Il progetto TE.M.LA. (Team di mediazione lavoro), promosso dal CE.SI.FO.P., in collaborazione con l’Associazione “Porte aperte”, con la Società Cooperativa Sociale “Immagine” Onlus, Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza Azienda Socio Sanitaria di Assistenza alle Persone A.S.S.A.P. con “l’ Istituto Principe di Castelnuovo e Villaermosa” e con la Fondazione per le Opere di Carità “Rosaria Gentile” ha avuto un esito, finora dopo vari mesi, altamente positivo.
Come obiettivo primario si è cercato di impartire agli allievi in modo sufficientemente bilanciato dal punto di vista didattico, le nozioni basilari per la comprensione dei principali elementi inerenti la conoscenza delle piante e delle tecniche necessarie alla produzione e alla commercializzazione dei prodotti. In questo modo si è data loro la possibilità di apprendere una terminologia appropriata, con il fine, di fornire una preparazione professionalizzante, che permetta loro di spendere le informazioni e le esperienze acquisite nel contesto della gestione di attività agricole.
Nelle difficoltà economiche diffuse un po’ tra molti strati sociali, anche quelli borghesi, sorgono orti urbani e non, dove un gruppo di giovani diversamente abili possono avere in gestione dei terreni abbandonati da rendere produttivi, “seminando” risposte valide al disagio sociale, nonché tutelando e rivalutando il territorio.
L’articolato programma di formazione è una iniziativa lodevole di “buona agricoltura” ed alcuni dei protagonisti la raccontano in queste interviste.
Per il docente Pillitteri il risultato migliore è stato ottenuto nella dimensione dei rapporti umani, cercando di favorire l’integrazione dei soggetti coinvolti in questo percorso, per far emergere l’idea di “gruppo”, che collabora e si confronta,così che l’esame finale fosse visto non come un ostacolo, ma come un’ opportunità per mettere a frutto il loro approccio all’ apprendimento.
Molto spesso, aggiunge, sono stato incoraggiato, nei momenti di stanchezza, dal sorriso radioso dei loro occhi, da gesti teneri o battute scherzose, ma soprattutto è stato illuminante scoprire la loro propensione al disagio: conoscere le loro storie e le piccole conquiste fatte giorno dopo giorno in un percorso di terapie e farmaci,
è stata “linfa elaborata”,che ha “nutrito” dentro.
Sì, dentro, dove spesso si trova la forza d’ animo per fare cose ritenute un tempo impossibili, come capita sovente tra i “disabili, che imparano, in un progetto come questo, a riconoscere le piante e i fondamenti dell’agricoltura, ma che insegnano molto e, come fiori al sole aprono le corolle verso il cielo per accogliere in sè il senso dello stare al mondo.
Il tutor Vincenzo Di Falco sostiene che il progetto Te.M.La. ha avuto dal Cesifop una ideazione progettuale e una realizzazione didattica non semplici; tuttavia l’ impegno, gli sforzi, la pazienza e soprattutto la ferma volontà hanno permesso di concretizzare un’ attività di utilità sociale, che porterà all’ inserimento lavorativo di persone svantaggiate, che hanno trovato nel lavoro agricolo quel carattere terapeutico, riabilitativo e formativo, necessario per il loro miglioramento psico-fisico e che si può constatare giorno dopo giorno.
Indispensabile sentire la voce dei discenti:
Dario Tagliavia ritiene che il corso sia stata un’ importante occasione per conoscersi e conoscere. “Conoscermi nei miei limiti (che sono parecchi per numero e gravità ) e conoscere meglio il mondo del lavoro implacabile e allo stesso tempo gratificante, che guardo con grande rispetto e timore”
L’ alunna Amodeo Anna , concorda con lo scrittore Paolo Pejrone, per il quale <<In giardino non si è mai soli >>, perché le piante sono esseri viventi, ancor di più se trovi un gruppo di persone con cui dividere con allegria il lavoro e fare piccoli passi in avanti nelle relazioni sociali.
In conclusione il prof. F. Vitale fa un quadro generale sull’attività didattica, svolta
da luglio 2013 ad oggi, in parte in aula ed in parte in campo.
Lo hanno particolarmente colpito l’ interesse dimostrato dai ragazzi sugli argomenti esposti in aula ed in campo e la loro voglia di imparare e di capire il perché delle cose.
<<L’ entusiasmo e la passione che i ragazzi mettono nei lavori che fanno è disarmante afferma il docente e allo stesso tempo travolgente, poiché credo fermamente che questo progetto, da un lato ha permesso a questi ragazzi di “uscire” dalla loro quotidianità, cambiando “aria” e stando a contatto con realtà nuove, mentre dall’ altro ha consentito al sottoscritto di vedere la loro “diversità” sotto un altro profilo, eliminando qualche pregiudizio che avevo nei loro confronti>> .
Da quanto delineato, pertanto, si può ritenere che la partecipazione al Progetto Temla ha già dato i suoi primi risultati, contribuendo a formare un gruppo coeso e solidale, che affronta e risolve i problemi con i suoi tempi e con le sue modalità, senza dimenticare però l’obiettivo finale, che è quello dell’ introduzione di questi ragazzi nel mondo del lavoro.
Emanuele Bisso