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XII congresso nazionale del Movimento Cristiano dei Lavoratori: il lavoro primo fattore di ripresa

MCLQuello del MCL (in programma dal 21 al 23 marzo) è il primo Congresso nazionale dei lavoratori cristiani, che si svolge a Roma, dopo l’inizio del pontificato di Papa Francesco ed ha come tema: Il lavoro primo fattore di ripresa; realizzare le riforme per garantire democrazia e giustizia sociale (1).

I temi caldi della crescente povertà, dell’immigrazione, delle fabbriche inquinanti o chiuse solo ora, cari a Papa Francesco, si fanno ora decisivi per l’appello ai responsabili delle istituzioni pubbliche e dell’imprenditoria privata, che è diffuso nel mondo del lavoro, per concorrere ad iniziative volte all’occupazione e ad un lavoro più sicuro e garantito.

Sarà il cardinale Angelo Comastri, vicario Generale di Sua Santità per la città del Vaticano a dettare in apertura del Congresso una riflessione spirituale quasi a sancire “l’ecclesialità” del movimento presieduto da Carlo Costalli che ha da poco celebrato il suo Quarantesimo anno dalla fondazione (1).

Numerosi i vescovi ed i prelati della CEI, che hanno annunciato la loro presenza, con l’Assistente Ecclesiastico nazionale mons. Francesco Rosso e gli interventi programmati di esponenti del mondo sociale e sindacale, tra cui quello del segretario Generale CISL Raffaele Bonanni, sui temi della disoccupazione, delle sperequazioni tra i redditi del lavoro, dell’equità nella utilizzazione delle risorse sul territorio nazionale, sulle finalità culturali, professionali, di accoglienza e di rispetto dei diritti degli immigrati.

La massima assise del movimento, nato dopo il ’68 per la crisi subita dalle gloriose e diffuse ACLI, all’interno delle aggregazioni laicali (ecclesiali), durante la presidenza Labor, si svolge dopo le prime settimane del Governo Renzi, nel fermento dei Movimenti sociali di ispirazione cristiana e dei partiti in vista delle elezioni europee, delle riforme elettorali in corso e degli annunciati provvedimenti legislativi per i contratti di lavoro.

Ed è notevole l’interesse sul Congresso per essere stato il Movimento cristiano l’argine storico di un deflusso modernista, che ha considerato l’ecclesialità, erroneamente, come espressione di chiusura aprioristica ed incompatibile con il mondo laico secolare radicaleggiante, geloso ed ostile alla presenza dei cattolici nel mondo sindacale e politico, perchè proteso ad abbracciare ideologie e dottrine sociali o comunque, a suo parere, confessionali (Dottrina sociale della Chiesa), quasi che l’identità del laicato, credente post-conciliare, debba rimanere privo di una partecipazione al bene comune assieme con altri laici, credenti e non.

Il merito del MCL è stato quello di evitare che, per motivi partitici o ideologici, nel cattolicesimo sociale del mondo del lavoro, si determinasse una frattura o peggio uno iato delle componenti di ispirazione cristiana, così partecipi al divenire democratico del Paese, alla sua ricostruzione ed al suo miracolo economico, non tanto di visioni partitiche, quanto nella difesa dei diritti della famiglia e della dignità della persona impegnata nel mondo del lavoro, alla luce delle Encicliche e delle Settimane sociali dei Cattolici (2).

Tutto ciò mentre lo sviluppo sociale ed i diritti dei lavoratori, riconoscevano ai cattolici l’alto contributo portato dalla Costituzione alle più moderne leggi nella difesa del lavoro nel Paese e nell’Europa.

Ed i riconoscimenti non sono infatti mancati, da tutte le parti politiche e religiose,verso De Gasperi e Moro, da La Pira a Fanfani, a Dossetti, da Pastore a Saraceno a Vanoni, a Rumor, a Storchi, a Gronchi, a Scalfaro, a V.Colombo, a Toros, a Donat Cattin, ed a quanti hanno partecipato alla vita delle ACLI e del MCL a servizio dei lavoratori e del Paese.

Ricordiamo Pennazzato, Bersani, Buttè, Cengarle, Fronza, V.Colombo, Bonomi, Dell’Armellina, Foschi, Olini, Borrini, Carboni, Pozzar, Russo, Rosati, Labor, Romano, Scalia, Buttè, Celi, Gerbino,Thot, Rosati, Marini, Del Castillo, Corrao, Leonetti e verso i laici del centro e della sinistra, che sul piano politico si sono spesi per i diritti dei lavoratori, per il servizio sanitario nazionale, per l’intervento straordinario verso il Mezzogiorno, per l’immigrazione e l’emigrazione.

Da qui l’attenzione, mai venuta meno da parte dell’episcopato, dalla CEI, dagli altri movimenti e associazioni del variegato mondo del laicato ecclesiale ,vicino e convergente con le iniziative del MCL nelle Consulte delle Aggregazioni laicali ( CRAL, CDAL) (2).

E’ stata così avviata nella felice stagione dei Pontificati, da Paolo VI a Giovanni XXIII, Benedetto XVI ed ora con Papa Francesco, nella pluriennale presidenza di Costalli, la ricerca a partecipare alle occasioni di azioni unitarie tra i movimenti ecclesiali, un totale autonomo recupero delle ACLI e di come di altre associazioni laicali ai grandi eventi della cristianità fino alla Family Day, all’associazionismo europeo “Uno di Noi”, agli incontri della gioventù mondiale, ultima quella di Rio, alle Settimane Sociali dei Cattolici, alle iniziative sovranazionali di solidarietà.

La scelta della ecclesialità, ribadita sulla base del Concilio vaticano II, nello Statuto, nei vari Congressi e nella quotidiana prassi organizzativa e formativa, che ha fatto nascere il MCL non si è dimostrata di ostacolo, anzi ha esaltato il ruolo e lo spazio della operatività dei laici del MCL all’interno della Chiesa Popolo di Dio e fuori nella società secolarizzata, ma desiderosa di riferimenti e di identità negli interlocutori con i quali concorrere, al bene comune, superando ogni condizionamento individualista, senza annullare le specificità culturali o religiose.

E le ACLI oramai sono tornate nell’area della naturale storica ecclesialità ed il Congresso del MCL, anche sulla base delle iniziative comuni avviate, dovrà prenderne atto, senza rivalse storiche o di potere sociale, mai elemento caratteristico dei movimenti operai cristiani (3).

I movimenti di spiritualità, come i Focolari (quasi della stessa età delle ACLI e MCL), hanno intrapreso iniziative esemplari di economia comunitaria per combattere la disoccupazione e riportare valori etici e comunitari nel lavoro delle imprese, mentre sul piano politico riprendevano azioni di politica unitaria (Movimento per l’Unita Politica) da Chiara Lubich (4).

Il XII Congresso prenderà atto dell’azione del MCL nel coraggioso tentativo, intrapreso negli anni più recenti della promozione e partecipazione ad iniziative come quelle di Retinopera,Todi Uno e Todi Due, il Forum delle Persone e delle Associazioni delle quali è stato coprotagonista con la CISL, l’Azione Cattolica, i Coltivatori Diretti, I Focolari, Rinnovamento dello Spirito, I Focolari la Confcooperative, le Consulte delle Aggregazioni laicali (CRAL-CDAL) ecc.. e ciò mentre c’è un cantiere di studi, di incontri, di elaborazioni propositive unitarie in corso e la sospensione dei lavori non annulla le positive iniziative realizzate, la discorsività avviata, gli incontri avvenuti, la fine dei contrasti legati a momenti storici superati anche per gli impegni e la serietà dimostrata dalle organizzazione dei lavoratori.

Quando i giornali parlano di “Irrilevanza dei cattolici“ (4) ed il Presidente Costalli ribadisce la considerazione nella relazione congressuale (1), che è tempo per l’uscita da tale stato di condivisioni perché la crisi economica ed etica lo richiede attraverso più convinte relazioni comunitarie interne alla comunità cristiana e fuori, nelle istituzioni temporali pubbliche con responsabilità personali e di gruppi al di fuori dalle preocupazioni sondaggistiche dei partiti e degli osservatori politici.

Il fermento dei partiti, bloccato in parte o reso insignificante dall’accordo riformista, approvato da una delle Camere, ci riporta a riflettere sul tentativo non troppo incoraggiato e sostenuto del mondo cattolico e da quello del lavoro in particolare, ma comunque valido per il Paese che ha potuto godere dell’iniziativa dell’UDC, che ha sostenuto, in questi anni il governo Monti con una larga intesa e poi quello Letta e quello Renzi, che ne eredita il patrimonio realizzato, al fine di finanziare la desiderata e proposta sfida buona per il lavoro.

L’UDC al suo congresso, pur tra difficoltà interne (tra UDC-Popolari per l’Italia parte di Scelta Civica di Mauro e Andrea Olivero e Scelta Civica di Monti) e quelle esterne legate alla riforma elettorale di tipo maggioritario (di contenuti ostili alle aggregazioni di Centro e Centro destra) e centralista ancora senza preferenze e pariteticità nelle liste Uomo-donna, che accontenta in atto Berlusconi e Renzi, non ha rinunciato all’aspettativa della attesa partecipazione della base territoriale e delle varie aree del Paese alla politica nazionale ed europea. E torna il messaggio speranzoso di Costalli: è tempo di uscire dall’irrilevanza.

L’accresciuto squilibrio sociale ed economico tra Nord e Sud, inoltre, fa ipotizzare una svolta nel meridionalismo straccione ed evocato nelle negatività, quasi a sostegno di un recupero di voti per la Lega a corto di argomenti denigratori per le manchevolezze, che diventano ruberie da poveri, senza case popolari o senza lavoro per le opportunità negate alle regioni meridionali.

Si deve chiedere al Congresso del MCL di far nascere in sedi statutarie regionali momenti di permanente mobilitazione di intellettuali, professionisti, imprenditori, artisti, operatori sociali del ricco volontariato attorno ai contenuti nuovi per la formazione di una classe dirigente innovativa

e libera da ogni atavico condizionamento sociale, familistico, quanto non degenerante nella corruzione e nella violenza contro la legalità.

Il XII congresso del MCL sappia che il quadro sociale dei disoccupati, che registra suicidi e follie di incendi, con casi di povertà e disperazione familiare, che torna a far sentire la voce autorevole dei Vescovi meridionali dal manifesto del 2007 all’accorata dichiarazione dei Vescovi della Sardegna, una delle ultime regioni visitate dal Papa Francesco, dove “i giovani, per i Vescovi, rischiano di invecchiare disoccupati”, ha origini nell’abbandono dell’intervento straordinario per il Sud quando il meridione, per l’intervento della Cassa per il Mezzogiorno si era avvicinato su alcuni indici sociali e culturali,voluti proprio da meridionalisti convinti, da Gramsci a Sturzo, Saraceno, Pastore, Ambrosini, Alessi, Aldisio, Moro, Donat Cattin, La Torre, La Malfa.

L’impegno politico di quegli anni aveva provocato una spinta notevole per l’estinzione dell’analfabetismo e per l’innalzamento della speranza di vita, come afferma Emanuele Felice (8).

Lo scioglimento della Cassa è del 1984 e quello dell’Agenzia del Sud (agenzia liquidatoria1986-1992) segnano il tramonto di un’azione di giustizia, rivendicata dai Vescovi del Mezzogiorno ed inascoltata dalla politica del ventennio della II Repubblica, che precede i Governi delle ultime convergenze e che condanna al silenzio il Mezzogiorno per la caduta di iniziative e per il ridotto potere sindacale e partitico delle regioni mediterranee, additate come sprecone, corrotte e senza capacità progettuale e gestionale, con una burocrazia elefantiaca e con una industria inquinante e incontrollata nell’ammodernamento e negli abbandoni, scolastici e di territorio di lavoro.

Se il XII Congresso del MCL vuole intestarsi una battaglia per il recupero dell’occupazione e della strategia nazionale e mediterranea del Sud per l’equità e la giustizia, ha una occasione importante per attestarsi, con le altre forze sociali e sindacali, una responsabile azione solidaristica per interventi di riequilibri sociali e occupazionali nelle regioni meridionali.

Non mancano le risorse, dai suoi beni naturali a quelli monumentali ed artistici, a quelli geografici a quelli delle potenzialità agricole e commerciali, a quelli professionali ed imprenditoriali, a quelli intellettuali di una generazione di ricercatori, costretti a lasciare le università o i centri di ricerca delocalizzati al Nord, fino ai call center ove lavorano centinaia di laureati, che fanno invidia ai leghisti di Milano.

Se non portiamo negli organi nazionali statutari del MCL, nazionali e regionali, in occasione del Congresso, momenti organizzativi di sintesi progettuali, contenutistiche, in un progess continuo, formative di nuove classi dirigenti, capaci di drenare ed utilizzare risorse esterne ed impegnare energie professionali ed intellettuali interne, che oggi fuggono richiamate dalle imprese internazionali la parola “Lavoro” resta per tanti di loro e per gli eventuali progetti di nuove occasioni produttive di valorizzazione delle risorse del territorio, uno Spot elettoralistico, da lasciare a Renzi o a Berlusconi per avanzare nuove ipotesi di riforme bipartitiche.

Formare al lavoro ed all’etica delle responsabilità nelle imprese sociali innovative e competitive (e quindi ben venga il dipartimento per la Formazione della nuova presidenza del MCL) non basta anche se non mancano le Università e le Agenzie ed i Centri e Laboratori di Ricerca universitari e privati, (Centro Istituto Arrupe, Cerisdi, Centri di formazione Professionale, facoltà teologiche) che hanno fornito quadri al Volontariato, operatori sociali all’associazionismo degli immigrati, tecnici alle nuove imprese agricole e commerciali ed alle imprese per l’ambiente, le energie alternative, le comunicazioni, straniere e del Nord ed all’emigrazione extraeuropea (10).

Non serve solo un dipartimento nuovo a cui affidare un incarico per il Sud ed un altro per la Formazione, ma la svolta nella formazione e nella proposta legata ai bisogni nuovi del mondo del lavoro, si realizza se si aggiungono altre risorse umane e finanziarie a quelle necessarie per i servizi tradizionali del movimento.

Un piano di risparmi si può ipotizzare con la collaborazione dei Servizi presenti nelle attuali Organi statutari e piani condivisi per attingere con fusioni e coraggiose azioni programmatiche per risparmi e coperture territoriali con le altre organizzazioni, ACLI, le Caritas, La Banca Etica, e le Banche di Credito Cooperativo, i Progetti di Don Ciotti PoliCoro,Le Cooperative.

L’analogia è con le iniziative in corso da parte dei sindacati nei rispettivi territori e delle Centrali cooperaivistiche.

Si faccia cioè un salto in avanti, superando la storica tre giorni formativa di Senigallia per (gli addetti ai lavori prevalentemente provenienti dai servizi) e si inserisca nello Statuto una Consulta Nazionale per il Lavoro, una specie di CNEL del Lavoro, gestito in autonomia, promosso dal MCL, con movimenti e associazioni vicine, un senato del territorio senza costi aggiuntivi per riunire cento studiosi ed esperti, provenienti dalle Università e dalle professioni, che sappiano proporre come veritieri osservatori delle potenzialità locali per i Consigli Generali progetti da portare al Governo nazionale ed all’Europa per creare occasioni di lavoro per la valorizzazione e la commercializzazione interna ed estera per i paesi mediterranei, strumenti e occasioni di comunicazione e studi per recuperare nuove partecipate proposte di un meridionalismo progettuale e responsabile.

E da questa Consulta nazionale, che proponiamo al Congresso potranno essere estratti le figure per collaborare alla più diffusa azione formativa diffusa per i lavoratori cristiani, utilizzando tutte le strutture formative di cui il Sud e la sua Ecclesia posseggono (10).

Ed infine una ennesima raccomandazione al Congresso ci permettiamo di avanzarla, timidamente: al di là dei brevetti di populismo partitico, che lasciamo a Grillo, a Renzi, a Berlusconi, con gli strumenti di internet come quelli realizzati da Facebook e da altri social workers per dialogare, diffondere la cultura della dignità del lavoro e raccogliere il consenso e portiamo e diffondiamo gli ideali e le proposte del Movimento operaio Cristiano con i servizi consociati ed i riferimenti operativi per la partecipazione, la proposta, la presenza stavolta sì rilevante per diventare riferimento di diffusione, non di una nota settimanale, ma per incontrare le persone, i lavoratori, i disoccupati, giovani e giovani-vecchi, che non verranno nei circoli della memoria (lasciamola questa ad Olmi per parlarci della Grande Guerra, che pure ci inviterà a tornare alla terra, anche in quella incolta, per dare lavoro alle produzioni agricole).

Creiamo una RETE, per le moderne comunicazioni, per offrire i servizi oggi richiesti per la creazione di nuovi lavori e imprese sociali e di comunione per la famiglia, i giovani i ragazzi, la cultura, lo sport, il turismo, l’ambiente, le energie alternative, il lavoro richiesto dall’Europa e dal Mondo, conosciuti strumenti, autogestiti da singoli e da gruppi, da associazioni della post-modernità delle relazioni umane, ma necessari ad un movimento come MCL che ha un patrimonio raccolto quasi in mezzo secolo da diffondere per una comunità più umana e solidale.

Ferdinando Russo

onnandorusso@libero.it

RIFERIMENTI

1) C.Costalli, Verso il Congresso Nazionale :Non possiamo tiraci indietro:è il tempo di uscire dalla Irrilevanza, in Traguardi Sociali –N.63-Serie 2014 e Relazione al XII Congresso MCL

2) F.Russo in www.google.it alla voce Ferdinando Russo ed il Laicato ed ancora in www.cdal-monreale.it/CRAL

3) F.Russo Le ACLI sono tornate all’ecclesialità, senza procedure e proclami in CNTN, rivista settimanale di ispirazione cristiana Palermo, e in www.fasokamba.it/cultura/attualità

4) F.Russo Il movimento Politico per l’Unità promosso dai Focolari in CNTN Palermo.

5) G.Savagnone in Dove sono finiti i Cattolici italiani, in CNTN Cieli nuovi terra nuova Periodico di ispirazione cristiana Palermo n.22 del 23 Febbraio 2014-Anno XIV in www.cntn.it

6) F.Russo,Chiesa e Mezzogiorno in www.vivienna.it Archivio

7) F.Russo Il Movimento Cristiano dei Lavoratori ha celebrato il 40° dalla Fondazione in www.google.it alla voce Ferdinando Russo ed il Laicato.

8) F.Russo Il Forum delle persone e delle Associazioni in www.google.it alla voce Ferdinando Russo ed il Forum delle persone.

9) E.Felice Perché il Sud è rimasto indietro? In Società editrice Il Mulino, 2013 in www.mulino.it

10) F.Russo E Papa Francesco grida per lo scandalo della povertà in Twitter @onnandorusso e in www.vivisicilia.it

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