Essendo siciliana figlia di siciliani e coniugata a un siciliano, fortemente radicato al territorio e alla cultura siciliana e come se non bastasse egli stesso figlio di siciliani e padre di bimbi votati alla sicilianità, confesso e dichiaro la mia non appartenenza alla mafia e come organizzazione malavitosa e come modus pensandi. La mafia ha sporcato la mia gente e la mia terra, oltraggiando ogni principio etico e morale, ammazzando i suoi stessi figli e insultando la terra natale per ciò la mia condanna alla mafia è totale. Basterà questa dichiarazione a far di me una persona onesta? Servirà certo a rassicurare i non mafiosi, in quanto non siciliani, della mia buona fede. Tutto questo si è reso necessario in seguito ai terribili fatti datati 9 maggio 1978, un commando mafioso al grido di “Badalamenti è grande” ha ammazzato un giovane ridanciano e irriverente tale Impastato Giuseppe. A Roma i capi di governo italiani e stranieri hanno allora deciso di dare l’assalto alla cupola, sfilando, abbracciati e dimentichi delle aporie intestine, all’urlo di: “Io sono Peppino”. Da quel lontano 78 è cominciata la vera lotta alla mafia e oggi i risultati sono a tutti evidenti. Il giornale vorrebbe suggerire ai musulmani moderati di praticare la stessa dichiarazione di non appartenenza al terrorismo e senz’altro i risultati non tarderanno a mancare anche in questo campo.
Fidatevi.
Gabriella Grasso
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