Catania – L’Asaec di Catania, l’Associazione antiestorsione che da anni opera sul territorio catanese nel nome di Libero Grassi, a ventidue anni dall’uccisione dell’imprenditore (29 agosto 1991) e dalla sua costituzione, ci tiene a ricordare «come l’impegno dell’associazionismo abbia contribuito a risvegliare l’opinione pubblica e, soprattutto, a spingere commercianti e imprenditori a denunciare il pizzo. Un fenomeno, quest’ultimo, in leggera diminuzione, che oggi in molti casi ha scavalcato il muro della paura e dell’omertà. In un contesto di grave crisi economica, gran parte degli estorsori, infatti, rinunziano a chiedere il pizzo a tutti quegli imprenditori che aderiscono alle associazioni: dati riferiti dai pentiti e comprovati dai fatti, che oggi ci confermano le supposizioni di vent’anni fa».
L’Asaec, supportata dalla consulenza gratuita di un team di avvocati e commercialisti, che lavorano a favore di chi è vittima di estorsione, vuole celebrare il giorno della commemorazione con una riflessione e con un invito a «continuare a segnalare gli episodi mafiosi – sottolineano i soci – per aumentare questo lieve indice di crescita delle denunce sporte e continuare a dare un segnale di timida reazione all’illegalità. Nella nostra regione, avamposto delle attività criminali, c’è ancora tanto, troppo sommerso: dobbiamo denudare il sistema mafioso attraverso forti azioni di contrasto; dal canto nostro saremo sempre al fianco delle vittime dell’usura attraverso il sostegno continuo di esperti e consulenti. Dall’accesso agli sgravi fiscali per chi denuncia il proprio aguzzino ai contatti con la rete istituzionale dell’antiracket, passando per il sostegno psicologico e i pareri consultivi, l’Asaec non lascerà da soli tutti coloro che decideranno di iniziare questa battaglia in nome della legalità».