Enna. Prove tecniche di fallimento dell’ATO rifiuti

In attesa di conoscere la decisione dei Sindaci in ordine alla volontà di chiudere traumaticamente l’esperienza della società d’ambito “EnnaEuno” depositando i libri contabili in Tribunale, proviamo a tracciare con Massimo Greco un possibile scenario, alla luce delle normative che disciplinano l’ipotesi del fallimento delle società pubbliche.

 

La liquidanda società pubblica “EnnaEuno” può essere assoggettata alle procedure fallimentari?

Al netto di ciò che abbiamo più volte detto sulla peculiarità delle società d’ambito siciliane, oggi le  società  a  partecipazione  pubblica  sono  soggette  alle disposizioni sul fallimento e sul concordato preventivo, nonchè, ove ne ricorrano i presupposti, a quelle in materia di amministrazione straordinaria delle grandi  imprese  insolventi.

 

“EnnaEuno” può essere considerata una grande impresa insolvente e quindi usufruire dell’amministrazione straordinaria?

Sì, perché ha un numero di lavoratori subordinati non inferiore a duecento da almeno un anno e debiti per un ammontare complessivo non inferiore a due terzi del totale dell’attivo dello stato patrimoniale che dei ricavi dell’ultimo esercizio, ancorchè non certificati per la mancata approvazione dei bilanci.

 

Chi può chiedere al Tribunale la dichiarazione dello stato d’insolvenza?

Potrebbe farlo il collegio di liquidazione della stessa società d’ambito, uno o più creditori, ovvero d’ufficio il Pubblico Ministero o, ancora, come affermato dal TAR Catania, può anche chiederlo il Commissario ad acta prefettizio nominato nel contesto di una richiesta di ottemperanza ad un decreto ingiuntivo esecutivo.

 

Ammesso che sia lo stesso collegio di liquidazione a chiederlo, quali sono i passaggi successivi?

Alla dichiarazione dello stato d’insolvenza acclarata dal Tribunale conseguirà la nomina del Giudice delegato per la procedura e del Commissario Giudiziale che sarà designato in conformità alle indicazioni ricevute dall’interpellato Ministero dello Sviluppo Economico, nonché la fissazione della data dell’udienza di accertamento passivo e del termine perentorio per il deposito delle domande dei creditori e dei titolari di diritti reali o personali sui beni della società. Il Tribunale, entro 30 giorni dal deposito della relazione, tenuto conto del parere e delle osservazioni depositati, nonché degli ulteriori accertamenti eventualmente disposti, dichiarerà con decreto motivato l’apertura della procedura di amministrazione straordinaria, se ne sussistono le condizioni. In caso contrario, dichiarerà con decreto motivato il fallimento.

 

E la concreta gestione dell’essenziale servizio integrato?

Durante il cosiddetto “periodo di osservazione”, e cioè fino a quando il Tribunale non dichiarerà se sussistono le condizioni per l’amministrazione straordinaria, l’attività d’impresa potrà essere lasciata in capo al collegio di liquidazione per completare il programmato passaggio di funzioni e competenze alla società di regolamentazione rifiuti (SRR). Il tutto sotto la vigilanza del Commissario Giudiziale.

 

Che tipo di responsabilità possono individuarsi in capo ai Comuni soci?

In generale le responsabilità sono quelle di sempre e che derivano dalle gravi irregolarità nella gestione della società ai sensi dell’articolo 2409 del codice civile. A queste si aggiunge una responsabilità “politica”, recentemente introdotta dal legislatore, per la quale nei cinque anni successivi alla dichiarazione di fallimento di una società a controllo pubblico titolare di affidamenti diretti, le pubbliche amministrazioni controllanti non possono costituire nuove società, né acquisire  o  mantenere  partecipazioni  in  società, qualora le stesse gestiscano i medesimi servizi di quella  dichiarata fallita.

 

Quindi si potrebbero mettere in discussione anche le società di scopo costituite dai Comuni per la gestione associata dei rifiuti nei rispettivi ambiti di raccolta ottimale?

E’ verosimile.

 

 

 

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