Da qualche tempo i sonnacchiosi paesi dell’entro terra siciliano si sono ridestati al grido di “Salviamo l’Ospedale”. Incontri, sfilate e fiaccolate hanno portato genti diverse, di diverso sentire ma di comune intento, a protestare contro l’ineluttabile chiusura del Ferro/Branciforti/Capra, il presidio ospedaliero leonfortese che insieme a quello nicosiano e piazzese è stato riassestato dal piano di riordino territoriale della sanità siciliana. Il nosocomio leonfortese rientra, infatti, nel quadro di tagli e rimodulazioni del lontano piano Balduzzi e a oggi ancora ne protrae le volontà. La sanità siciliana attende di essere riorganizzata e il duo Crocetta/Borsellino a giorni (?) nominerà i 17 nuovi manager per le aziende sanitarie distribuite su tutta la rete ospedaliera territoriale. L’ennesima nuova accelerazione è stata sollecitata dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che nei giorni scorsi in occasione di un convegno in quel di Catania, aveva bacchettato l’isola indolente. Ciò detto e per contrastare l’insano abuso di credulità popolare e perché non si dica che il pronto soccorso è stato conquistato dalla sommossa tarda, ma efficace: il pronto soccorso è previsto già dall’attuale piano di riassetto e perché non ci si accontenti di una chirurgia mancante di rianimazione: pericolosa e illegale e perché non ci si lasci abbindolare dai populisti in mala fede che portano solo benefici individuali e disagi collettivi, è necessario sapere che: tutta la sanità siciliana versa in uno stato fallimentare. E’ certo la salvaguardia di presidi obsolescenti e inadeguati non potrà essere risolutiva. Così facendo si inciderà negativamente solo sulle fasce più deboli dell’utenza e gli effetti di questo disastro sanitario, come al solito, si riverseranno proprio sui cittadini persuasi che una struttura sottocasa, anche se mancante degli strumenti di primo soccorso, è da preferire a un centro plurifunzionale e ben organizzato distante qualche chilometro.
Le battaglie inutili sono perse in partenza. Ci si dovrebbe piuttosto concentrare su una buona viabilità, sull’indispensabile elisoccorso e sulle ambulanze medicalizzate, tutte cose capaci di salvare veramente una vita. Avere un ospedale che non dispone di personale e di medicine a che cosa serve? A chi serve? Serve a illudere le persone, serve a tenerle buone, salvo poi incastrarle in una trappola mortale perché operare in assenza di sala di rianimazione è pericoloso e a volte mortale, sappiatelo. I sindaci itineranti lo sappiano e sappiano, come il loro ruolo impone, cautelare e proteggere i cittadini che rappresentano.
Il nostro è un sistema sanitario impossibile da governare, sfuggito al controllo da oltre un ventennio e persuasa di ciò vedo me e i miei concittadini costretti a una discussione che va oltre il sano confronto… e mi sento in castigo.
Gabriella Grasso
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