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Palermo. Dall’arte giunge un messaggio di pace al mediterraneo

E’ stata presentata stamattina presso il Palazzo Reale di Palermo, la nuova mostra “Trame Mediterranee. Arti, popoli, culture”, che verrà aperta al pubblico domani mercoledì 10 settembre 2014 alle 18.30 con un evento inaugurale. La mostra è promossa dalla Fondazione Federico II in collaborazione con la Fondazione Orestiadi di Gibellina.
Trame Mediterranee
Alla conferenza hanno partecipato Paolo Ruggirello, deputato questore dell’Assemblea Regionale Siciliana, il Direttore Generale della Fondazione Federico II, Francesco Forgione, il Sindaco di Gibellina e Presidente della Fondazione Orestiadi, Rosario Fontana, e infine Enzo Fiammetta, curatore della Mostra con Francesca Corrao, figlia del compianto senatore Ludovico Corrao. All’inaugurazione di domani prenderà parte anche il Presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II, Giovanni Ardizzone e per l’occasione si esibirà il coro delle voci bianche del Teatro Massimo di Palermo.
La mostra Trame Mediterranee trae ispirazione proprio dalla ricchezza di idee e dai progetti di Ludovico Corrao (1927–2011, sindaco e artefice della ricostruzione di Gibellina, cittadina del Belìce distrutta dal sisma del 1968): una sintesi dell’attività creativa degli artisti, artefici dei laboratori sperimentali, e dei percorsi espositivi promossi dalla Fondazione Orestiadi in numerose capitali del Mediterraneo.
Sono evidenti le analogie tra i manufatti provenienti dalla Sicilia, dalla regione mediorientale, dalla costa sud del Mediterraneo e dall’Africa Subsahariana. Gli oggetti rilevano un comune linguaggio tra i Paesi rivieraschi.
Questo patrimonio si è rinnovato grazie a continue migrazioni, scambi economici e al fiorire di scuole di pensiero e di comunità di artisti, architetti e artigiani.
Da questo patrimonio l’Europa può attingere per riprendere il suo cammino in un rinnovato patto di amicizia, solidarietà e scambio tra i Popoli.
Questo percorso mira a reinterpretare lo spirito delle terre meridionali del mondo, per riscoprire nelle Trame Mediterranee gli influssi di tre continenti e delle tre grandi culture viventi dell’Ebraismo, del Cristianesimo e dell’Islam.
La mostra è composta da istallazioni, opere di arte contemporanea, gioielli, costumi e tessuti della tradizione ebraica, terrecotte.
Le installazioni vengono presentate per la prima volta a Palermo, dopo un lungo viaggio per le capitali del mondo arabo. La “biblioteca siculo araba” è una interpretazione contemporanea delle descrizioni delle città siciliane riprese dalla biblioteca siculo araba di Michele Amari, realizzata da Antonio De Luca artista pugliese e dal gruppo romano degli “ Stalker” come anche il “ Tappeto volante”, reinterpretazione del soffitto della Cappella Palatina di Palermo.
Altre installazioni presentate, sono “Giufà” personaggio popolare comune e la “ carta dei Toponimi” tavola lenticolare che mostra simultaneamente i toponimi arabi e siciliani delle nostre città.
Tra le opere più rappresentative e spettacolari certamente il Tappeto Volante: un gruppo di architetti-artisti Stalker con Ararat, centro sociale curdo a Roma, ha duplicato il soffitto della Cappella Palatina mediante una struttura in canapa con corde sospese ed anelli di rame. Soffitto e tappeto volante nello stesso tempo. Capace di proteggere la testa degli spettatori ed anche invito al viaggio mediante il riferimento alle Mille e una Notte. Tappeto Volante più che un titolo è il riuscito corto circuito culturale tra Oriente e Occidente, tra progettualità ed esecuzione, figurazione e decorazione. Il gruppo di architetti-artisti realizza anche una proposta politica di integrazione culturale che restituisce memoria alla minoranza curda e recupera per sé un ruolo concettuale che si confà alla nostra cultura. In tal modo oriente e occidente operano l’intreccio di uno scambio culturale in cui non esiste gerarchia tra atto mentale ed atto manuale, piuttosto la partecipazione
attiva ad un gesto collettivo di una comunità che sa spiegare il doppio estremismo della globalizzazione e della tribalizzazione nella posizione creativa dell’oggetto d’arte.
In questo caso il manufatto d’arte possiede le stimmate di una forma architettonica capace di fondare un momento di incontro tra due culture e nello stesso tempo di farci
volare nel III millennio in maniera creativa.
“Da trapanese – ha detto Paolo Ruggirello, deputato questore dell’Ars – è un onore avere rapporti con la Fondazione Orestiadi di Gibellina. I tagli purtroppo stanno penalizzando la cultura ma è impensabile fare macelleria culturale, che sta danneggiando anche il turismo. Per fortuna la Fondazione Federico II sta lavorando bene e i risultati lo dimostrano. Il connubio con Gibellina è anche un modo per aiutare la Fondazione Orestiadi, un patrimonio internazionale che ci ha lasciato in eredità il grande Corrao”.
“Non è facile – ha detto il direttore della Fondazione Federico II Francesco Forgione – trovare le parole giuste per presentare una mostra sul Mediterraneo mentre, ancora una volta entrano nelle nostre case le immagini di distruzione – e di morte che giungono da Gaza e l’orrore delle lame del fondamentalismo jihadista. Il mondo e le diplomazie appaiono sempre più impotenti di fronte alla
tragedia della Palestina, con il suo popolo e la sua nazione senza Stato, e i problemi della giusta sicurezza di Israele appaiono senza soluzioni durature sotto le minacce quotidiane del terrorismo. Eppure, nel vivo di questa guerra, sporca come tutte le guerre, maledetta e non “santa” come ogni cosa frutto di armi e violenza, non abbiamo rinunciato a questa mostra realizzata con la Fondazione Orestiadi di Gibellina. Trame Mediterranee non è la nostalgia di un passato che fu: in nome del proprio “Dio” sono state insanguinate le coste e le acque di questo mare, ma sono stati anche creati straordinari presìdi architettonici, artistici, scientifici di dialogo, incontri e contaminazioni culturali. Il Palazzo Reale di Palermo e la sua Cappella Palatina, luoghi che ospitano questa mostra, ne sono uno degli esempi più alti. Vogliamo ripartire da qui”.
“La mostra – ha detto invece Rosario Fontana, sindaco di Gibelllina e presidente della Fondazione Orestiadi – è una sintesi della copiosa messe di idee ispirate dalla raccolta di Corrao e dagli artisti, artefici dei laboratori sperimentali e dei progetti espositivi promossi dalla Fondazione Orestiadi in numerose capitali del Mediterraneo. Le analogie tra i manufatti provenienti dalla regione meridionale, dalla costa sud del Mediterraneo e dall’Africa subsahariana, evidenziano un comune linguaggio, ed un sentire fondato nel comune tessuto preistorico”.
La mostra resterà aperta fino all’11 gennaio con un biglietto di ingresso di 5 euro per chi visita solo l’esposizione, 4 euro per chi acquista anche l’accesso al complesso monumentale.

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