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Fiat chiude in Sicilia. Altro che disdetta… Marpionne investe in Italia

Gianni Falcone: Altro che disdetta… Marpionne investe in Italia

gianfalco.it


“L’ultimo giorno di produzione della Fiat di Termini Imerese avrebbe potuto essere meno amaro per i lavoratori se solo l’Azienda torinese avesse avuto la decenza di fare la sua parte nell’ambito della trattativa per la riconversione dello stabilimento. La chiusura dell’impianto siciliano è figlia dell’assurda politica industriale decisa da Marchionne a scapito della Sicilia e dell’Italia, avallata dal governo Berlusconi che al contrario degli altri governi europei non ha saputo far valere il proprio peso. La Fiat, infatti, è stata l’unica casa automobilistica a chiudere uno stabilimento nel proprio Paese”. Lo dichiara il senatore del Pd Giuseppe Lumia. “A Termini Imerese – aggiunge – ci sono ancora tutte le condizioni per continuare a produrre automobili e affrontare le sfide dei mercati. Per questo la Regione Siciliana ha deciso di investire 350 milioni di euro al fine di innovare l’impianto e dotare l’area industriale di tutte quelle infrastrutture di cui ha bisogno. Un impegno che il nuovo governo nazionale deve sostenere in modo convinto affinchè Termini continui ad essere un importante polo produttivo”.

“Faremo di tutto affinchè sulla vicenda di Termini Imerese non cali il sipario. Sia chiaro che dalla fabbrica non uscirà neanche un bullone se prima non c’è un accordo che garantisca ai lavoratori ciò che è stato assicurato ai dipendenti Fiat di altri siti”: lo ha detto Mariella Maggio, segretaria generale della Cgil Sicilia, partecipando a Temini Imerese all’assemblea dei lavoratori Fiat. “Da questa assemblea- ha aggiunto- esce forte il messaggio che qui nessuno si e’ arreso e cederà ad accordi che non danno garanzie a tutti i lavoratori e sulla continuità dell’attività produttiva”. Dalla segretaria della Cgil anche una considerazione sulla tendenza “come si vede anche nel caso Fiat a discriminare il Sud, per il quale si mettono sul piatto soluzioni penalizzanti che non possiamo accettare – sottolinea- e alle quali la politica regionale non può acconsentire”. Ma è anche un altro il messaggio che la Maggio manda alla politica : “E’ proprio il caso – dice -che ci si astenga in un momento così delicato dal fare propaganda elettorale con proposte irrealizzabili che oltre a creare false aspettative tra i lavoratori distolgono l’attenzione da chi ha le responsabilità concrete e deve dunque prospettare le soluzioni”. “E’ il momento- conclude- che tutti si adoperino con coerenza a favore dei lavoratori che dopo 41 anni di Fiat nel territorio vedono svanire un sogno, una realtà industriale, il lavoro, una prospettiva”.

Fiat mostri più sensibilità e responsabilità sociale. Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera utilizzi ogni opportunità offerta dall’accordo di programma. Il governo regionale affianchi il sindacato nella lotta per lo sviluppo e il lavoro. Alla vigilia della scadenza fissata da Marchionne, l’ad Fiat che ha stabilito di abbandonare, da domani, lo stabilimento che il Lingotto ha tenuto in Sicilia per 41 anni, la Cisl torna a farsi sentire. A parlare sono Maurizio Bernava e Salvatore Picciurro, rispettivamente segretario del sindacato in Sicilia e numero uno della Fim regionale. I due sindacalisti puntano il dito contro la casa torinese che “resta ancora sorda e cieca di fronte al dramma sociale che essa stessa ha scatenato”. Avvertono il governo nazionale di non liquidare la questione Termini “semplicemente con l’impostazione dell’accordo con la molisana Dr Motor”. E sollecitano il governo regionale a dare un “concreto contributo di certezze ai lavoratori”, nel senso del rilancio e della reindustrializzazione di Termini Imerese. Sul tappeto, resta il nodo fondamentale dell’esodo incentivato. “La Cisl – affermano Bernava e Picciurro – andrà fino in fondo sul piano della mobilitazione, con i lavoratori; della ricerca di una valida intesa da siglare al tavolo di mercoledì 30. E delle proposte e iniziative per l’occupazione e lo sviluppo del comprensorio termitano”.

“Oggi è una data storica. Rappresenta, infatti, l’ultimo giorno di lavoro per i dipendenti della Fiat e dell’indotto di Termini Imerese. E in questo momento drammatico la Uil Sicilia è vicina a tutti loro”. Lo dice il segretario generale, Claudio Barone, che aggiunge: “Chiediamo a Fiat che mantenga l’impegno per l’incentivo ai lavoratori in mobilità, come ha fatto in tutti gli altri stabilimenti italiani. Ciò serve per tutelare i lavoratori che possono andare in pensione e per consentire un concreto avvio dell’attività di quelli che saranno assorbiti dalla Dr Motor. Chiediamo alla Regione Siciliana di convocare un tavolo col Governo Nazionale per definire tutti i passaggi e gli interventi necessari. Nel frattempo continua il presidio delle OO.SS. ai cancelli dello stabilimento di Termini Imerese”.

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