Braghe di tela e meloni in settembre – nessuno li vuole e nessuno li prende
A sud di Ancona alcune cittadine portano il nome del santo odierno: S. Elpidio a Mare (nome antico medioevale “San Lepidio o San Lupidio”, da cui in dialetto fermano “Sanlupijo o Sallupijo”), S. Elpidio Morico, Porto S. Elpidio. Nel Piceno questo nome è frequente anche nelle persone, e tuttavia poco si conosce di questo santo, lontano nel tempo e nella memoria, al punto d’essere confuso con vari personaggi. Qualcuno ritiene che S. Elpidio sia originario della Cappadocia. Lo scrittore Palladio lo ricorda nella sua Storia Lausiaca come un eremita vissuto per molti anni in una spelonca presso Gerico e ne tesse gli elogi consueti per un asceta che, estraniatosi dalla compagnia degli uomini, scelse la solitaria scalata alle vette della perfezione cristiana. Proprio nell’epoca in cui visse S. Elpidio, nel IV secolo, andava affermandosi una nuova forma di monachesimo, con S. Pacomio, iniziatore del “cenobitismo” cioè della vita comunitaria. Nella Tebaide, presso il Nilo, aveva fondato i primi conventi di uomini e di donne, divisi in celle individuali, con la chiesa e il refettorio in comune. A capo di ogni nucleo (il futuro convento) è l’abate che ha il compito di fare osservare la regola comune, imporre la castità, il lavoro, il digiuno e la recita dell’ufficio. Pochi anni dopo S. Pacomio, il grande teologo e mistico orientale S. Basilio di Cappadocia dava una regola più mitigata ma più saggia, destinata a diventare la “magna charta”, le costituzioni, di tutto il monachesimo cristiano, sia in Oriente che in Occidente, tramite la Regola benedettina. S. Basilio poneva l’accento sul lavoro manuale e intellettuale e rafforzava l’autorità dell’abate per eliminare gli eccessi delle fantasie personali. Non sempre i risultati rispondevano alle buone premesse: molti monaci, autentici girovaghi, abbandonavano il convento per correre nelle strade o nelle grandi città, o si dedicavano ad esercizi ascetici tanto insoliti quanto spettacolari, come gli “stiliti”, che vivevano immobili come statue su colonne e facevano piovere dall’alto saggi e rari consigli ai pellegrini che sostavano per ammirarli. Anche S. Elpidio aveva probabilmente lasciato il cenobio per un periodo di vita austera e solitaria nei pressi di Gerico, se accettiamo questa versione della vita del santo, che in un secondo tempo si sarebbe trasferito nel Piceno per stabilirvi una comunità monastica o comunque per esercitarvi una forma di apostolato tra il popolo. Alcuni studiosi tuttavia sono del parere che S. Elpidio sia stato originario del Piceno e abbia trascorso qui l’intera vita, conformandosi ad una regola ascetica del tutto personale, ma tale da imporlo alla stima e più tardi alla devozione dell’intera regione. Significato del nome Elpidio: “speranza” (greco).
Oggi si celebrano anche: S. Zenone, Martire a Nicomedia († sec. III) S. Teodota, Martire a Nicea in Bitinia († sec. IV) S. Habib, Diacono e martire († 322) S. Antonino, Tagliapietre e martire († sec. IV) S. Alberto di Pontida, Abate († 1096 cc) BB. Martiri della rivoluzione francese († 1792) BB. Pietro Giacomo Maria Vitalis e compagni, Presbitero e venti compagni († 1792) B. Ambrogio Agostino (Ambroise-Augustin) Chevreux (1728-1792), Abate e martire B. Alessandro Carlo Lanfant (1726-1792), Sacerdote S.J. e martire B. Andrea Grasset de Saint-Sauveur (1758-1792), Sacerdote e martire
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Jesus Christus, heri et hodie, ipse est in saecula!
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1907, Frederick Kipping sintetizza il silicone. Lavorando sui composti del silicio, il chimico inglese sostituisce in un gruppo chetonico il silicio al carbonio e realizza così un silicone, che battezza appunto silicone. Per oltre trent’anni il silicone resta una curiosità scientifica e soltanto nel 1940 la multinazionale chimica Dow Corning ne introduce l’uso, facendo diventare un elemento sempre più diffuso in innumerevoli applicazioni, dagli isolanti alle guarnizioni, alle protesi mammarie
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proverbio Un cuor fido non vuole essere offeso
accadde oggi 1666 un incendio di vastissime proporzioni, distrugge a Londra più di 13.000 abitazioni e uccide 8 persone
frase celebre “Una sola cosa è più tragica del dolore: la vita di un uomo felice” Camus, Il mito di Sisifo
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consiglio per terrazzo orto e giardino Piantare i bulbi a fioritura precoce Specialmente nelle zone a estate breve, i bulbi delle specie che fioriscono da Natale in poi vanno messi a dimora, assieme a quelli rustici da lasciare nel terreno per la coltura spontaneizzata.