiamento che è costato caro all’ex onorevole finito nel registro degli indagati per abuso d’ufficio e invasione d’edificio pubblico. Una guerra arrivata al tribunale di Caltanissetta il 2 febbraio scorso quando il giudice monocratico aveva ritenuto illegittimo il ricorso dell’Avvocatura di Stato depositato per stoppare le lezioni. Un atto “indigesto” per il Miur che aveva da subito deciso la via di un nuovo ricorso d’urgenza davanti al tribunale collegiale. Ieri è arrivata la nuova ordinanza: “Il Miur – spiega Salvatore Faraci che ha difeso il ministero – ha fatto un ricorso d’urgenza per chiedere immediatamente il blocco delle attività della facoltà di Medicina perché il ministero reputa che effettivamente senza la loro autorizzazione quella facoltà non possa operare. Il provvedimento arrivato ieri ha rigettato il nostro reclamo ritenendo solo l’assenza del danno grave mentre nel merito ha ritenuto che le tesi del Miur siano fondate e che ci sia un abuso del diritto comunitario; senza autorizzazione quei titoli verosimilmente non varranno nulla. La tesi della fondazione non ha fondamento giuridico. I ragazzi rischiano tra tre-quattro anni di trovarsi con una sentenza che dirà che quel titolo non ha alcun valore legale. Chiariamo, non era una sentenza la prima e non lo è questa: è un’ordinanza che chiarisce che la questione non è per nulla chiusa. Il tribunale di Caltanissetta non ha affatto detto che quei corsi sono legittimi. Prendiamo atto del responso dei giudici; ora il ministro dovrà decidere di fare il giudizio di merito e chiedere al tribunale una sentenza vera e propria”.

la copia integrale della sentenza

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