L’sms più molesto dell’email. La sentenza che salva un ufficiale
La Cassazione: i messaggi sul computer si possono evitare, sul telefonino invece non succede così
Con la sentenza n. 44855 la Corte di cassazione ha affermato che gli sms sono molesti, mentre la email no. I messaggi inviati per posta elettronica, dunque, non costituiscono molestia. Gli sms, invece, sono ‘invasivi’ e per questo molesti. Ma la tecnologia avanzata ha portato la posta elettronica anche sui cellulari e una pronuncia nella direzione descritta appare una contraddizione. Oramai la email è molto simile all’sms. In ogni caso i giudici della Quinta sezione penale hanno accolto parzialmente il ricorso di un ufficiale addetto alle comunicazioni radio che su una nave da crociera aveva conosciuto una ragazza. L’uomo aveva iniziato ad inviare email alla donna che lo aveva respinto. Di qui la condanna in Corte d’appello. In Cassazione i giudici hanno accolto in parte il ricorso affermando che non si può verificare il reato di molestia nella email perché priva del carattere di invasività.
Articolo del settimanale Top su come i messaggini impoveriscono il vocabolario e limitano la creatività. L’allarme lanciato da un team di studiosi canadesi dell’Università di Calgary. I Vip li difendono. Pira (Università di Udine): “Non è solo colpa degli sms. La conduttrice Tessa Gelisio: “Abituare sin da piccoli i ragazzi alla lettura”. L’abuso di sms nuoce gravemente alla salute del nostro linguaggio scritto e parlato. A lanciare l’allarme è la ricerca realizzata da un team di studiosi canadesi dell’Università di Calgary . Dello studio scrive sul numero 9 dell’anno IV del 7 marzo 2012 il settimanale Top con un articolo intitolato “Lo dice la scienza: gli sms ci degradano” pubblicato a pagina 105 a firma del giornalista Luigi Miliucci. Secondo il settimanale i Vip li difendono anche se l’attore di CentoVetrine Renato Raimo ha ammesso: “Negli ultimi due mesi mia figlia ha mandato circa millenovecento messaggi. Un numero incredibile ma l’ha fatto per motivi scolastici”. E se la presentatrice Ingrid Muccitelli rimpiange le lettere d’amore, Isabelle Adriani individua nelle nuove forme di comunicazione una sorte di ponte con gli albori della lingua: “ se penso alle emoticon, ossia alle faccine e ai simboli che ciascuno di noi inserisce nei messaggi, non posso non concludere che siano simboli iconografici dei tutto simili ai geroglifici o ai primi graffiti degli uomini primitivi una forma di comunicazione embrionale che paradossalmente abbiamo resuscitato in epoca moderna”. Secondo Francesco Pira, docente di comunicazione e relazioni pubbliche all’Università di Udine: “anche i ragazzi di quarta o quinta elementare fanno un uso smodato del cellulare a cui si aggiungono altre tecnologie ed un suo continuo dei social network. L’impoverimento del linguaggio non dipende dai soli sms, visto che le nuove generazioni utilizzano un’ampia gamma di tecnologie. La vera rivoluzione nella storia della comunicazione – sottolinea l’esperto – è rappresentata dal fatto che per la prima volta sono gli stessi genitori a rivolgersi ai figli per imparare a misurarsi con questi nuovi strumenti e non viceversa”. Secondo Tessa Gelisio giornalista e conduttrice di Cotto e Mangiato: “bisogna abituare sin da piccoli i ragazzi alla lettura per garantirgli una capacità di approcciarsi agli altri migliore e di maggiore impatto”.