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Regalbuto. Raduni e tradizioni

Anche la passione per il cavallo prende corpo fra i giovani regalbutesi; ogni anno, dal 10 maggio, si svolgono dei raduni di preparazione, equitazione, con salto in libertà, ginkana e percorsi ad ostacoli. Il cavallo, animale antico come l’uomo, elegante ed intelligente, affascina molti; esso, se trattato bene dall’uomo,si affeziona e possiede anche una buona memoria, infatti, prova risentimento e diventa restio con la persona che lo maltratta. Nelle corse, se vince, assume un atteggiamento orgoglioso, se perde, assume quello dell’umiliato. Il cavallo, un tempo compagno dell’uomo in tante fatiche, oggi, è l’amico in svaghi e divertimenti. Comunque, qui, fare una cavalcata è un piacere per il cavallo e per i cavallerizzi.
Una tradizione, che ritorna di moda fra i giovani regalbutesi, è la serenata notturna alla propria fidanzata, un tempo qui molto diffusa. Il fidanzato e gli amici di questi si recano, nelle ore notturne, di fronte al casolare della fidanzata, eseguendo musiche di tono popolare e di genere vocale, con chitarra e fisarmonica, aspettando che la fidanzata si affacci dal balcone o dalla finestra. La ragazza accoglie il fidanzato e il tutto si conclude con baci degli innamorati e un brindisi con gli amici.

Una delle canzoni popolari maggiormente diffuse:
E vui durmiti ancora
(Parole di G. Formisano, Musica di G. Emanuel Cali)
Lu suli è già spuntati! di lu mari
e vui biddizza mia durmiti ancora
l’aceddi sunu stanchi di cantari.
E affriddateddi aspettunu cca fora,
sutta lu barcuneddu sù ammucchiati
aspettunu quant’è ca v’affacciati.
Lassati stari, non duirmiti chiui,
ca ammenzu d’iddi dintra stà vanedda
ci sugnu puru iu c’aspettu a vui,
pi vidiri ‘sta facci accussì bedda
passu cca fora tutti li nuttati
e aspettu puru quannu v’affacciati!
Li ciuri senza vui non ponu stari,
sù tutti ccu la testa a pinnuluni;
ognunu d’iddi non voli sbucciari
si prima non si rapi stu barcuni.
Dintra lu buttuneddu sù ammucchiati
aspettunu quann’è ca v’affacciati.

(Traduzione) E voi dormite ancora
II sole è già spuntato dal mare
E voi, bellezza mia, dormite ancora;
gli uccelli sono stanchi di cantare
e infreddoliti attendono qui fuori,
sotto il balconcino stanno rintanati,
aspettano quando voi vi affaccerete.
Lasciate stare, non dormite più,
che tra di essi, dentro questa viuzza,
ci sono anch’io che aspetto voi,
per vedere questa faccia così bella,
passo qui fuori tutte le notti,
sempre aspettando quando v’affacciate.
I fiori senza voi non possono stare,
son tutti con la testa ciondoloni,
ognuno d’essi non vuole sbocciare,
se prima non si apre questo balcone.
Si sono nascosti dentro le corolle
aspettando quando voi vi affaccerete

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