Elezioni regionali. Compagni, indietro tutta!
di Massimo Greco
Anche in questa competizione elettorale si prevede una percentuale elevata di astensionismo quale causa di disaffezione alla politica e alle sue dinamiche. I partiti politici, che rimangono depositari di funzioni pubbliche insostituibili, non riescono più a recuperare il rapporto con l’elettorato e, per la verità, non sono neanche più di tanto interessati, visto il triste spettacolo che offrono quotidianamente.
Ennesima dimostrazione di ciò arriva dalla nostra piccola provincia, in cui all’interno del Partito democratico si sta consumando una rissa elettorale senza precedenti. Alla candidatura dell’uscente Mario Alloro è stata contrapposta la candidatura Luisa Lantieri, anch’ella uscente ma approdata al PD dopo una piruetta politica.
Fin qui tutto normale se non fosse che il 75% del partito democratico ha deciso di “sbarazzarsi” dell’uscente Mario Alloro reo di non essere più in sintonia con la linea politica maggioritaria del partito. In sostanza, Mario Alloro viene bocciato dal suo partito non perché non ha idoneamente esercitato la funzione di parlamentare regionale o perché non ha curato adeguatamente gli interessi del territorio della provincia di Enna, ma perché non risulta più essere sintonizzato sulle medesime frequenze di coloro che rappresentano la maggioranza del partito. In sostanza, viene dato risalto ad un ragionamento che, invertendo le finalità dell’agire politico, pongono il partito al primo posto e gli interessi del territorio in posizione del tutto secondaria. Una vecchia impostazione di leninania memoria che sembrava essere stata superata dalla stessa componente comunista che pure partecipò alla scrittura della Costituzione italiana. Per Lenin, infatti, “il partito” rappresentava l’unica organizzazione (“centralismo democratico”) a cui tendere non in senso sussidiario ma in modo assoluto. Il contrario di quanto dovrebbe avvenire oggi, in cui lo Stato è il fine ultimo e il partito politico è solo uno strumento per concorrere, con metodo democratico, alla formazione del governo.
E così, senza nulla togliere a Luisa Lantieri – che, comunque, in questi anni ha dimostrato di possedere abilità politiche non comuni – il PD cerca di sacrificare il compagno Mario Alloro sull’altare di un modello di militanza politica che oltre ad essere manifestamente superato finisce solo per alimentare il vento dell’antipolitica.
Compagni, indietro tutta!