Il lavoro dell’archeologo è fondamentale perché notoriamente riesce a dare voce anche alle pietre che per i più sono solo sassi. Vissuti, costumi e rapporti sociali sono solo alcune delle trame che si celano dietro le infrastrutture realizzate dall’uomo fin dalla sua comparsa sul pianeta. E come le città sumere, anche quelle del tempo che viviamo ci consegnano una rappresentazione dell’uomo e dei suoi tormenti sociali. Tra i diversi sentimenti, il tormento è quello che verosimilmente rispecchia più degli altri il destino dell’immobile di Via IV Novembre, ricordato dagli ennesi come “Ex Cinema Torre di Federico”. Negli anni 2000, i ricordi impregnati nelle vecchie e abbandonate mura dei Mungiovino sono stati sostituiti dalle speranze di un edilizia abitativa moderna promossa dal noto imprenditore ennese Paolo Marzuolo, già dimostratosi capace di cambiare il volto di Enna bassa, fino ad allora caratterizzato solo da serpentoni di cemento armato adibiti ad edilizia popolare. Eppure, complice certamente quella che oggi viene definita come “burocrazia difensiva”, il nuovo immobile realizzato al posto dell’ex cinema non riesce ad essere ultimato e la stanchezza ha la meglio rispetto al coraggio e all’intraprendenza imprenditoriale dimostrata. E poiché, paradossalmente, quando comincia a piovere sul bagnato anche il sistema creditizio è pronto a ritirare i propri ombrelli, la strada verso la resa è tracciata e vincolata. Se questo spaccato appartiene ormai alla storia, è la prospettiva futura che ci stimola ad andare avanti e, in questa direzione, l’avvenuto passaggio di proprietà dell’immobile per essere destinato dall’Università Kore a residenza universitaria non può che essere salutato con soddisfazione e non solo per i noti riflessi sulla “Città Universitaria” di cui abbiamo già parlato. Sarà infatti l’occasione per completare un’opera che l’imprenditore Marzuolo ha voluto fortemente consegnare alla parte alta della città di Enna. Chissà se l’Università Kore, che ha già dimostrato una specifica sensibilità dedicando alla nota famiglia imprenditoriale ennese Scelfo il nome del proprio auditorium, ne terrà conto. Alla domanda “Oggi come va?”, Gino Paoli avrebbe così risposto, “Ricorda come sei inciampata perché, non sai camminare sui tacchi. E come ti sei appoggiata più forte al mio braccio, per non cadere”.
Massimo Greco
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