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Tutte le strade portano al mare

Libero consorzio EnnaIl percorso di allargamento dei confini territoriali della ex provincia di Enna sembra diventare realtà. Dopo Mistretta si attende l’adesione di Capizzi al nascituro Libero Consorzio di Comuni Ennese. Nel contempo si registra lo strappo di Piazza Armerina che nei prossimi giorni chiamerà i propri abitanti ad esprimersi in ordine alla scelta del Consiglio comunale di uscire dall’attuale aggregazione istituzionale, prima conosciuta come Provincia Regionale di Enna. Facciamo quindi il punto con Massimo Greco che conosce la riforma dell’ente intermedio per avere fatto parte del gruppo regionale di studio presso l’Assessorato Regionale alle Autonomie Locali.

Dopo Mistretta sta per arrivare anche Capizzi, è la volta buona?
Mi auguro di sì, e comincio ad essere ottimista perché nell’ultimo periodo ho ascoltato dichiarazioni, commenti e programmi accomunati da un comune sentire: porre in essere politiche d’integrazione territoriale delle aree interne della Sicilia. La classe politica, ancorchè tardivamente, si è resa conto che il futuro è nero per tutti i territori siciliani, ma soprattutto per quei territori interni destinati alla desertificazione istituzionale prima e socio-economica dopo.

Quindi è più che un’opportunità quella di cui stiamo parlando?
No, è una necessità. I territori piccoli o saranno assorbiti dalle città metropolitane o verranno totalmente isolati. L’alternativa a questa triste, quanto probabile, sorte è proprio quella di creare una strategia difensiva mettendo a sistema tutte le aree interne della Sicilia.

Coinvolgendo anche Caltanissetta?
Esattamente, lo abbiamo già detto in passato e lo ripetiamo, Caltanissetta si trova nelle medesime condizioni deficitarie di Enna. Un’alleanza strategica con Caltanissetta, oltre a ridare stimoli ai nostri territori, servirebbe a conservare le identità dei nostri Comuni. Non bisogna infatti dimenticare che l’identità di una comunità se non si alimenta con costanza guardando alle nuove sfide, rischia di diventare un fattore etno-antropologico da conservare in un museo.

Ma così il Comune di Enna non sarà più Comune capofila del futuro Consorzio
Questa è una delle tante banalità dovuta alle storture della riforma, introdotta con un emendamento estemporaneo da chi non ha idea dei meccanismi istituzionali del nostro ordinamento. Il “capo fila” è un etichetta priva di contenuti e di rilevanza politica in un ente non territoriale di governo qual’ è il consorzio di comuni. Oggi un Comune è capoluogo e centro di riferimento territoriale se è in grado di offrire qualcosa agli altri se è nelle condizioni di promuovere la propria comunità. Tolstoj diceva “descrivi il tuo villaggio e sarai universale”. Se hai qualcosa da descrivere, tale da incuriosire gli altri bene, se non hai nulla da descrivere non sarà l’etichetta di “capo-fila” a segnare il tuo futuro.

Una domanda tecnica. I piazzesi saranno chiamati il prossimo 21 settembre a confermare o meno la volontà espressa dal locale Consiglio comunale. Occorrerà un particolare quorum per avere efficacia il referendum?
In disparte il mio pensiero su questo strumento di partecipazione, che ho già definito in altra occasione un aggravamento ultroneo e dispendioso del procedimento amministrativo, il referendum non può che essere confermativo e come tale non dotato di quorum. Il quorum viene infatti previsto dall’ordinamento in tutti quei casi un cui vi è la necessità di dare forza politica alla scelta del popolo come ad esempio nel caso di referendum abrogativi di una legge, cioè per eliminare dal mondo giuridico una legge che esiste già. In questo caso, invece, il referendum ha una funzione solamente integrativa dell’efficacia della volontà espressa dal Consiglio comunale e pertanto non occorre un quorum particolare. Del resto, il rimando che fa la legge ai singoli statuti comunali non si riferisce alla tipologia del referendum ma alle modalità organizzative dello stesso. Se così non fosse ogni Comune sarebbe abilitato a indire referendum di consistenza diversa dagli altri per effettuare la medesima scelta.

 

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