Le tariffe idriche più alte della Sicilia, e tra le più alte d’Italia, vengono finalmente ridotte dall’Assemblea territoriale dei Sindaci ennesi ma il voto non è stato unanime. Ne parliamo con Massimo Greco.
Finalmente i Sindaci hanno “battuto un colpo”….
Meglio tardi che mai visto che alcuni di questi ne hanno fatto motivo di spot elettorale. E’ positivo che i Sindaci abbiano affrontato seriamente la questione della esosità delle tariffe idriche e questo lascia ben sperare per il futuro, anche se….
…anche se cosa?
Il costo che il territorio sosterrà per la riduzione delle tariffe è la traslazione nel tempo delle programmate opere di infrastrutturazione della rete idrica. Quindi il risultato è solo apparente. E’ come chiedere a un bambino di crescere un po’ più lentamente perché bisogna ridurre gli alimenti che assume giornalmente.
Forse è questa la motivazione a supporto del voto di astensione di alcuni Sindaci….
E’ probabile, perché è ovvio che tutti vogliamo la riduzione delle tariffe a parità di investimenti sul territorio, ma sappiamo che questo è impossibile perché la tariffa idrica copre integralmente il costo del servizio e la voce di costo riferita ai lavori di infrastrutturazione è proprio quella che fa la differenza.
E quindi è il cane si mangia la coda?
Esattamente, perché la strada non è questa. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo, è il legislatore che deve scorporare le voci di costo sugli investimenti, più vicine a prestazioni paratributarie, da quelle legate al consumo dell’acqua, più vicine a prestazioni tariffarie.
Cosa cambierebbe?
Cambierebbe molto, perché gli utenti pagherebbero, in forza del contratto sottoscritto, solo i costi riferiti al consumo dell’acqua, mentre quelli legati all’infrastrutturazione della rete idrica graverebbero sulla collettività e quindi remunerati attraverso la fiscalità generale. Non è un caso che le “partite pregresse” di Caltanissetta e Agrigento sono state finanziate dalla Regione con una specifica legge e non spalmate pro-quota agli utenti come sbrigativamente fatto a Enna.
Ma questa è una cosa difficile da risolvere, perché bisognerebbe modificare l’impianto della legge Galli…
Sì è difficile perché bisognerebbe avere un legislatore illuminato e di questi tempi è difficile trovarlo. Una scorciatoia potrebbe essere quella di arrivare a un pronunciamento della Corte costituzionale come avvenne per i depuratori. I depuratori furono infatti scorporati dalla tariffa perché ritenute prestazioni indeterminate e come tali di natura non sinallagmatica ma paratributaria. La battaglia sulla legittimità delle “partite pregresse” si potrà vincere solo se si otterrà uno scrutinio di costituzionalità della normativa attuale.