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Sproporzionata ed isterica l’autosospensione del Sindaco di Milano

Sproporzionata ed isterica l’autosospensione del Sindaco di Milano
di Massimo Greco

L’unica funzione pubblica, il cui esercizio può essere ideologicamente orientato, è quella connessa al potere legislativo. Negli altri due poteri del sistemi democratico (giudiziario ed esecutivo) l’ideologia è rappresentata dal principio di legalità. Quindi, sia la funzione giudiziaria che quella amministrativa vengono esercitate in stretta applicazione/esecuzione della legge.

Ora, al netto degli isolati casi di obiezione di coscienza espressamente previsti dal legislatore, nella Pubblica Amministrazione nessun dipendente può permettersi d’influenzare caratterialmente la funzione amministrativa per la tutela dell’interesse pubblico alla cui cura è preposto. A questa regola non sfugge neanche chi esercita funzioni amministrative in forza di un mandato elettivo. Rientrano in questa categoria tutti coloro che sono stati chiamati, in forza di un’investitura popolare, alla guida degli organi di governo degli Enti che compongono la Repubblica (Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato).

Nel contesto di questo quadro ordinamentale di riferimento si colloca la recentissima autosospensione del Sindaco di Milano Sala. Quest’ultimo, in disparte l’atipicità dell’autosospensione non prevista in alcuna disposizione del TUEL, ha ritenuto di congelare l’esercizio delle sue funzioni di Sindaco in attesa di comprendere le ragioni del suo ipotizzato coinvolgimento in una delle tante indagini che la Magistratura ha avviato sulla gestione degli appalti dell’Expo.

Orbene, mentre non è certo discutibile l’iscrizione di chiunque nel registro degli indagati nel contesto di un’azione penale la cui obbligatorietà è prevista dalla Costituzione, ciò che merita una sottolineautura è l’impulsivo comportamento (rectius, isterico) del Sindaco Sala nel non avere adeguatamente tenuto conto della funzione politico-amministrativa che esercita nella Città, verosimilmente, più importante d’Italia. In sostanza il Sindaco Sala ha dimostrato di considerare il Comune di Milano al pari di un circolo ricreativo in cui la carica di amministratore è statutariamente volubile, così dimenticando che la “fedeltà” alla Repubblica, per la quale ha pure prestato giuramento, richiede che la funzione pubblica venga esercitata con diligenza ed onore e nell’interesse esclusivo della Nazione. Qualcuno faccia sapere al Sindaco Sala che la sua iniziativa, oltre a non trovare conforto negli istituti dell’ordinamento degli enti locali, appare sproporzionata e totalmente inopportuna.

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