mercoledì , Dicembre 4 2024

Tutto pronto per il Consorzio delle aree interne della Sicilia

Tutto pronto per il Consorzio delle aree interne della Sicilia
di Massimo Greco

La questione “aree interne” sembra essere entrata nell’agenda della politica locale e lo dimostra l’attenzione di numerosi Sindaci dell’ennese, pronti a condividere il grido di allarme lanciato dalla redazione di ViviEnna e dal Forum sullo “sviluppo delle aree interne ennesi e nebrodensi”. Anche i Presidenti dei Consigli comunali della provincia di Enna si stanno organizzando per promuovere iniziative istituzionali sintonizzate sulle medesime frequenze. I tempi sono maturi per cominciare a mettere nero su bianco il crono-programma delle azioni progettuali e tuttavia una sottolineatura ci appare doverosa. Vero è che i Sindaci non hanno risorse umane adeguate per elaborare progetti e attingere alla risorse del Recovery Plan e che la costituzione di un’agenzia di sviluppo potrebbe rappresentare lo strumento capace di affiancare tecnicamente le idee dei Comuni, ma è anche vero che la sfida a cui sono chiamati i nostri territori non si esaurisce nel captare nei prossimi mesi le risorse finanziarie del Recovery Plan. La storia dei finanziamenti pubblici per lo sviluppo del mezzogiorno e delle sue aree svantaggiate, ci insegna che serve a poco, se non a niente, finanziare singole proposte progettuali sganciate da un’idea complessiva di sviluppo del territorio. Cassa per il mezzogiorno, programmazione negoziata, Agenda 2000, Patto per il Sud, sono esempi di come si possono utilizzare risorse senza ottenere gli auspicati benefici per il territorio. In tale contesto il Recovery Plan rischia di diventare l’ennesima occasione sprecata se si guarda solo al finanziamento del progetto. Il progetto, infatti, sarà pure finanziato ma le aree interne rimarranno tali, magari con qualche opere pubblica in più e con qualche impresa privata che è riuscita a risanare il proprio bilancio. La questione è di ben altra portata e richiede uno sforzo culturale senza precedenti, che miri alla rigenerazione identitaria dei territori delle aree interne e centrali della Sicilia. E per fare questo non bastano solo progetti immediati da far finanziare, ma idee condivise e sostenibili in un lungo lasso di tempo. L’identità di un’area vasta non si costruisce in alcuni mesi ma dopo tanti anni, in cui le tradizioni intrecciano i rapporti sociali, culturali, economici e istituzionali di una comunità. In tale contesto, se è vero che la sfida del tempo non è più tra imprese ma fra territori, è altrettanto vero che ai territori delle aree metropolitane non potranno contrapporsi 60 diversi territori delle aree interne e centrali della Sicilia ma, al contrario, bisognerà contrapporre un’unica area, con un unica idea progettuale e, soprattutto, con un unico interlocutore istituzionale. Come già detto, in assenza di un adeguato ente intermedio di area vasta, la costituzione ex novo di un Consorzio di Comuni per la difesa delle aree interne non è solo un’opportunità offerta dalle norme vigenti (art. 30 del TUEL) ma rappresenta lo strumento per dare voce e senso istituzionale a qualsiasi ipotesi progettuale di sviluppo che parta dal basso e che aggreghi tutti quei Comuni non ennesi che avvertono la stessa resilienza.

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