Tre giorni di sole primaverile per le piazze gremite di gente d’ogni età, cultura e estrazione sociale: tutti pazzi per la filosofia. A Modena, Carpi e Sassuolo si è svolta la quattordicesima edizione del Festival Filosofia all’insegna della Gloria. La gloria era infatti il tema di quest’anno e di gloria, fama, onore, reputazione e rispetto si è discusso. “La gloria altro non è che la ricerca dell’ eternità” per Severino. Oggi però la gloria è solo desiderio di apparire per il professore, tampinato dalle scolaresche vogliose di autografo, filosofico. L’ oggi per Nancy non è fatto per la gloria e la sua lezione difatti si è intitolata “ingloriosa gloria”. La gloria è degli dei o degli uomini inconsapevoli della grandezza che contraddistingue il loro agire, glorioso non è dunque Ulisse: furbo e truffaldino e neppure Achille: piagnone e tronfio, a detta di Baricco. Glorioso è il milite che lottò per la vita di chi mai avrebbe conosciuto o il contadino che onora lavorando, la terra che gli è data. Gloriosi non sono certo i soldati che giocano alla guerra e neppure i politici che promettono missioni di pace, a dirlo è stato il generale Mini, che tra il 2002 e il 2003 fu comandante della missione KFOR e che alla domanda che ne sarà dei No dei siciliani al MUOS ha risposto: se ne facciano una ragione, i siciliani, del MUOS. Tante parole si sono dette su noi vittime dello schermo, della web reputation e del fascino paralizzante del prestigio. Bauman a Sassuolo ha distinto la comunità liquida, in continuo mutamento, da quella rigida, difesa dai confini invalicabili del canone e dell’ortodossia. La rete che è l’altro nome dell’umanità è libertà, è aggregazione, la rete unisce come un tempo univa il gruppo. Dal cogito ergo sum cartesiano a dire di Bauman oggi si è passati all’appaio dunque sono. Sono così come la comunità pretende che io sia, sono così come il like comanda, ma l’essere così è appagante? I filosofi non danno risposte, i filosofi alimentano il dubbio e l’inquietudine, ai pensanti l’ardua sentenza, dunque. Di nuovi padri, accudenti e fragili e di nuovi genitori, svincolati dal dogma dell’infallibilità, hanno detto Recalcati e la Saraceno e di famiglia e familismo ha detto Niola e dell’uomo hanno detto tutti, delle sue paure, dei suoi dubbi, della sua immensità, anche oggi, al tempo del mercato e del disvalore. Il tema del festival filosofia 2015 è stato annunciato a Modena mentre a Carpi, Ferraris raccontava di Nietzsche e del suo dover essere Dio e le mondine di Novi si preparavano a cantare con Cisco, Avanti Popolo. Io stavo a Carpi, il tema dell’anno prossimo non l’ho sentito, ma ho sentito il piacere di appartenere a un popolo che ha saputo lottare e morire per la libertà. A Carpi la sfilata per la miss “festa dell’Unità” non c’è stata, le donne hanno preferito raccontarlo il loro valore e gli uomini sono rimasti muti ad ascoltarle.
Da Carpi Gabriella Grasso
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