L’approvazione pasticciata all’ARS della norma che impegna il Governo della Regione ad attivare le procedure per la costituzione del 4° Policlinico universitario, tra i tanti difetti, ha un merito, quello di avere attribuito una valenza legislativa all’iniziativa. A questo punto la palla passa al Governo regionale che sarà chiamato non certo ad arbitrare il “tiro alla fune” fra due comunità limitrofe, ma a dare una risposta completa ed esaustiva a tutte le domande che sorgono più o meno spontaneamente da un’area vasta ed interna come quella che si trova al centro della Sicilia. Già, perché per il Governo questo argomento sarà un vero e proprio banco di prova su cui si misurerà la capacità di leggere il territorio, interpretarne i bisogni e fornire le politiche pubbliche più adeguate. Analisi che dovrà essere fatta in tempi brevi se solo si considera che il corso di laurea in medicina curato dall’Università Kore è giunto al 3° anno e che per gli anni successivi agli studenti dovrà essere assicurata la frequenza nei reparti ospedalieri. In assenza di una decisione presa in tempi brevissimi, l’Università Kore sarà costretta a muoversi autonomamente nel promuovere accordi di collaborazione con le Aziende sanitarie, e con gli Istituti di ricerca a carattere scientifico, finalizzati all’esercizio delle attività assistenziali, didattiche e di ricerca. Il plurale utilizzato non solo non è casuale ma è necessario alla luce dei requisiti che tali Enti del Servizio sanitario dovranno avere per sottoscrivere i citati accordi di collaborazione con l’Università. Sbaglia chi continua a sostenere che un’iniziativa di tale portata possa essere gestita dal solo territorio ennese al pari di quanto fatto in occasione dell’istituzione ministeriale dell’autonomia universitaria. In quella occasione, accompagnata dalla nota protesta allo svincolo autostradale, il territorio ennese aveva tutti i titoli per alzare la voce e per ottenere dal Ministro la firma del decreto di istituzione della libera università non statale Kore. Adesso non è così perché, com’è ormai noto anche ai più, la struttura ospedaliera ennese non è dotata di quei requisiti (DEA di II° liv.) invece presenti in quella nissena. Pretendere che il Governo regionale faccia diventare Enna di II° liv., mentre si configura come un’azione temeraria, rischierebbe di fare danni all’Università per il mancato rispetto della tempistica.
Infatti, per realizzare tutte le discipline mediche mancanti, che richiedono impegni finanziari, strutturali, strumentali ed umani, passerebbero anni. Basti pensare che solo recentemente è stato appaltato dall’ASP di Enna l’occorrente per l’attivazione dell’emodinamica cardiologica. A questo punto, per uscire dalle sabbie mobili generate dall’incauta approvazione di siffatta norma, il Governo della Regione ha due strade. La prima, più comoda e certamente più accidentata, è quella di limitarsi ad autorizzare i singoli accordi di collaborazione che autonomamente la Kore sottoscriverà con i diversi Enti del Servizio sanitario regionale. La seconda, che dimostrerebbe visione politica e lungimiranza di governo, è quella di accorpare le Aziende sanitarie di Enna e Caltanissetta nell’unica Azienda Ospedaliera Universitaria “Centrale”. In questa occasione Lucio Battisti avrebbe così chiosato: “Tu chiamale se vuoi emozioni”.
Massimo Greco
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